Dagoreport
GIOVANNI BAZOLI SI RIPOSA FOTO LAPRESSE
C’è un uomo particolarmente ringalluzzito dall’elezione di Sergio Mattarella al Colle. Il suo nome è Giovanni Bazoli, che dopo un periodo di somma prudenza (anche per l’inchiesta Ubi che lo riguarda) ha ripreso a muoversi con una certa determinazione. Se con Mattarella torna in auge la sinistra Dc, chi se non il banchiere di Intesa Sanpaolo incarna il campione della finanza post-morotea?
Nei giorni scorsi, come ha raccontato martedì Marcello Zacchè sul Giornale, il fronte delle banche ha battuto un colpo con John Elkann sul dossier Rcs. L’asse Ghizzoni-Bazoli vuole che Fiat metta soldi freschi nel gruppo, che ormai ha quasi 500 milioni di debiti, oppure è disposto a convertire parte dei crediti in azioni. Il terzetto Mediobanca-Unicredit-Intesa vanta infatti 320 milioni di crediti nei confronti di via Solferino.
GIOVANNI BAZOLI ED ENRICO LETTA FOTO LAPRESSE
La Fiat di Elkann ha il 16% del gruppo editoriale ed è la regista del cambio di direzione al Corriere, con Ferruccio de Bortoli che dovrebbe uscire ad aprile. Ma non si trova l’intesa sul suo successore (Fiat vorrebbe imporre Mariopio Calabresi) anche e soprattutto perché Bazoli lavora a una riconferma di De Bortoli.
Di fronte al pressing delle banche che vogliono capitali freschi, il giovane Elkann è in grande difficoltà. Da una parte non è facile andare a pescare soldi in Exor, dove il parentado difficilmente sarebbe disponibile a buttare denari nel giornale milanese. Dall’altra gli scoccia tantissimo l’idea di doversi genuflettere di fronte a Marchionne, che vede l’investimento in Rcs come il fumo negli occhi, per chiedere a Fca di aprire il portafogli.
Insomma, con il suo attacco sferrato al momento giusto, l’anziano Bazoli ha messo il presidente della Fiat con le spalle al muro. E per restare alla nuova primavera mattarelliana del presidente di Intesa, il pubblico appoggio alla riforma renziana delle popolari va spiegato con il fatto che Bazoli vedrebbe bene un matrimonio tra l’amata Ubi Banca e il Monte dei Paschi di Siena. Un salvataggio che non piace ad Alessandro Profumo, presidente dell’istituto senese, che ha chiesto un incontro a Mario Draghi. Ma il presidente della Bce, come fa ogni volta che dovrebbe dire un “no”, finora ha preferito negarsi.