David Edmonds per “BBC”
Vi danno più fastidio le parolacce scritte per intero o quelle censurate dagli asterischi? Il significato non cambia, ma ognuno ha la sua politica. A volte i giornali pubblicano gli improperi solo se sono parte integrante della storia o se rientrano nei virgolettati, perché menzionarli non è offensivo come usarli.
Innanzitutto la parolaccia deve essere offensiva, se cessa di esserlo, non è più parolaccia. L’offesa però non è abbastanza, si può offendere qualcuno anche senza dire parolacce. E’ l’emozione che ci mettiamo dentro a contare, spesso le usiamo in modo catartico. Ci serve anche a rompere le regole, ad esempio su sesso e religione, la parolaccia esiste praticamente per questo motivo, cioè perché ci è vietato usarla.
imprecare puo essere catartico
Le parole subiscono un processo storico, si sviluppano nel tempo. Imprecazioni tipo ‘Dannazione’ e ‘Cristo!’ oggi non hanno la stessa forza dirompente. Si pesca sempre meno dalla religione, alla quale pare siamo meno sensibili, e sempre più dagli effluvi corporei, i quali hanno una vera e propria gerarchia a seconda di quanto siano considerati disgustosi. La cacca è peggio della pipì che è peggio della scorreggia che è peggio dello sputo.
imprecazioni mitigano il dolore
Imprecare aiuta comunque a mitigare il dolore. E’ più facile tenere il braccio nell’acqua gelata se simultaneamente malediciamo qualcosa o qualcuno. Chi è poliglotta, preferisce imprecare nella sua lingua madre, dà più soddisfazione. Un recente studio rivela che chi impreca è percepito come una persona più fidata di chi è meno sboccato.
Nel caso degli asterischi, la questione è la seguente: sapere che la parolaccia offende qualcuno e non prendere precauzioni formali, è come non rispettarlo. Censurare nella forma scritta è il modo in cui si mostra rispetto.
LE PAROLACCE ELIMINANO IL DOLORE in trattoria