DISCOVERY COMPRA E INVESTE: E GLI ALTRI CHE FARANNO? SE GLI AMERICANI SI STANNO DANDO DA FARE PER CREARE IL TERZO POLO TV, PER URBANO CAIRO (LA7) E PIERSILVIO BERLUSCONI (MEDIASET) SI PONE UN PROBLEMA ENORME: L’ASSALTO AL DEPOSITO PUBBLICITARIO – IN RAI SOSTENGONO CHE "AFFARI TUOI" CONTINUERA' A FARE ASCOLTI ANCHE SENZA AMADEUS, SUL NOVE RESTA IL PROBLEMA DEL TRAINO PER IL PROGRAMMA IN ACCESS PRIME TIME (ORE 20.30): IN RAI C'E' IL TG, A DISCOVERY?
Estratto dell'articolo di A.D. per "la Repubblica"
[…] Amadeus, che è l’uomo immagine di quel mercato che, a giorni, a settimane, a mesi, rischia di far impallidire, e stavolta sul serio, quello dei calciatori. Libertà di progetto, intrattenimento, preserale, prime serate e vai con la fantasia sfrenata, magari anche il Festivalbar 4.0. Si discute, si dice che i Pacchi restano pacchi anche senza Ama e anche sulla Rai: servirebbe un sondaggio.
Laura Carafoli - Warner Bros Discovery
Si prendono gli spettatori dell’attuale Affari Tuoi con Amadeus — ieri quasi sei milioni, uno sproposito, la vera prima serata della tv italiana — e gli si chiede: «Prossima stagione, tutti i giorni, ore 20.30: su Raiuno ci sono i pacchi con Stefano De Martino, o un altro a piacere. Sul Nove, in basso a destra sul telecomando, su che non è difficile, c’è Amadeus con i Soliti Ignoti (programma amadeusiano in scadenza di contratto Rai). Lei cosa guarderà? ».
C’è caso che molti tra quelli che diranno Raiuno penseranno alla fatica di rinunciare alla trafila di tutte le sere, il Tg1, Vespa come tassa, e poi finalmente gli amatissimi pacchi. Quindi a Discovery manca quello, il traino sontuoso e prestigioso. Non è Vespa, tranquilli, ma è appunto il Tg, e qui arriviamo al Fiorello di stamattina. Se si va in porto in cotal guisa, allora altro che terzo polo, per quanto potenziale.
Controindicazioni: c’è caso che di fronte a tanto attivismo discoveryano, gli altri a un certo punto decidano che magari qualcosa da dire ce l’avrebbero anche loro. E si parla sì di Urbano Cairo e del Terzo polo in carica attualmente, ma si parla soprattutto di Mediaset: per identità e prospettive, per quanto fantasiose, che si possano immaginare, Discovery sembra disegnare sé stessa nel futuro come polo commerciale deluxe, nuovo, pieno di attrattiva e personaggi (ultime nel vortice, Belen, Barbara D’Urso, ormai vale qualunque nome venga in mente).
Un polo senza certe zavorre del passato e a quel punto magari anche assai cool per un pubblico più esigente, ammesso che esista ancora. Per il Biscione, una prospettiva inquietante, soprattutto per l’ovvio assalto avversario al deposito pubblicitario di Zio Paperone. Ne hanno passate tante, e stravincendo, da quelle parti, ma stavolta chissà e i tempi sono cambiati per tutti. A breve, facile previsione, uscirà qualche rumor sulle attuali star di Discovery che hanno rischiato e prodotto finora, magari col broncio di fronte ai nuovi arrivi: ma sarà robetta e in queste cose conteranno gli ordini di scuderia nelle potentissime bande amate dei mega-agenti che gestiscono i giochi veri.
Laura Carafoli - Warner Bros Discovery
E infine, forse è meglio dimenticare una modalità di racconto (tutto per non dire narrazione) che qualcuno sta cercando di far passare. A Discovery sono americani, addirittura la ciclopica Warner Bros, dall’Italia abilissimi dirigenti squadernano oltreoceano i dati d’ascolto di Amadeus, i dollaroni che ha fatto guadagnare alla Rai, il futuro radioso e dall’America rispondono “wonderful!”, firmano gli assegni e riprendono a mangiarsi l’hot dog. C’è caso che sia una versione un tantino superata, di vecchi mondi che è bello immaginare ancora: e che la realtà sia ormai diversa e avviata, in cose di televisione, a rivoluzionare tutto quanto, o quello che ne rimane.
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