200 POLTRONE D’ORO – PARTE IL RISIKO DELLE NOMINE NELLE SOCIETA’ PUBBLICHE - EX PARLAMENTARI TROMBATI ALL’ASSALTO DI PORTI, PARCHI, INPS E INAIL

Trattative e spartizioni per il rinnovo dei vertici delle aziende pubbliche: 200 poltrone che scatenano appetiti di politici e lobbies ma con le larghe intese tutti rivendicano titoli per chiedere tutto - Sindacati e parti sociali all’assalto di Inps e Inail – Riggio prorogato (6 mesi) all’Enac..

Condividi questo articolo


1. SOCIETÀ PUBBLICHE - PARTE LA CORSA PER 200 POLTRONE
Paolo Festuccia per "La Stampa"

MAURO MORETTI CON UN CANEMAURO MORETTI CON UN CANE

Il capo della polizia è stato fatto. Restano da fare, il presidente del Copasir e quello della Vigilanza Rai. Con Grillo che ammonisce: «O ci verrà affidata la presidenza o ne trarremo le conseguenze». Ma al di là della scontro dialettico, nella sostanza, e soprattutto nel "sottobosco" delle istituzioni, e dei palazzi romani, trattative e spartizioni sono già avviate. E così se per la Bicamerale sulla Tv il Pdl schiererà tutti i big di partito, e il Pd - si racconta - le seconde file, nel dare e nell'avere di queste ore, il mese di giugno è da sempre la cornice ideale per i riti celebrativi sul rinnovo dei vertici delle aziende pubbliche.

Gianni De GennaroGianni De Gennaro

Sul tavolo decine di consigli di amministrazione, poltrone più o meno rilevanti con tanti nomi e pretendenti da indicare: più o meno 200. E nel Paese in cui si contano migliaia di municipalizzate, decine di agenzie nazionali, 68 consorzi, 32 istituti di ogni genere e tipo, una ventina di Autorità, Fondazioni a non finire e Agenzie governative la partita è sempre caldissima.

FRANCO FRATTINIFRANCO FRATTINI

Soprattutto, se in ballo ci sono i pezzi più pregiati delle società di Stato, il cosiddetto motore finanziario pubblico, (racchiuso in parte nella Cassa depositi e prestiti), come la Sace (10 membri tra cda e collegio sindacale), il Fondo italiano di investimento (un presidente, 10 consiglieri, un ad e un collegio sindacale con un presidente due sindaci effettivi e due supplenti) la Sogin (5 esponenti in cda), o le controllate del Tesoro: Sicot, Mefop e soprattutto Finmeccanica e Ferrovie dello Stato.

Solo per quest'ultima, oltre alla capofila, ci sono in scadenza altre tre controllate: della decina di società che «governa» (in totale poco meno di un centinaio di amministratori) RFI (Presidente uscente Dario Lo Bosco, amministratore delegato Michele Mario Elia), Fercredit (Presidente Clemente Carta, ad Luigi Lenci) e Italfer (Presidente Maria Rita Lorenzetti, ad Renato Casale).

Giovanni CastellanetaGiovanni Castellaneta

Per ogni Spa, tante poltrone: un amministratore delegato, tre membri del consiglio, un presidente del collegio sindacale, due sindaci effettivi, altri due supplementi, per un totale di 24 posti. E discorso più o meno analogo per Finmeccanica.

Alessandro Castellano Giovanni Castellaneta AD e P SaceAlessandro Castellano Giovanni Castellaneta AD e P Sace

E così se per il vertice delle Ferrovie di Stato, almeno per ciò che concerne l'amministratore delegato Mauro Moretti (oltre 800 mila euro l'anno lordi di stipendio), si va verso una decisa riconferma (anche se di Moretti si era fatto il nome per Finmeccanica), per Finmeccanica (falcidiata dalle inchieste con l'ex ad Orsi sotto accusa, e uno stipendio di oltre un milione e mezzo per circa 2 anni di lavoro) - la cui assemblea degli azionisti è stata rinviata - il Tesoro ha chiesto tempo.

Sul tavolo del ministro Saccomanni due opzioni: l'azzeramento dell'intero consiglio di amministrazione o la nomina del solo presidente e del consigliere mancante. E qui le ipotesi per la poltrona di rappresentanza non mancano di certo: dall'ex ambasciatore Castellaneta (oggi alla Sace) all'ex sottosegretario alla presidenza con delega ai servizi segreti, Gianni De Gennaro fino all'ex ministro degli Esteri Franco Frattini. Certo, ipotesi e scenari ma che nel mosaico del governo di larghe intese, paradossalmente, trovano più resistenze rispetto alle consuetudini codificate negli anni dal manuale Cencelli.

GIANCARLO INNOCENZIGIANCARLO INNOCENZI ORESIDENTE ENAC VITO RIGGIOORESIDENTE ENAC VITO RIGGIO

Insomma, «ora la quadra - racconta un parlamentare che fa da navicella tra governo e partiti - appare più complicata da trovare. Tutti rivendicano titoli per chiedere tutto». E non a caso, infatti, si convocano e poi saltano le assemblee degli azionisti. Così per Finmeccanica, così per la Sace amministrata da Alessandro Castellano (fonte presidenza del Consiglio: oltre un milione di euro dichiarato nel 2011) che da anni comunque porta utili nelle casse dello Stato (dal 2004 ad oggi oltre 3 miliardi e mezzo di euro).

Fin qui la partita società delle «condivise» tra Tesoro e Cdp. Ma nella lista ci sono anche altri pezzi pregiati: si parte con Invitalia (altri nuovi consiglieri, altre nove poltrone da piazzare), presieduta da Giancarlo Innocenzi, berlusconiano doc, già sottosegretario alle Comunicazioni ed ex membro nell'Autorità garante delle Comunicazioni; e si prosegue con la Mefop (sviluppo fondi pensione), la Sicot (società di supporto e consulenza del Tesoro) per un totale di altre venti poltrone e, si arriva alla Sogin (Società che si occupa di smaltimento delle scorie nucleari: un presidente, un ad, un collegio sindacale e un organo di vigilanza. In totale altri 12 membri).

Una vera manna, insomma, per lobbies, politica e potentati finanziari. Al punto che il parlamentare del Pd, il prodiano Sandro Gozi, con un'interrogazione al presidente del Consiglio, proprio nei giorni scorsi, chiede di fermare le lancette delle nomine per riscrivere criteri e procedure per designare i vertici delle società pubbliche, ma anche tutti quegli Enti riconducibili a vario titolo ai ministeri.

ANTONIO MASTROPASQUAANTONIO MASTROPASQUA

Tutto questo anche in vista del rinnovo di tre grandi società dell'Enel (Enel Distribuzione, Enel Trade, Enel Produzione, con tre ad, tre presidenti e cda composti da 5 membri ciascuno) e della tornata prossima (primavera 2014) che riguarderà le governance di tre significative aziende italiane, Eni, Enel e Poste Italiane.

Nel frattempo, ad appuntare il rendiconto delle poltrone ci pensa il Servizio di controllo parlamentare: altri 12 ruoli chiave da assegnare nel mese in corso, oltre a quelli già individuati di ragioniere generale dello Stato (Daniele Franco), dell'Istituto superiore di sanità (Fabrizio Oleari) e di tre componenti dell'Isfol: Paola Profeta, Andrea Ranieri e Renato Pirola.


2. LA CARICA DEGLI EX ALL'ASSALTO DI PORTI, PARCHI, INPS E INAIL
Paolo Festuccia per la Stampa

Se i top manager preparano incontri e tentano scalate alle grandi società pubbliche, amministratori locali, lobbisti di partito, parlamentari trombati e tanti «ex» più in generale cercano poltrone, potere e soprattutto emolumenti nelle decine di Enti Parco, autorità portuali e ruoli di sotto-governo.

E così se Vito Riggio prontamente ha riportato a casa una proroga per la presidenza dell'Enac (dal 2003 è a capo dell'Ente nazionale aviazione civile) dal ministero delle Infrastrutture, a far gola ci sono altre cinquanta portone da rinnovare nel settore della previdenza e delle Autorità.

A cominciare dall'Autorità portuale di La Spezia. Lo scorso 28 maggio, infatti, è scaduto il mandato al presidente Lorenzo Forcieri, già senatore Ds-Pd per dieci anni dal '96 al 2006, ex presidente della Commissione Difesa e analoga sorte per identica funzione spetterà il prossimo 9 giugno al collega dell'autorità portuale di Piombino, Luciano Guerrieri cursus honorum simile a quella del collega spezzino, già sindaco di Piombino, ex assessore all'Ambiente della Provincia di Livorno e stoppato solo dalle primarie scorse mentre tentava la traversata verso a Montecitorio.

Ma a guardare bene i numeri del Servizio di controllo parlamentare, sul tavolo del governo c'è pure l'Autorità portuale di Palermo (dove siede il commissario Antonio Bevilacqua), quella di Napoli (anche qui un commissario Luciano Dassatti) e pure quella di Ancona. Non finisce qui nel pallottoliere degli incarichi: perché dai porti il passaggio ai Parchi non è poi così distante.

Cinque quelli commissariati: da quello del Circeo, all'Aspromonte, dove è da poco scaduto l'incarico per Antonio Alvaro, già assessore al Comune di Sinopoli e membro del consiglio dell'Unione nazionale delle comunità montane. Stessa sorte per l'Ente parco dei Monte Falterona, per quelli Sibillini e quello Geominerario storico e ambientale della Sardegna commissariato addirittura dal 2 febbraio del 2007.

Ovviamente per ogni Ente un cda, un presidente e compensi che oscillano dai 60-70mila euro annui. Sistemati parchi e autorità la torta vera finisce sulla tavola degli Enti previdenziali. In cima ai desideri di tutti c'è naturalmente l'Inps presieduto da Mastropasqua. Subito dopo l'Inail: entrambi scaduti a fine aprile. Il riordino del 2010, infatti, ha sì abolito il consiglio - le cui funzioni sono andate in capo al presidente - ma ha mantenuto l'organo collegiale di controllo e vigilanza e che prevede oltre a un presidente e un vice, ben 26 consiglieri (24 per l'Inail): in totale 50 poltrone da sempre terra di conquista non solo di partiti, ma soprattutto di sindacati, e più in generale delle parti sociali.

E così al vertice dell'organo di Vigilanza dell'Inps, dal 2003, siede Guido Abbadessa, già segretario generale della Fil-Cgil, mentre il vice è Alessandro Vecchietti (welfare Confcommercio) e tesoriere Rocco Carannante della Uil. Stessa musica all'Inail dove il presidente è Francesco Lotito è stato segretario generale della Uil e il vice è Fabio Pontradolfi scelto tra i rappresentati dei datori di lavoro.

Il prossimo 30 giugno, inoltre, arriveranno a scadenza anche gli incarichi del commissario della Fondazione Ordine mauriziano (Fom), Giovanni Zanetti, del vice commissario Cristina Maccagno e del Comitato di vigilanza. Ieri l'altro, invece, la Rai (controllata dal Tesoro) ha provveduto al rinnovo del suo collegio sindacale per il triennio 2013-2015: presidente è stato confermato Carlo Cesare Gatto, sindaco Maria Giovanna Basile. New entry a viale Mazzini, Domenico Mastroianni.

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - AL CUOR DI GIULI NON SI COMANDA! ACCECATO DAL FASCINO DARDEGGIANTE DI FRANCESCO SPANO, IL MINISTRO BASETTONI L’HA DESIGNATO SUO CAPO DI GABINETTO. MAI NOMINA FU TANTO SCIAGURATA: COLLABORATORE DI GIULIANO AMATO E DI MARIA ELENA BOSCHI, SEGRETARIO GENERALE AL MUSEO MAXXI EPOCA MELANDRI, IL TENEBROSO SPANO FU TRAVOLTO NEL 2017 DA UNO SCANDALETTO CHE LO COSTRINSE, TRA L'ALTRO, A DICHIARARE LA SUA OMOSESSUALITÀ - UN PEDIGREE LONTANO UN VENTENNIO DAI VALORI DI “IO SONO GIORGIA: SONO UNA DONNA, SONO UNA MADRE, SONO CRISTIANA” - AGGIUNGERE L’ARROGANZA IN GILET DAMASCATO DI GIULI-RIDENS CHE SE N’È ALTAMENTE FREGATO DI COMUNICARE AI SOTTOSEGRETARI MANTOVANO (ULTRA-CATTOLICO) E FAZZOLARI (ULTRA-TUTTO), DELLA SUA VOLONTÀ DI NOMINARE IL SUO COCCO GAIO E DE SINISTRA - L’INCAZZATURA DELLA FIAMMA TRAGICA DEFLAGRA AL PENSIERO CHE SPANO PARTECIPERÀ AI PRE-CONSIGLI DEI CDM. METTERÀ PIEDE NEL SANCTA SANCTORUM DEL GOVERNO, OCCHI E MANI E ORECCHIE SUI DOSSIER IMPORTANTI, E PER UNA SQUADRA DI GOVERNO OSSESSIONATA DA COMPLOTTI, ESASPERATA DAI TRADIMENTI E INFILTRATA DAGLI “INFAMI” LA SUA PRESENZA SARÀ COME GETTARE FUMO NEGLI OCCHI…

DAGOREPORT - A METÀ NOVEMBRE SI CONOSCERÀ IL DESTINO DELL’ARMATA BRANCAMELONI: RIMPASTO SÌ, RIMPASTO NO? - LA MELONI VORREBBE LIBERARSI DI MINISTRI INCAPACI O IMPALPABILI E TAJANI SAREBBE BEN FELICE DI SOSTITUIRE LO ZOPPICANTE ZANGRILLO (PUBBLICA AMMINISTRAZIONE), L’INESISTENTE BERNINI (UNIVERSITÀ), L’INCONCLUDENTE PICHETTO FRATIN (AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA), EREDITATI DALLA GESTIONE BERLUSCONI-FASCINA-RONZULLI - IL MINISTRO DELLA SALUTE SCHILLACI NON VEDE L’ORA DI GIRARE I TACCHI VISTO COME È RIDOTTO IL SISTEMA SANITARIO ITALIANO - TRABALLA DANIELA SANTANCHE’ (IN POLE C’E’ FOTI), PER IL DOPO-FITTO SCALPITA CIRIELLI, MELONI VORREBBE SILURARE URSO E "RICOMPENSARE" RAMPELLI - SALVINI E LE SMANIE DI VANNACCI: SOGNA DI FARE IL MINISTRO…

DAGOREPORT - NICOLA LAGIOIA È IL PRIMO SCRITTORE DE SINISTRA CHE SI STA GIÀ RIPOSIZIONANDO NELL’INFOSFERA DELINEATA DAL MINISTRO BASETTONI ALESSANDRO GIULI - IERI SU “REPUBBLICA” CI TIENE SUBITO A FAR SAPERE AL MINISTRO (SI SA MAI) CHE NON È “TRA QUELLI CHE LO HANNO DERISO PER IL DISCORSO ALLE COMMISSIONI CULTURA DI CAMERA E SENATO”. ANZI: È L’UNICO AD AVER CAPITO COSA HA DETTO IN PARLAMENTO. SOLO CHE LAGIOIA LO SPIEGA IN MODO ANCORA PIÙ COMPLICATO: “L’IA GENERATIVA (COME IN BLADE RUNNER) DEPOSITA UN UNICORNO DI CARTA DAVANTI AI NOSTRI USCI MA NOI ANNEGHIAMO IN UN SOGNO DENTRO UN SOGNO DI SETTANT’ANNI”. CAPITO? BEH, ALMENO IL FINE DEL DISCORSO DI GIULI, SPIEGA LAGIOIA, È CHIARO: “LA NECESSITÀ DI GUARDARE AL FUTURO” (CASPITA, CI VOLEVANO GIULI E LAGIOIA INSIEME)...

DAGOREPORT - VE LO RICORDATE IL GRUPPO WHATSAPP "25 APRILE"? CREATO DALL'EX DIRETTORE DELLA "STAMPA" MASSIMO GIANNINI, DOVEVA SERVIRE A RINFOCOLARE LO SPIRITO ANTIFA', IN APERTA OPPOSIZIONE AL GOVERNO MELONI, MA E' DIVENTATO UN SUK DIGITALE IN CUI SI DISCUTE SOLO DI ISRAELE, PALESTINA, LIBANO E "REGIME SIONISTA" - GLI SCAZZI TRA RULA JEBREAL E DAVID PARENZO, L'ADDIO POLEMICO (CON RITORNO) DI EMANUELE FIANO, GLI INTERVENTI DEI SOLITI TROMBONI SFIATATI - CON QUESTI INTELLO', GIORGIA MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI PER DECENNI...