UN ARTISTA POLI-FUNZIONALE - IL GRANDE PAOLO POLI TORNA IN TV DOPO 40 ANNI CON LA TRASMISSIONE IN OTTO PUNTATE “E LASCIATEMI DIVERTIRE” IN ONDA SU RAITRE: “SPERAVO FOSSE IL SECOLO DEL SESSO MENTRE È IL SECOLO DELLO SPADELLAMENTO”

“Sembrava, a inizio secolo, che ci saremmo potuti divertire di più. Invece rimane l’800 il secolo del sesso, con l’adulterio a fare da valvola di sicurezza della famiglia. Il peccato che ho più praticato con gioia? La superbia, perché come tutte persone modeste sono superbo. Anche i frati che si chiamano minori, è un’ ipocrisia”…

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Elena Martelli per “il Venerdì - la Repubblica”

 

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«Avrei potuto anche parlare di Biancaneve e i Sette nani. O dei setti pilastri della saggezza. Oppure dei sette colli» dice con letizia Paolo Poli, che invece in E lasciatemi divertire parla dei sette peccati capitali, un modo per fare un viaggio a ritroso nella storia attraverso la biografia del grande attore. E si tratta di un evento, questo programma in onda da sabato 20 giugno su Rai3 alle 20.15, perché il leggiadro e controcorrente Paolo Poli non metteva piede in tv da 40 anni. Ora ne ha 86 e, fosse per lui, farebbe l’intervista in piedi. 

 

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«Noi attori di teatro siam abituati» dice in una pausa di registrazione, nello studio Rai di via Teulada. Accanto al mattatore, c’è la sua spalla storica Pino Strabioli, che conduce insieme con lui queste «storiche» otto puntate (una sorpresa). «Chi meglio di Paolo, uno dei primi a fare teatro en travesti, uno dei primi omosessuali dichiarati nello spettacolo italiano, poteva parlare di storia, partendo dai peccati» racconta Strabioli.

 

Nel programma c’è anche Massimo Recalcati che, in ogni puntata, spiegherà il vizio dal punto di vista scientifico. A tutto il resto, prendendo la tangente della poesia da Boccaccio a Palazzeschi (a cui il titolo è preso in prestito), ci pensano Strabioli e Poli che, appena apre bocca, ti porta subito nel giardino fatato del suo mondo. La puntata che stanno registrando è la prima, dedicata alla lussuria.

 

Torna in tv dopo 40 anni.

«E chi se ne frega».

paolo poli paolo poli

 

È vero che non possiede la tv?

«Ma sì che ce l’ho. Però guardo poca tv perché son sempre in giro in tournée».

 

Dei peccati capitali quale le sta più simpatico?

«La lussuria. Che viene dalla parola lusso, perché un tempo era un vizio per gente con i quattrini. I lavoratori si concedevano poco ai vizi, non avevano tempo da buttare via».

 

Il peccato che ha più praticato con gioia?

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«La superbia, perché come tutte persone modeste sono superbo. Anche i frati che si chiamano minori, è un’ ipocrisia. C’è spesso ipocrisia dietro i buoni sentimenti. Sa, ho fatto l’asilo dalle suore, così ho capito subito come comportarmi. Ero tanto bugiardo. Ma sono carine, le suore. Con le puttane sono le donne più utili alla società».

 

In ogni puntata recita dei versi audaci di Palazzeschi, autore che ama molto.

«Fino al ‘14 ha scritto cose vivaci, poi quando è arrivato il fascismo ha normalizzato tutto  nell’orrore, nel silenzio e nella monotonia».

 

Oggi in che società viviamo?

«Una società borghesizzata, da signora in tailleur».

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In tv non si fa che cucinare, anche lei ha fatto un audiolibro sull’Artusi.

«Speravo fosse il secolo del sesso mentre è secolo dello spadellamento. Sembrava, a inizio secolo, che ci saremmo potuti divertire di più. Invece rimane l’800 il secolo del sesso, con l’adulterio a fare da valvola di sicurezza della famiglia».

 

Le fa piacere tornare a lavorare in uno studio tv?

«Preferisco fare teatro, ma mi adatto facilmente».

Paolo Poli buoi Paolo Poli buoi

 

 

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