Pierluigi Panza per il Corriere della Sera-Estratti
L’espressione che viene subito in mente per definire la visita che papa Francesco compirà il prossimo 28 aprile alla Biennale di Venezia è «In partibus infidelium», nelle terre dei non credenti. Chiesa e gesuiti usavano questa locuzione quando vescovi e sacerdoti andavano in territori da evangelizzare e in anni recenti la Biennale e l’arte contemporanea sono state un territorio (anche) di dissacrazioni religiose. Francesco sarà il primo Papa ad andare in visita alla Biennale.
Si recherà al Padiglione della Santa Sede presso il carcere femminile della Giudecca.
Quest’anno la 60ª edizione della Biennale si intitola Stranieri Ovunque - Foreigners Everywhere , è curata dal brasiliano Adriano Pedrosa e pare quanto mai adatta alla sensibilità del Pontefice.
Il Padiglione della Santa Sede è promosso dal prefetto del Dicastero per la Cultura e l’educazione, cardinale José Tolentino de Mendonça, ha titolo Con i miei occhi ed è a cura di Chiara Parisi (Centre Pompidou-Metz) e Bruno Racine (direttore di Palazzo Grassi). Il Padiglione è dedicato al tema dei diritti umani e alla figura degli ultimi, locatari di mondi marginalizzati.
Nel padiglione si cerca di favorire la costruzione di una cultura dell’incontro, perno centrale del magistero del Papa. «La proposta artistica — comunicano dal dicastero Cultura ed educazione — prende alla lettera le parole del Santo Padre quando esorta a uscire e a guardare negli occhi, invitando i visitatori a prestare attenzione a quelle realtà che tante volte vengono considerate periferiche, e che spesso sono fuori dal dibattito culturale».
Esporranno artisti di fama internazionale tra i quali Bintou Dembélé, Simone Fattal, Claire Fontaine, Sonia Gomes, Corita Kent, Marco Perego & Zoe Saldana, Claire Tabouret con Hans Ulrich Obrist e, attenzione, l’italiano Maurizio Cattelan, che balzò in cima alle quotazioni artistiche del mondo dell’arte con La Nona ora , ironica e dissacrante scultura che raffigura Giovanni Paolo II colpito da un meteorite.
PIETRANGELO BUTTAFUOCO ALLA BIENNALE DI VENEZIA - MEME BY EDOARDO BARALDI
L’opera fu presentata proprio alla Biennale del 2001 e fu occasione di divergenze tra il Vaticano e la global e woke rassegna veneziana. Cattelan sarà tra gli invitati il giorno della visita del Papa.
«Accogliamo con gioia la notizia della visita di papa Francesco al Padiglione della Santa Sede alla Biennale presso il carcere femminile della Giudecca, che rispettosamente interpretiamo anche come un gesto di attenzione verso tutta la Biennale di Venezia», ha commentato il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, il cui mandato scade il prossimo 2 marzo. Ad accogliere a Venezia papa Francesco ci saranno, tra gli altri, il patriarca Francesco Moraglia, il sindaco Luigi Brugnaro, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il nuovo presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco.
La Santa Sede è presente alla Biennale Arte dal 2013. Promosse questa apertura il cardinale Gianfranco Ravasi, allora presidente del Pontificio consiglio della cultura, con il direttore dei Vaticani, Antonio Paolucci.
Quel primo padiglione fu ispirato da Benedetto XVI, che durante il suo mandato stava incoraggiando un rinnovato rapporto tra la Chiesa e le arti (esposero: Studio Azzurro, Josef Koudelka, Lawrence Carroll e Tano Festa). Quell’anno, però, il patriarca di Venezia ebbe modo di infuriarsi con la Biennale per la crocefissione choc innalzata da Marc Quinn davanti alla Chiesa di San Giorgio.
PAPA FRANCESCO maurizio cattelan biennale d'arte venezia
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