Fabrizio Biasin per “Libero Quotidiano”
C'è tutto un casino legato alla trasmissione delle partite di serie A che a confronto la crisi afghana pare una barzelletta. E la pandemia che tutto il mondo tremare fa? Insignificante. Noialtri italiani abbiamo una nuova priorità e si chiama "diritto di vedere le partite di calcio come Dio comanda" perché - dice giustamente l'abbonato- «Abbiamo pagato e pretendiamo il servizio!».
Testo e musica degli utenti Dazn, ovvero dell'azienda che più di ogni altra è sotto i riflettori, anche più di Paola Ferrari. Codesti utenti sono inviperiti per una questione di rotelle che girano (e girano e girano e girano) e impediscono una visione nitida dei match del campionato appena iniziato. In particolare, nel corso della prima giornata sono comparsi un numero imprecisato (ma elevatissimo) di messaggi firmati da questo e quel tifoso inviperiti, sommati a simpatiche gag (vedi immagini dell'ex capitano del Milan Riccardo Montolivo, proverbialmente lento, nei panni del responsabile della piattaforma).
E c'è da ridere, per carità, ma neanche troppo. I march più "affollati" - nello specifico Inter-Genoa, Udinese-Juve, Napoli-Venezia - sul web hanno innescato il tipico "effetto Colosseo" dei tempi moderni (uno dice che una cosa fa schifo, il secondo gli va dietro, tutti dicono che quella cosa fa schifo sulla fiducia). In questo caso la rabbia è comprensibile, perché io e te che eravamo abituati alla precisione targata Sky, ora siamo costretti a farci il segno della croce nella speranza che l'aggeggio non si blocchi durante un calcio di rigore.
Non è dato sapere quanti abbonati si siano realmente schiantati sulla rotellina, ma conta relativamente: tutti hanno il diritto alla "non-sofferenza", «altrimenti che si torni all'antico», dicono i più. Lo scrive pure Matteo Salvini, assai severo ieri sui suoi social: «Se soldi e interessi prevalgono su sporte passione, giusto che i tifosi vengano rimborsati e spengano tutto».
DILETTA LEOTTA CON FEDERICA ZILLE E GIORGIA ROSSI DI DAZN
Il senso del messaggio è chiaro e scopre gli altarini: il palazzo del calcio nostrano ha pensato bene di incassare il grano di Dazn (tanto, trattasi di 840 milioni all'anno per il prossimo triennio) ma non di sincerarsi se la transumanza avrebbe causato fastidiosi effetti collaterali, quelli che stanno subendo mio zio, tuo nonno, gli amici dei tuoi amici, te stesso. La sensazione- ma è solo una sensazione- è che sia una questione di qualche giornata, il tempo necessario per far sì che i responsabili riescano a trovare rimedi accettabili.
Nel frattempo toccherà masticare amaro, soprattutto in presenza dei match più richiesti, quelli dove si crea l'imbutone e va tutto a ramengo. E il fatto è che non si può neanche puntare il dito contro i bravissimi colleghi impegnati nel racconto delle partite- loro che c'entrano? Sono le prime vittime semmai tocca farlo sui misteriosissimi proprietari del cucuzzaro, che prima hanno spazzato via la concorrenza e ora si ritrovano a dover gestire il sacro calcio nostrano, senza avere i mezzi per farlo. Il problema è il calcio a singhiozzo, certo, ma anche il fatto che l'inevitabile micro-differita generata dallo streaming comporti fastidiosi problemi di spoiler tra tifosi (soprattutto in occasione delle 3 partite in co-esclusiva con l'emittente satellitare).
Fine? Quasi. La Lega Serie A che intanto però ha incassato ha scritto una lettera alla piattaforma, chiedendo un miglioramento del servizio. Stessa cosa ha fatto il Codacons, per una volta incredibilmente non concentrato sulle faccende di casa-FeAlcuni dei "meme" comparsi sui social per prendere in giro il servizio offerto da Dazn durante il 1° turno di A: dal server "medievale" dei Simpson, ai videogiochi Anni 80, fino al logo con al centro la celebre rotellina, simbolo del malfunzionamento.
Tra gli altri, ha fatto il giro del web anche l'immagine di Riccardo Montolivo, ex capitano del Milan proverbialmente lento, nelle vesti di responsabile della piattaforma dez: «Il lupo perde il pelo, ma non il vizio - scrive l'associazione - Dazn continua a registrare problemi e disservizi (...)
La prima giornata di campionato trasmessa dal broadcaster ha creato polemiche e lamentele da parte di migliaia di utenti (...) è necessario indennizzare tutti gli utenti coinvolti nei disservizi, attraverso rimborsi automatici pari al costo della singola partita, pena inevitabili azioni risarcitorie a tutela dei consumatori e dei tifosi (...) o Dazn riesce a ripristinare standard di servizio adeguati, indennizzando gli utenti coinvolti, o deve rinunciare all'idea di trasmettere le partite». Se persino il Codacons rischia di avere ragione, significa che siamo veramente al limite.