Stefano Carina per “il Messaggero”
Fabio Capello, oggi apprezzato commentatore di Sky, è stato l'allenatore che ha vinto l'ultimo scudetto con la Roma (2000-01). L'associazione con lo Special One, è stata pressoché immediata. Venticinque trofei Mourinho, venti il friulano (6 da calciatore, 14 in panchina): difficile trovare uomini più vincenti nel panorama calcistico italiano.
Capello, ha saputo dell'annuncio di Mourinho alla Roma?
«Guardi mi hanno avvisato appena qualche minuto fa. Incredibile».
Sorpreso?
«Abbastanza ma molto contento. È un allenatore vincente, adatto ad una città come Roma».
Si riferisce alle pressioni?
i meme su mourinho alla roma 6
«Sapete come la penso, l'ho detto tante volte. Mourinho ha lavorato in grandi piazze come Londra, Milano e Madrid ma quella romana è diversa da tutte le altre. Dovrà imparare a conoscerla quanto prima ma sono certo che lo farà. È un uomo intelligente che sa muoversi bene.
L'errore che non deve commettere è quello di pensare che lavorare a Roma sia come a Milano o altrove. Ad esempio, i social ormai ci sono ovunque, le radio locali no. È una città difficile ma lui in contesti così complicati si esalta».
Lei però, radio o non radio, alla fine nella Capitale ha comunque vinto.
«Ci sono riuscito perché avevamo una grande squadra, con tanti campioni».
Quello che sembra mancare alla rosa giallorossa.
«Io penso sia un'ottima squadra, ha buonissime individualità, giocatori che possono rendere molto di più rispetto a quello che sinora hanno fatto».
Qualche nome?
«Preferisco non farli, altrimenti poi si creano sempre polemiche che vorrei evitare. Ma ripeto, la rosa è molto buona. In questa stagione la squadra per qualche mese ha giocato anche bene, è stato divertente vederla in campo.
Poi ha patito diversi infortuni, c'è stato qualche problema interno (caso Dzeko, ndr) e sono mancati giocatori che davano qualcosa in più nei momenti topici. Va certamente integrata con grandi giocatori anche a livello di personalità».
Mourinho è il biglietto da visita della nuova proprietà statunitense per tornare a vincere?
«Per quello, oltre al grande allenatore, servono anche i grandi giocatori. Spero per i tifosi romanisti che faccia tanto bene come ha fatto all'Inter».
Ritiene che abbia avuto delle rassicurazioni dai Friedkin?
«Uno come Mourinho se va in un club è perché ha parlato con la proprietà che lo ha reso partecipe di quali sono i programmi presenti e futuri. Non è certamente un tecnico che si sposta a scatola chiusa. Sono curioso di capire cosa faranno insieme ai Friedkin. L'importante è che lavorino con idee in comune. E che si confrontino: sono certo che lo faranno».
Quali sono le caratteristiche migliori del tecnico portoghese?
«È un allenatore di grande prestigio, d'esperienza, un ottimo motivatore. Ha personalità da vendere che inevitabilmente si riflette nelle squadre che allena. E soprattutto è un tecnico che conosce bene l'Italia. Così è tutto molto più facile.
Non avrà bisogno dell'inevitabile periodo di adattamento, di capire come funzionano le dinamiche mediatiche. Parte certamente avvantaggiato».
Mourinho è un vincente. I 25 trofei in carriera (gli ultimi alla guida del Manchester United) sono il suo biglietto da visita. La preoccupa il fatto che arrivi da tre esoneri consecutivi?
«Beh, basta allora...(ride). Ha già dato, non trova?»
CAPELLO
Non è certo passata inosservata la prova del Paris Saint-Germain nella semifinale di ritorno di Champions League contro il Manchester City. Oltre alla grandine in campo, c'è chi si attendeva uno spettacolo diverso, soprattutto dai più talentuosi della squadra: Neymar su tutti. Fabio Capello, negli studi di Sky Sport, ha commentato il successo dei Citizens e la finale conquistata per la prima volta nella storia non risparmiando qualche critica ai giocatori del club parigino.
DURA ANALISI - "Nel City le individualità sono state messe al servizio della squadra. Neymar, invece, ha sempre voluto cercare inserimenti centrali, Icardi non è mai stato servito", ha spiegato Capello sottolineando il tentativo mal riuscito del brasiliano di essere incisivo. "Nel City sono tutti umili, corrono, pressano, si aiutano, puntano a vincere il titolo. Neymar non mi è piaciuto, speravo che desse qualcosa di più, ha cercato dribbling inutili in zone anche sbagliate e ha fatto poco il leader. Non ha preso la squadra e non l'ha condotta verso il traguardo".
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