1. “BANG GANG”! UN PARTOUZE ESPLODE NEL CINEMA FRANCESE CON L’EFFETTO DI UN BIG-BANG 2. UN GRUPPO DI LICEALI IN PIENA TEMPESTA ORMONALE CHE SI ANNOIANO, STRATEGIE AMOROSE CHE SI COSTRUISCONO, UNA GRANDE FESTA CHE SI PREPARA NELLA ENORME CASA DI UNO DI LORO CHE AD UN CERTO PUNTO ORGANIZZA UN GIOCO SESSUALE CHE SCUOTE IL PARTY
VIDEO - BANG GANG
Serge Kaganski per Les InRocks
Il genere “film per adolescenti” ha conosciuto le migliori fioriture negli Stati Uniti, tra le mani di giardinieri sensibili come Gus Van Sant, Larry Clark o Sofia Coppola, ultra-connessi agli slanci e ai tormenti della gioventù contemporanea.
In Francia abbiamo avuto “Il tempo delle mele” o le visioni introspettive e letterarie di Desplechin o di Assayas. Per questo “Bang Gang” ha l’effetto di un big-bang nel nostro cinema, unendo la grazia e la finezza di osservazione francese alla pulsione fisica e al getto sensoriale del cinema americano.
Situato a Biarritz (assimilabile a una periferia middle-class degli States), “Bang Gang“ segue uno schema classico: un gruppo di liceali che si annoiano, strategie amorose che si costruiscono, una grande festa che si prepara nella enorme casa di uno di loro. In questo microcosmo, la regista Eva Husson s’interessa soprattutto a un trio formato dalla bionda George, la bruna Laetitia e il tenebroso Alex. George ad un certo punto organizza un gioco sessuale che scuote il party.
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Il film convince per aver azzeccato i codici della gioventù contemporanea (linguaggio, ritmo, rapporto con la musica e con i social media), per il suo ritratto fine e crudele delle relazioni amorose del 2015, per la sua energia selvaggia, elegante, sensuale. La telecamera leggermente mossa si insinua nell’orgia come in un sogno contagioso. Eva Husson sembra dare corpo ad una coreografia ispirata, con il corpo collettivo di questo falansterio in piena tempesta ormonale, dove genitori e società sono relegati al fuori campo.
Si sbevazza, ci si droga, ci si bacia in uno slancio vitale, senza la minima traccia di senso di colpa, senza momenti trash, senza l’ombra dell’Aids, delle armi da fuoco o delle droghe pesanti che così spesso e tragicamente vediamo nelle opere di Larry Clark (“Teenage Lust”, “Kids”, “Ken Park” etc…). Qui le sole minacce sono l’inganno sentimentale, le malattie veneree classiche, l’eventuale “bastone” parentale.
Per la riuscita del film, la regista ha scelto bene gli attori novizi: Finnegan Oldfield tagliente come una lama, Marilyn Lima piccola Bardot in erba, la sexy Daisy Broom, Lorenzo Lefebvre bello e tenebroso. I loro corpi, voci, silenzi, gesti, danno una incredibile freschezza alla pellicola.