matteo renzi presenta il libro

IN COLLEGAMENTO DAL PIANETA RENZI - MATTEUCCIO PASSA SAN VALENTINO CIRCONDATO DAI SUOI ULTRÀ, PRESENTANDO IL LIBRO IN CUI CI RICORDA QUANTO È BRAVO. POI QUANDO LA ANNUNZIATA GLI CHIEDE PERCHÉ IL PD HA PERSO ROVINOSAMENTE LE ELEZIONI, TRA IL PUBBLICO C'È CHI VUOLE MENARE LA POVERA LUCY. E RENZI RISPONDE PARLANDO DI VENEZUELA E MADURO. PRIMA DI DARE UN COLPO AI ''PRESUNTI AMICI'', OVVERO GENTILONI E FRANCESCHINI

 

 

RENZI FESTEGGIA SAN VALENTINO CON I SUOI ULTRÀ

Wanda Marra per “il Fatto quotidiano

 

virman cusenza matteo renzi lucia annunziata

"Ma come mai siamo passati dalla sconfitta elettorale al Venezuela? Mi pare una diversione di risposta". Al Tempio di Adriano a Roma, durante la presentazione del libro di Matteo Renzi, Un' altra strada, Lucia Annunziata a un certo punto sbotta. "Mi pagano per questo", risponde l' autore-senatore. Ovvero, per non rispondere, distogliere l' attenzione. Battuta fulminea, che dice una verità inconfessabile. La platea è fatta tutta di ultrà dell' ex premier e partecipa tra ovazioni e attacchi alla direttrice dell' Huffington Post, che aveva posto la domanda: "Ma se è andato tutto bene, con il tuo governo e quello di Gentiloni, e questi sono incompetenti e cialtroni, come te la spieghi la sconfitta del 4 marzo?".

 

 Lui l' aveva presa larga e si era messo a parlare delle esitazioni gialloverdi su Maduro e Guaidò. Da lì lo scambio. L' eterno ritorno di Renzi fa registrare (anche) questo: parlantina, attacchi e affondi più sciolti che negli ultimi mesi, rivendicazione delle cose fatte, riproposizione della propria leadership su tutto e tutti, attitudine a giocare più parti in commedia.

presentazione del libro di renzi a roma

 

Sullo sfondo l' uscita dal Pd, che va preparata con calma, erodendo dal di dentro il quartier generale. D' altra parte quella di San Valentino è una maratona: in mattinata due ore alla Stampa estera, nel pomeriggio la presentazione con la Annunziata e Virman Cusenza, direttore de Il Messaggero. In platea c' è tutto quel che resta del renzismo: in prima fila Maria Elena Boschi, Pier Ferdinando Casini, Pier Carlo Padoan. E poi, Teresa Bellanova, Simona Malpezzi, Francesco Bonifazi, Luigi Marattin, Piero De Luca, Ivan Scalfarotto, Sandro Gozi. Ma anche Roberto Giachetti, Anna Ascani, Luciano Nobili. E poi, Ettore Rosato, Lorenzo Guerini, Gennaro Migliore.

 

Un' altra strada, però, più che un cammino segnato assomiglia a una minaccia. Renzi non fa che lanciare messaggi. "Voto alle primarie, ma non dico per chi. Nel libro non troverete citati Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti". E ancora: "Io faccio una battaglia culturale nella politica italiana". Non nel Pd. E però: "Il tema di un nuovo partito non è all' ordine del giorno". Non presente, ma futuro.

matteo renzi presenta il libro

 

E giocare a stare un po' dentro e un po' fuori di certo è il modo migliore per gettare nel panico i compagni dem prepararsi il terreno. Nelle presentazioni di ieri non mancano gli elogi di Fanfani e Andreotti e neanche la presa di distanza dal Pci: "Il Pci stava in mezzo alla gente e per questo vinceva? Non vinceva mai". Obiettivo, prendersi il centro. Sempre per restare in tema di posizionamenti, lancia Angela Merkel come ministro degli Esteri europei.

 

Il resto sono atti di accusa. Da Giuseppe Conte, "avvocato delle concessionarie", alla "Bestia" di Luca Morisi, la macchina di propaganda della Lega ("mi piacerebbe sapere quanto dei 49 milioni c' è finito") al "conflitto di interessi" della Casaleggio.

matteo renzi lucia annunziata

 

L' affondo più forte è ai presunti amici: "Dopo il referendum, il mio errore più grande fu quello di non lasciare del tutto, ma di ricandidarmi alla guida del Pd. Me lo chiesero gli amici di cui mi fido e altri che sembravano amici, ma poi hanno tradito i patti: dovevamo andare ad elezioni e invece preferirono rimanere al governo". Ogni riferimento a Paolo Gentiloni e Dario Franceschini non è puramente casuale.

 

matteo renzi presenta il libro

"Non so se alla fine raggiungeremo la Terra promessa. So però che nel dubbio è sempre meglio mettersi in cammino", la conclusione del libro. Resta il dubbio di che tipo di "Terra" si tratti.

GENTILONI BOSCHI RENZIRENZI E GENTILONIFRANCESCHINI RENZIpresentazione del libro di renzi a roma

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…