BERLUSCONI E IL GRANDE SCHERMO
1 - DE BORTOLI-RIOTTA: Geronzi, Bazoli ed Emma ringraziano per la cortese partecipazione. Si volta pagina
Avviso ai naviganti: \"Si avvisano i signori naviganti che alle ore 11 è iniziata la riunione del Patto di sindacato Rcs con all\'ordine del giorno la nomina di Ferruccio De Bortoli alla direzione del \"Corriere della Sera\".
Alle ore 18,30 si riunirà il Consiglio di amministrazione del \"Sole 24 Ore\" che designerà Gianni Riotta alla direzione del quotidiano di Confindustria.
Cesarone Geronzi, Abramo-Bazoli ed Emma Marcegaglia ringraziano per la cortese partecipazione. Si volta pagina\".
2 - ALLA FIERA DI ROMA è TRAMONTATO TREMONTI: ha fatto capire una volta per tutte che non ha la statura del leader
C\'è un uomo che con un immenso sforzo ha tentato di uscire dal recinto della Nuova Fiera di Roma dove 6mila delegati e qualche centinaia di comparse hanno cantato in coro: \"...con l\'elmo di Silvio si è cinta la testa\".
Quest\'uomo è Giulietto Tremonti, l\'ex-tributarista di Sondrio che è salito sulla pedana alle 19,37 di sabato e ha parlato per 11 minuti con la sua voce nasale e la consueta aria da professore. L\'attesa era grande e le sue prime parole hanno fatto correre brividi nella schiena.
\"Vi parlerò dall\'alto dell\'economia, della politica e della storia\", ha esordito il 62enne ministro di fronte a una platea affamata di idee e di buone intenzioni. Dopo questo inizio sublime ci si aspettava un discorso da grande leader capace di mettere in crisi quella candidatura per l\'eredità del Cavaliere che Gianfranco Fini ha fatto esplodere come una bomba.
Giulio TremontiAl secondo capoverso del suo intervento si è capito che il genio di Giulietto avrebbe preso un\'altra strada, quella della retorica infarcita di virtù teologali che da un po\' di tempo azzeppa i suoi discorsi come un grande alibi culturale che gli evita pronunciamenti impegnativi e ricette salvifiche.
Molti dei presenti (compresa la Gelmini Calzelunghe che le telecamere hanno inquadrato in maniera morbosa) hanno reclinato il capo delusi. Da questo ministro, che dopo la laurea ha insegnato all\'Università di Oxford, ci si aspettava qualcosa di più perché di fronte alla crisi devastante dei mercati nessun protagonista dell\'economia in Europa e nel mondo userebbe a piene mani citazioni della Bibbia e di Sant\'Agostino.
A questi rivoli di retorica Giulietto ha aggiunto omaggi ossequienti e sfacciati al Cavaliere che, ha detto, \"conosco dal 1982 ed è già nella storia, un uomo la cui genialità l\'Europa ci invidia\".
I delegati affamati di idee e di tramezzini hanno capito in quel momento che il genietto di Sondrio non entrerà mai nella storia, nemmeno dal buco della serratura, e che forse è stato sempre sopravvalutato nelle sue qualità di economista e di pensatore. Pensatore non è perché nel momento in cui avrebbe potuto tirar fuori gli artigli del leader, ha parlato come un Baget Bozzo anni \'60, e ha fatto capire una volta per tutte che non ha la statura del leader.
Ginafranco FiniD\'altra parte bisogna anche capire quest\'uomo che nel luglio 2004 è stato defenestrato dal Governo e che dopo essere stato socialista si trova schiacciato nell\'incudine di An e della Lega. Nell\'orrenda vasca della Fiera di Roma il delfino Fini ha fatto un doppio salto mortale davanti a quel Berlusconi che detesta il pessimismo catastrofico di Giulietto. E fuori dalla vasca c\'è la Lega che non vuole affogare la sua identità nel \"partito bulgaro\", ma chiede a Tremonti di dimostrare la sua fedeltà con i quattrini per il federalismo.
A Roma è tramontato Tremonti e quello che lui ha annunciato come la fine della \"mezzanotte del mondo\" è apparso un imbarazzato crepuscolo.
3 - CON UNA LACRIMA SUL VISO BRUNETTA SI VENDICA DI GIULIETTO
Il paragone è odioso, ma quel palco di 600 metri quadri tappezzato di moquette e di monitor sembrava disegnato da Albert Speer, l\'architetto di Hitler che allestì la scenografia per il famoso raduno di Norimberga.
Gli storici dicono che il geniale architetto si ispirò all\'Altare di Pergamo creando una cattedrale di luce con 130 riflettori da contraerea. Niente a che vedere con le scenografie del megaraduno di Assago del 2004 di Forza Italia, oppure con quello della Lega a Milano nel 2003.
Sull\'Altare di Pergamena le gambe degli oratori tremavano per il rischio di essere inghiottiti in quella balena azzurra che nemmeno Vasco Rossi avrebbe saputo dominare.
Così quando Renato Brunetta è salito sulla tribunetta accolto da un applauso di un minuto, il teatrino dello scenografo Berlusconi è andato in pezzi e ha privilegiato l\'uomo rispetto allo spazio.
Il figlio dell\'ambulante veneto ha tirato fuori una lacrima e poi è partito con coraggio davvero sorprendente. Ha invocato la vera lotta di classe contro le burocrazie e con finta umiltà ha esclamato: \"siamo un po\' sfigati perché ogni volta che andiamo al Governo c\'è una crisi, siamo pieni di difetti, ma siamo rivoluzionari!\". Per le signore ingioiellate e i ragazzi in cravatta questo salto di \"classe\" è stato un vero e proprio sdoganamento concettuale, il preludio di quella negazione dello Stato etico che è sempre stato retaggio della destra e che Gianfranco Fini ha messo nell\'armadio.
Nella prima fila Giulietto Tremonti si torceva le mani che si sono aperte soltanto per applausi formali. Questo trionfo di Brunetta sulla tribunetta è stato un colpo al cuore che il ministro di Sondrio ha dovuto digerire come il boccone più amaro di tutta la convention. Purtroppo nessuno dei presenti sapeva che il ministro di Sondrio poche ore prima aveva dato a Brunetta un bel calcio negli stinchi. Infatti Tremonti ha bocciato e respinto al mittente il progetto al quale Brunetta tiene di più e porta il nome di Digit@Pa, il nuovo ente che nelle ambizioni dell\'economista-collega dovrebbe gestire l\'informatizzazione dello Stato.
La piccola guerra tra i due premi Nobel mancati continua a colpi di dispetti e di calcetti, ma sulla tribunetta il round l\'ha vinto il figlio dell\'ambulante.
4 - QUELLA STRATEGIA DOMESTICA PER FIAT, UNICREDIT, TELECOM
Nell\'immensa vasca della Fiera di Roma non si è vista, non la faccia di un rappresentante dell\'opposizione (è la prima volta) perché scortesemente non invitati, ma nemmeno il profilo di un imprenditore e di un banchiere.
Ciò non toglie che gli uomini dell\'economia abbiano seguito con attenzione davanti ai televisori lo show del turboCavaliere.
Nel 1808 fu il pittore Jaques-Louis David a dipingere l\'incoronazionale di Napoleone, mentre nel weekend è stata Sky con la sua diretta ad aprire la finestra sulla storia.
Tra i manager che sicuramente hanno assistito all\'epopea non è mancato Franchino Bernabè, il capo di TelecomItalia che deve misurare i suoi passi sull\'onda di questo Governo che finora gli è stato amico. E adesso l\'uomo di Vipiteno ha molte ragioni per allinearsi a Palazzo Chigi senza sbandamenti.
La prima e più importante è rappresentata dall\'esigenza di rimodulare la sua strategia industriale nello scenario della crisi che ha rimesso in discussione molte prospettive. Aziende come la Fiat e l\'Unicredit che hanno sempre pensato in grande devono ripiegare su una strategia \"domestica\" e mettere nel cassetto sogni di grandezza.
Per Bernabè sta succedendo la stessa cosa e quella con la spagnola Telefonica, che si presentava come la partnership per conquistare il mondo delle telecomunicazioni, appare ogni giorno più complessa. Gli uomini di Madrid che posseggono il 42% di Telco hanno perso finora 800 milioni di euro e non sembrano intenzionati a far scattare le famose sinergie.
L\'ultima novità - come ha scritto \"MilanoFinanza\" - è l\'accordo che Telefonica ha siglato con Vodafone per la condivisione della rete di telefonia mobile in Europa, e come se non bastasse Cesar Alierta e Julio Linares non fanno mistero di voler conquistare il ricco mercato del Sudamerica.
Cesar Aliert5 - L\'IRA DEL CALTA
Avviso ai naviganti: \"Si avvisano i signori naviganti che Francesco Gaetano Caltagirone è molto incazzato per il balletto di voci sui due direttori del \"Messaggero\" e del \"Mattino\", i quotidiani diretti da Roberto Napoletano e Mario Orfeo\".