LETTERINA PER TSIPRAS DA BERLINO - LA MERKEL SMENTISCE “DER SPIEGEL” E LE VOCI DI UNA GERMANIA DISPOSTA A FAR USCIRE LA GRECIA DALL’EURO: ANCHE SE VINCESSE “SYRIZA”, ATENE DOVRÀ RISPETTARE TUTTI I PATTI CON I CREDITORI INTERNAZIONALI
Luigi Offeddu per il “Corriere della Sera”
La Grecia mantenga i patti, rispetti gli impegni politici e finanziari assunti «con i creditori internazionali», con l’Unione Europea. Li rispetti tutti, a chiunque tocchi governarla da fine gennaio in poi. E non pensi che un’uscita dall’Eurozona possa essere tollerata senza problemi.
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Dopo 24 ore, un tempo lunghissimo per la diplomazia, il governo tedesco smentisce l’annuncio di un giornale assai vicino al governo tedesco: solo così si può raccontare ciò che accade sotto il cielo di Berlino, forse confuso quanto quelli di Bruxelles, Parigi e Roma. Il giornale in questione è Der Spiegel , che in un suo articolo aveva citato appunto «fonti governative».
Spiegel aveva scritto che la Germania ritiene ormai «accettabile, tollerabile» l’eventuale uscita della Grecia dall’Eurozona perché l’Eurozona sta meglio. Non è vero, afferma adesso il viceportavoce della cancelliera Angela Merkel, Georg Streiter: «Non c’è nessun cambio di rotta. La Grecia rispetti i piani di risparmio concordati con i creditori internazionali anche in caso di vittoria della sinistra radicale alle elezioni...».
E tornando a citare una dichiarazione di Wolfgang Schäuble, il ministro delle Finanze: «Le elezioni non cambiano gli accordi raggiunti con il governo greco. Ogni nuovo governo dovrà rispettare gli accordi raggiunti da quello precedente».
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Le agenzie di stampa hanno appena finito di diffondere queste parole, che la cancelleria tedesca si fa ancora viva, si preoccupa di ribadire indirettamente quale sia la rotta che non cambia. Stavolta è una precisazione-auspicio quasi flautata, ma in realtà a doppio e duro taglio: «La Grecia ha sempre rispettato in passato i suoi impegni».
Sottinteso in codice: sarà bene che lo faccia anche in futuro, nel suo stesso interesse. E forse questa è già una mimetica discesa in campo della Germania, nell’arena elettorale greca: forse il cielo sopra Berlino non è così confuso come sembra.
Il destinatario dell’auspicio-monito è come sempre il quasi certo vincitore delle imminenti elezioni anticipate (25 gennaio), il leader del movimento «Syriza» Alexis Tsipras: uno che nega ufficialmente la volontà di lasciare l’euro ma profetizza già la ristrutturazione del debito pubblico, e ammette l’abbandono degli obiettivi fissati dalla Ue — tetto sul deficit, soprattutto — nel caso in cui divenisse prioritario spender di più per aiutare la popolazione in crisi.
Quanto alla Ue, per ora sta a guardare. Nessun commento alle presunte rivelazioni di Spiegel , spiega il portavoce della Commissione Europea Enrico Brivio: «La nostra posizione sulle elezioni in Grecia resta quella espressa dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, il 29 dicembre»: è importante che la Grecia esprima «un forte impegno» per l’Ue e per le riforme, «essenziali per tornare a prosperare nell’area euro».
La giornata non finisce qui.
Perché Tsipras avverte a muso duro Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, che la stessa Bce non potrà escludere il suo Paese dal «quantitative easing», cioè dalle iniezioni di denaro fresco nell’eurozona che Draghi dovrebbe annunciare proprio il 22 gennaio, 3 giorni prima del voto ateniese.
«Nessuno potrà precludere alla Grecia l’aiuto finanziario accordato a tutti gli altri», ammonisce il leader di Syriza, precisando così che se la Bce acquisterà a piene mani titoli di Stato dei Paesi euro più in difficoltà, dovrà farlo anche con i titoli ellenici.
Nuovi commenti, questa volta del tutto ufficiosi, da Bruxelles: «Probabilmente è solo campagna elettorale», ma la Bce ha totale indipendenza di giudizio, e quelli presi da Atene negli anni scorsi «sono impegni politici ed economici precisi, legati a prestiti garantiti non solo dalla Ue o dalla Bce, ma anche dal Fondo monetario internazionale». Forse è già dietro l’angolo, la tempesta perfetta tante volte annunciata.