oleg burlakov

SI INFIAMMA LA BATTAGLIA SUL TESORO DI OLEG BURLAKOV: A CONTENDERSI L’EREDITA’ DA TRE MILIARDI DI EURO DELL’OLIGARCA RUSSO MORTO DI COVID NEL 2021 A 71ANNI SONO DA UNA PARTE LA MOGLIE E LE DUE FIGLIE E DALL’ALTRA LA SORELLA E COGNATO DEL MILIARDARIO. LA QUERELLE RUOTA INTORNO A UN TESTAMENTO OLOGRAFO, DUE FOGLI DI TACCUINO SCRITTI A MANO E CONSERVATI IN UNO STUDIO NOTARILE DI MONTECARLO, TROVATI A RIGA, IN CASA, DALL’AMANTE DI BURLAKOV. SECONDO LO SCRITTO IN QUESTIONE, IL TESORO DELL’OLIGARCA DOVREBBE ANDARE ALLA…

Giulio Gavino per lastampa.it - Estratti

 

oleg burlakov

 

Battaglia legale su un testamento da tre miliardi di euro. E’ quella che si sta disputando sugli scranni del tribunale civile di Monaco sul testamento di Oleg Burlakov, oligarca russo morto di Covid nel 2021 a 71 anni.

 

A contendersi l’incredibile fortuna dell’uomo, che aveva ottenuto la residenza monegasca nel 2011, sono da una parte la moglie Ludmila (che aveva chiesto il divorzio poco prima del decesso, alle autorità monegasche) e le due figlie e dall’altra Vera e Nikolai Kazakov, sorella e cognato del miliardario. La querelle ruota intorno ad un testamento olografo, due fogli di taccuino scritti a mano e conservati in uno studio notarile del principato, che era stato trovato a Riga, in casa, dall’amante di Burlakov.

 

Quest’ultima non c’entra nulla con i tre miliardi di euro (l’uomo le aveva assegnato un legato da 10 milioni) ma c’entrano tutti gli altri. Secondo lo scritto in questione, infatti, il tesoro dell’oligarca dovrebbe andare alla sorella e al cognato che gestiscono la fondazione a suo nome. Di diverso avviso, chiaramente, le moglie e le figlie. Nell’eredità è compreso anche un favoloso attico a Monaco (una proprietà su due piani con piscina).

Sofia Shevtsova amante di oleg burlakov

 

 

La fortuna di Burlakov, dall’epoca dell’Urss scienziato in aeronautica e spaziale in forza all’esercito (gli vennero assegnati importanti riconoscimenti per altrettante invenzioni rimaste segrete), è legata all’industria petrolifera e a quella di cemento, business avviati negli Anni Novanta e trasformatisi in aziende poi cedute per oltre un miliardo di dollari. In passato il miliardario era stato vittima di un attentato (gli avevano sparato a Mosca) e di un tentativo di avvelenamento (con dell’arsenico).

 

Sofia Shevtsova amante di oleg burlakov

A questo proposito va precisato che in relazione agli spari non esiste una denuncia alla polizia e che nessun elemento era emerso nè in merito ad una ferita da proiettile e neppure dall’esame della video sorveglianza; per quanto riguarda il presunto avvelenamento i livelli di arsenico sarebbero stati di poco superiori alla norma. La famiglia Bourlakova ritiene che Bourlakov possa aver orchestrato il tentativo come parte di una campagna di pressione contro di loro.

oleg burlakovVeronica burlakov

Ultimi Dagoreport

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)