MONTE DEGLI SCAZZI DI SIENA - DA COMUNE E PROVINCIA ARRIVA L’ULTIMATUM: FUORI IL MARGHERITINO GABRIELLO MANCINI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE CHE HA COSTRETTO ALLE DIMISSIONI IL SINDACO PIDDINO CECCUZZI - MANCINI HA PERSO LA SUA GUERRA CONTRO PROFUMO, E ORA SI TROVA DAVANTI UN CDA DI FUOCO RIMANDATO A DOMANI, E PREVISIONI DI CONTI IN ROSSO PROFONDO, TANTO CHE LA BANCA È STATA COSTRETTA AD EMETTERE UN ALTRO MILIARDO DI ‘TREMONTI BOND’…
1- MPS: ATTESO OGGI VIA LIBERA BANKITALIA A VARO NUOVI TREMONTI BOND
Radiocor - Il Monte dei Paschi ricorrera' all'aiuto pubblico per colmare, entro il 30 giugno, il fabbisogno di capitale di 3,2 miliardi imposto dall'E ba alla banca di Rocca Salimbeni. La Banca d'Italia, secondo quanto risulta a Radiocor, oggi dara' l'autorizzazione per l'emissione di Tremonti bond da parte della banca che verranno sottoscritti dal Tesoro.
Secondo indiscrezioni, l'emissione potrebbe arrivare fino a un miliardo. Fonti del Tesoro non commentano l'indiscrezione. Il Monte dei Paschi ha gia' emesso 1,9mld di Tremonti bond. In attesa del via libera di Bankitalia la banca ha posticipato a domani il cda sul piano industriale nel quale decidera' la cessione della maggioranza di Biver alla Cassa di Asti.
2- MPS: IL PD SENESE CHIEDE LA TESTA DI MANCINI - ACCORDO FONDAZIONE-BANCHE SUL DEBITO
Vittoria Puledda per "la Repubblica"
Slitta di un giorno per «ragioni organizzative» recita una nota della banca - il cda del Montepaschi per l'approvazione tra l'altro del piano industriale, mentre pochi giorni fa (il 22 giugno, ma con un annuncio dato solo ieri) la Fondazione ha reso noto che è stato approvato l'accordo di rinegoziazione del debito con le banche, alle condizioni già comunicate al mercato in precedenza.
Per quanto riguarda la banca, invece, il cda dovrà dare risposte alla richiesta di ricapitalizzazione di 3,2 miliardi avanzata dall'Eba. Gli strumenti messi a punto sono vari, dalla vendita di Biverbanca alla Cr Asti, ai nuovi "Tremonti bond", che con ogni probabilità saranno preferiti allo strumento dei Co.co bond per rastrellare un miliardo circa. Non è escluso che il piano industriale, tuttavia, tocchi anche il personale: qualche settimana fa si ipotizzavano 1.500 esuberi.
Martedì 26 verrà sollevato il velo, su questo e sugli altri aspetti (anche se la presentazione del piano ci sarà il giorno dopo) ed è possibile che proprio i tanti passaggi procedurali per raggiungere i requisiti patrimoniali richiesti dall'Eba abbiano richiesto le 24 ore di tempo supplementari.
Ma certo in queste settimane il clima è teso anche all'esterno dell'Mps: del resto, il Monte non è solo una banca ma un'istituzione e i destini di Siena coincidono in larga misura con le sorti dell'istituto. E non a caso ieri c'è stata una dura presa di posizione del Pd comunale, che ha chiesto con un documento dai toni molto espliciti un cambiamento «di missione » della Fondazione Montepaschi, che della banca controlla il 36,5%; non solo, il Pd di Siena chiede «un cambiamento radicale, che necessita della revisione dello Statuto» e, dulcis in fundo, ma probabilmente al primo posto nell'ordine delle priorità «un ricambio immediato della presidenza, che consentirebbe di anticipare di un anno l'avvio di un nuovo corso» (gli organi di governo della Fondazione, le Deputazioni, scadono nell'agosto 2013).
Qualche giorno fa era stato invece il Pd provinciale ad attaccare Gabriello Mancini, presidente appunto della Fondazione. Seguendo un braccio di ferro che a Siena va in onda da qualche mese ed è deflagrato con il rinnovo dei vertici della banca (e l'arrivo di Fabrizio Viola come ad e di Alessandro Profumo come presidente), scelte che hanno visto la Fondazione profondamente divisa (in particolare su Profumo). Il braccio di ferro interno si è giocato in realtà sull'esclusione di Alfredo Monaci (che puntava alla vice-presidenza) fratello di Alberto, presidente della Regione e a sua volta membro del Pd, della corrente cattolica.
Una lotta interna al Partito democratico che viene combattuta senza esclusione di colpi e che ha visto in prima battuta un voto diviso sulla designazione di Profumo e poi il commissariamento del comune di Siena (l'allora sindaco Franco Ceccuzzi era invece grande sponsor dei nuovi vertici di Mps).
Ora il fuoco di fila si è spostato di nuovo sulla Fondazione, con Comune e provincia (i due enti locali esprimono 13 membri su 16 della Deputazione) schierati nel chiedere la testa di Mancini. A fine giugno ci sarà l'approvazione del bilancio della Fondazione: secondo alcune fonti le perdite saranno ingenti.
alessandro-profumoFRANCO CECCUZZIGabriello ManciniSEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA