foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
UMBERTO BOSSI
1 - LETTERA DI UMBERTO PIZZI
Caro Dago, ieri è andato in scena a Villa Aurelia, sede nientemeno della American Academy, sede chic di feste della Roma ladrona, il gran attovagliamento della Padania beona per salutare tutti prima delle svaccanze estive.
Il primo ad arrivare è stato quello che resta del Senatur Umberto Bossi che si è subito distinto per la sua usuale affabilità e gentilezza, salutando noi fotografi col dito medio del vaffanculo. Forse, chissà, magari sarà solo per feeling con l\'Amercan Academy, dove il \'fuck\' della falange media è molto in uso tra gli scaricatori di porto e nei peggio slam negli States.
UMBERTO BOSSIOra mi domando, che bisogno c\'era di rivolgersi in maniera così elegantemente merdosetta verso persone che lavorano, che creano reddito e pagano le tasse con cui anche l\'antico celodurista che cantava una volta gli stornelli di Luisa Corna viene mantenuto, insieme ai suoi compari?
E\' stata senza ombra di dubbio una serata molto cafona, no cafonal - il peggio è l\'inguardabile Calderoli in short verdi - ma tutti gli altri addetti a reggere il catetere di Bossi, da Cota a Zaia, da Castelli a Tremonti, compreso Marano mezzo banano arrivato in duplex con Isabella Votino (miss forza gnocca in quota lega) mostravano molta acidità verso due poveri lavoratori, che per 4 ore 4 si sono rotti le palle fuori dalla Villa aspettando Lor Signori. Che, ricordiamolo al poeta del vaffa padano, sono personaggi pubblici in luogo pubblico.
UMBERTO BOSSILa serata è finita, dopo abbondanti libagioni, tutti vini e grappe padane, con l\'offerta di un Limoncello - udite, udite! - del Garda: ma Garda un po\' anche il limoncello vogliono portar via al Sud.
Ciao Umberto Pizzi
2 - SALAMELLE ADDIO, LA LEGA S\'ATTOVAGLIA SULLE TERRAZZE ROMANE - LO STATO MAGGIORE RIUNITO CON BOSSI. TREMONTI UNICO \"ESTERNO\"
Maria Corbi per \"La Stampa\"
Se pensi a una location romana adatta al popolo dei salotti di potere, ti viene in mente Villa Aurelia, arroccata sul Gianicolo, un gioiello rinascimentale di proprietà dell\'American Academy in Rome. Qui tutti i matrimoni della Roma bene, dal generone al nobile, al potente di turno, esattamente il genere che la Lega detesta. Per cui si rimane perplessi nell\'apprendere che è proprio a villa Aurelia che si è volta la cena di inizio estate del partito di Bossi e company. Anche se un invitato spiega che è proprio «a due passi da qui che cadde la Repubblica Romana nel 1849».
ROBERTO MARONI ROBERTO MARONI«Cena privata», dicono gli addetti stampa. Anzi «privatissima». «Mica è una delle feste di piazza della Lega». Già, questa è una festa «bene», romana, mondana. Tutti aggettivi che la base leghista vorrebbe cancellare. Ma non importa, o forse si, visto che l\'evento doveva rimanere top secret, con il divieto assoluto di accesso ai giornalisti. Tant\'è che quando Bossi arriva in auto saluta mostrando il dito medio ai fotografi.
Festa politica, con vista su Roma ladrona con tutti i pezzi forti del partito-movimento presenti. Oltre al Senatùr ed al figlio Renzo ci sono Cota in maniche di camicia, Zaia in abito scuro e i ministri, Maroni con giacca sportiva, Calderoli, con giacca stropicciata e bermuda rigorosamente verdi, i capigruppo e anche i funzionari che lavorano nei ministeri «verdi», le segretarie, gli addetti stampa, insomma tutto il popolo padano «immigrato». Per ultimo arriva anche Giulio Tremonti che indugia un attimo prima di scendere dall\'auto ed ai fotografi spiega: «Non avevo la giacca».
Unica concessione al nord, oltre agli invitati, il menù che, bando alla cucina romana, prevede specialità venete e piemontesi: formaggi e salumi come antipasto, carpaccio di fassone piemontese e grana padano, risotto con porcini, ravioli spinaci e ricotta con ragù di cortile, millefoglie di sottofiletto di vitello su lettino di verdure e patate, mattonella di cioccolato fondente, prosecco, e vini Bardolino, Cabernet e Marzemino. Insomma se Roma è magnona, la Lega si abbuffa.
ROBERTO COTA ROBERTO COTAScenografia delle grandi occasioni a villa Aurelia con luci e fiaccole a giocare sulle linee architettoniche neorinascimentali. Tavoli sistemati nel cortile interno e nel giardino con vialetti alla veneziana. Ecrù le tovaglie, bianchi i fiori dei centrotavola. Nessuna traccia del verde padano se non fosse per le cravatte di alcuni esponenti della commissione agricoltura festeggiati per la stoica tenuta sulle quote latte. «Alla faccia di Galan», dice qualcuno. «Sembra di essere in una favola», dice una invitata. Una favola costosa visto che per l\'affitto di cortile e giardino il costo è di 6mila euro.
La «salottizzazione» della Lega è iniziata da tempo. Nel novembre 1993 Umberto Bossi incontra i suoi sostenitori nella capitale nella villa di Trastevere di Gaia Suspisio per una cena. Anni dopo Bossi varcherà anche il tempio del potere romano, ossia la casa della Angiolillo a Trinità dei Monti.
Anni fa, a un congresso, Calderoli si vantò di non essere mai stato a pranzo con un romano. E in un\'intervista spiegò di non avere nulla contro il popolo romano ma che evitava i salotti: «sto attento a evitare certe frequentazioni serali. Il Palazzo non mi avrà, Roma non mi ha corrotto. Quando me ne sento sfiorato, mi ripeto: \"Sei cenere, tornerai cenere\"». E chissà se ieri notte qualche leghista abbia sentito odore cenere. Il popolo padano certamente non gradirà.