Gloria Satta per "Il Messaggero"
Nel 2011 Steven Soderbergh girò Contagion, il film che prefigurava con impressionante verosimiglianza la pandemia di quest'anno. Ora che quell'instant-movie involontario è diventato il simbolo cinematografico della nostra epoca flagellata dal Covid, il regista ha annunciato il sequel.
«Sto sviluppando il progetto con Scott Burns (lo sceneggiatore di Contagion, ndr)», ha rivelato intervenendo al podcast americano Happy Sad Confused, «sarà una specie di seguito dai contenuti filosofici e in un contesto diverso dal vecchio film. Sarà dunque come vedere due persone imparentate ma con i capelli dai colori diversi. Scott e io abbiamo già lavorato all'idea, ma abbiamo ancora tanto da fare».
Soderbergh, 57 anni e la Palma d'oro vinta a Cannes nel 1989 con l'opera prima Sesso, bugie e videotape, non ha voluto dire di più (tantomeno sul cast) ma ha lasciato capire che la nuova sceneggiatura, legata all'attuale pandemia, avrà dei risvolti più intimistici e introspettivi.
SUPERCAST
Interpretato da un esercito di star (Matt Damon, Marion Cotillard, Jude Law, Gwyneth Paltrow, Kate Winslet, Laurence Fishburne) Contagion raccontava la catastrofica diffusione in America di un virus di origine animale, l'immaginario Mev-1, trasmissibile grazie ai droplet proprio come il Covid: a introdurlo era stata una donna (Paltrow) tornata da un viaggio di lavoro in Asia e morta dopo un breve ricovero.
La dottoressa Cotillard parte così per la Cina alla ricerca del paziente zero, mentre il virus sta mutando velocemente e continua a propagarsi con conseguenze letali su polmoni e sistema nervoso.
Mentre la popolazione è in preda al panico e gli scienziati cercano disperatamente un vaccino, un blogger complottista e senza scrupoli (Law) cerca di lucrare sulla situazione accordandosi con una casa farmaceutica per vendere un rimedio omeopatico spacciato per siero immunizzante.
Intanto muoiono migliaia di persone, si susseguono le quarentene, gli imbrogli vengono a galla, il sistema economico crolla e si scopre come tutto è cominciato: con l'estirpazione di alcuni alberi, una catena di contagi tra pipistrelli, maiali e il conseguente coinvolgimento di cibi mangiati dalle persone. Costato 60 milioni di dollari, Contagion ne incassò 136 nel mondo intero e venne accolto con favore dalla critica internazionale.
PROTOCOLLI
Se il film contiene sconvolgenti, profetiche analogie con la situazione attuale, il sequel annunciato sarà ancora più attintente alla nostra realtà. Anche perché Soderbergh ha conosciuto l'emergenza sanitaria di questo 2020 molto da vicino: in virtù dell'accuratezza scientifica del primo film, è stato infatti incaricato da Hollywood di elaborare i protocolli di sicurezza (distanziamenti, tamponi, controlli ferrei sui set) che hanno consentito la ripresa della produzione. E lui stesso, negli ultimi mesi, ha girato Non Sudden Move ora in fase di post-produzione.
Il suo Contagion non è la prima incursione cinematografica in epidemie e dintorni: nel 1995 è uscito Virus letale di Wolfgang Petersen con Dustin Hoffman, protagonista l'Ebola, e nel 2014 Guillermo Del Toro e Chuck Hogan hanno creato la serie The Strain su un misterioso virus incombente sull'umanità. Ma Contagion 2 non avrà nulla d'inventato o romanzato: il mondo perciò attende con impazienza di ritrovare sullo schermo il dramma che sta ancora vivendo.
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