IL BORSINO DEL GOVERNO - ALTRO CHE RIMPASTINO O RIMPASTONE, DIMISSIONI “SPONTANEE” DELLO SPOMPATO LETTANIPOTE E PALLINO IN MANO A RE GIORGIO, COME SEMPRE. CON RENZIE PRONTO AL SUPREMO SACRIFICIO DELLA SUCCESSIONE SU RICHIESTA DEL COLLE

DAGONEWS

Dimissioni "spontanee" di Lettanipote e pallino in mano al Quirinale, come sempre. Con Renzie pronto al supremo sacrificio della staffetta su richiesta di Re Giorgio. Al borsino del governo sale il Renzi Uno, dato da tutti ormai al 50%, mentre rimpastino e rimpastone si dividono equamente il resto delle probabilità.

La soluzione più semplice e indolore sarebbe quella della mera sostituzione dei ministri e dei sottosegretari mancanti. E quindi un nuovo responsabile dell'Agricoltura in sostituzione di Nunziatina De Girolamo, un nuovo vice all'Economia al posto di Fassina-chi? e un nuovo vice alla Farnesina dove Bruno Archi ha lasciato ormai da due mesi.

E' la soluzione preferita in origine da Re Giorgio in un'ottica "zero rischi in Europa e sui mercati", ma l'empasse evidente di Letta e il rischio che il rimpastino non basti a placare il pressing di Renzie gli stanno facendo cambiare idea. Probabilità attuali della soluzione minimal: 25%.

La strada che sembrerebbe più logica è invece quella di un rimpastone. Un intervento profondo sulla compagine di governo, con pieno coinvolgimento del Rottam'attore e nuovo programma più serrato. E' quello che vorrebbe il premier e che -almeno formalmente - andrebbe bene anche ai centristi e agli alfanoidi.

Ma Renzie non si fida e teme di legarsi le mani. Lui vuole fare le riforme in Parlamento e non andare alle prossimi elezioni dovendosi intestare l'azione (o l'inazione) di un governo di larghe intese. Insomma, non vuol fare la fine di Bersani. Probabilità che il neo segretario del Pd ci caschi: non più del 25%.

E veniamo alla vera novità delle ultime ore, almeno come tendenza. Renzie si starebbe convincendo che se vuole portare a casa le riforme e dettare tutte l'agenda politica, allora tanto vale andare subito a Palazzo Chigi. Almeno, da lì, la partita se la vince o se la perde per meriti propri. Condizione necessaria, però, è che Letta tragga le conclusioni da solo che il suo governo è giunto al capolinea. Insomma, che si dimetta senza che nessuno possa accusare il pd renziano di averlo pugnalato alle spalle. A quel punto palla a Re Giorgio, che sentiti i partiti, a cominciare da quell'Alfano che teme le elezioni come la peste, chiederebbe "il sacrificio" a Renzie. Nel Palazzo danno ormai il Renzi Uno al 50%. E' solo questione di abituarsi all'idea.

 

MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA QUIRINALE CERIMONIA PER LO SCAMBIO DI AUGURI CON LE ALTE CARICHE DELLO STATO LETTA NAPOLITANO nunzia de girolamo francesco boccia Bersani Montezemolo e Letta

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