Ettore Boffano e Paolo Griseri per \"la Repubblica\"
yaki elkann-largeUn comunicato «incongruo e paradossale». Così la perizia ordinata dal Tribunale di Torino definisce il testo con cui, nell´agosto del 2005, gli uffici di Ifi-Ifil smentirono di aver operato in modo anomalo sul titolo Fiat nell´imminenza della scadenza del debito convertendo da tre miliardi di euro contratto con un gruppo di otto banche.
La perizia, richiesta dal presidente della corte, Giuseppe Casalbore, costituisce l´atto finale del processo che vede imputati Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Virgilio Marrone del reato di aggiotaggio informativo per aver nascosto al mercato l´operazione di equity swap che nell´autunno di cinque anni fa consentì agli Agnelli di mantenere la quota di controllo della Fiat.
GIANLUIGI GABETTIIn quei giorni alla Consob che chiedeva chiarezza sui movimenti del titolo, Ifil rispose con un comunicato che negava di «avere intrapreso né studiato alcuna iniziativa in relazione al prestito convertendo», pur aggiungendo che le finanziarie della famiglia si sarebbero comunque adoperate per mantenere la quota di controllo della casa torinese. Venti giorni dopo gli Agnelli trasformarono in azioni l´equity swap contratto in aprile con Merril Linch e questa operazione consentì loro di rimanere sopra il 30 per cento della Fiat.
Gabetti Grande StevensIl comunicato di fine agosto fu dunque in grado di ingannare chi operava in Borsa? Secondo la difesa no perché dal testo sarebbe risultato chiaro che gli Agnelli avrebbero comunque deciso di mantenere la loro quota impedendo qualsiasi scalata alla società. Il perito di Ifi-Ifil sostenne addirittura che dopo il comunicato il titolo si deprezzò a dimostrazione che la Borsa aveva capito che la società non era contendibile.
La perizia ordinata dal tribunale e depositata nei giorni scorsi giungerebbe invece a conclusioni diverse, anche se il quesito posto dal giudice è molto articolato. Secondo le indiscrezioni trapelate nelle ultime ore, il perito avrebbe definito il comunicato al centro del processo «incongruo e paradossale» proprio perché non chiarirebbe che la società non era più contendibile. Inoltre, secondo la nuova perizia, dopo il comunicato il titolo sarebbe rimasto in realtà su livelli alti. Una conclusione alla quale l´esperto nominato dal tribunale giunge seguendo lo stesso metodo utilizzato dai consulenti della difesa di Ifi-Ifil.
Virgilio MarroneLa perizia depositata nei giorni scorsi potrebbe dunque rappresentare un punto a favore dell´accusa. Il pm infatti ha sempre sostenuto che da quel comunicato non si evinceva affatto l´esistenza di un´operazione come quella che poche settimane dopo avrebbe blindato la quota degli Agnelli rendendo vano ogni tentativo delle banche di mettere in minoranza la Famiglia nell´azionariato Fiat.
Una tesi simile a quella sostenuta dalla stessa Consob che per questo motivo ha già condannato i vertici Ifi-Ifil (oggi Exor) in via amministrativa. E´ probabile che le difese, all´inizio della prossima udienza fissata giovedì, chiedano il rinvio per studiare le nuove carte.