virginia raggi saluta la moglie di carlo pedersoli
- BUD SPENCER: FIGLI, UOMO LIBERO CON GIOIA VIVERE IMMENSA
(ANSA) - "Era un uomo libero con una gioia di vivere immensa. Era curioso di sapere cosa ci fosse aldilà e ora starà già ballando sotto le stelle". Lo ha detto la figlia di Bud Spencer Christiana alla camera ardente dell'attore scomparso allestita in Campidoglio. "Vivere la vita così come viene e accettarla, questa era la sua filosofia di vita - ha aggiunto - Accettare il bene e il male e superarlo con il sorriso. Ci ha trasmesso questo. Lo abbiamo abbracciato fino all'ultimo giorno ed è rimasto tra le nostre braccia".
"Non lo ricordo mai triste, anche in questi ultimi giorni non sereni non aveva perso la voglia di scherzare - dice il figlio Giuseppe - Non ha avuto alcuna malattia improvvisa, ma si è spento serenamente. Stiamo ricevendo messaggi da tutto il mondo".
- BUD SPENCER: RAGGI, ROMA DICE GRAZIE A GIGANTE BUONO
(ANSA) - "Siamo qui a dare l'ultimo saluto a Bud Spencer, al gigante buono che ci ha fatto sorridere e crescere. Una persona straordinaria. L'ultima sua parola è stata grazie. Ma è a lui che il cinema e questa città dice grazie". Lo ha detto il sindaco di Roma Virginia Raggi intervenendo durante la camera ardente di Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, allestita in Campidoglio.
"Molto di noi - ha aggiunto - sono cresciuti con i suoi film in cui il bene vinceva sempre sul male. È stato un modello di impegno sportivo e grande lavoratore. Sono oggi qui a dire: grazie a te Bud". Poco prima del sindaco aveva parlato il figlio Giuseppe: "È stato un padre meraviglioso - ha detto - Abbiamo dovuto condividerlo con tanta altra gente da ogni parte del mondo".
la moglie di carlo pedersoli, maria amato
- IL SUO SPIRITO DI DESTRA CONTRO LE IPOCRISIE
Alvise Losi per “Libero quotidiano”
Esistono i grandi attori. E poi ci sono le icone. Ma la grandezza di Bud Spencer si celava nel non aver mai dimenticato di essere una persona normale. Anzi, di averlo sempre rivendicato con grande orgoglio. Con lo stesso spirito aveva inseguito già avanti con gli anni un terzo tipo di successo. Quello politico. Per molti era stata una sorpresa sapere che Bud, anzi Carlo, Carlo Pedersoli, aveva una sua identità politica, magari inattesa perché distante da quella del personaggio che spesso interpretava nei film con (e senza) Terence Hill: il mezzo criminale un po' tonto, ma in fondo buono.
la figlia diamante e il figlio giuseppe e sua moglie lupita
Nel 2005 si era candidato alle elezioni regionali del Lazio per Forza Italia, dopo un incontro con Silvio Berlusconi, ai tempi presidente del Consiglio. «Condivido tutto quello che ha fatto Berlusconi», aveva dichiarato in precedenza. «Lo conosco da tempo e lo stimo da prima che facesse politica. E quando si stima l' uomo già prima e poi lo si vede in politica, lo si accetta e si ama». Non era andata bene, nonostante le circa 4000 preferenze ottenute, ma lo stesso entusiasmo lo aveva trasmesso alla figlia Cristiana che nel 2013 si era candidata alle comunali di Roma.
la figlia diamante e il figlio giuseppe
La sua passione politica il pubblico l' aveva scoperta solo recentemente, perché Bud prima era stato sempre riservato. Anche se il suo pensiero aveva avuto modo di esprimerlo in diverse occasioni, come a una conferenza, quando a un ragazzo che rivendicava di essere ateo rispondeva con intelligenza: «Non esiste al mondo un uomo o una donna che non abbia bisogno di credere in qualche cosa: tu credi che Dio non esista, quindi credi in qualche cosa». Altro che sganassoni e frasi da contrabbandiere perdigiorno: Bud era ben diverso dai personaggi dei suoi film.
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«È il signore che vi manda», gli dice fiducioso il mormone Tobia in Lo chiamavano Trinità. «No, passavamo di qui per caso», risponde sincero nei panni di Bambino. Niente di più lontano da quello che Bud pensava. «Ho bisogno di credere perché, nonostante il mio peso, mi sento piccolo di fronte a quello che c' è intorno a me. Se non credo sono fregato». E in un' intervista aveva persino scherzato sulla sua scomparsa. «Quando il Padreterno mi chiamerà voglio vedere che succede, e se non succede niente allora mi incazzo». E lo avrebbe fatto a modo suo naturalmente.
Ma il Bud che tanti hanno amato e amano era lo stesso che a volte si lasciava andare a frasi al limite del politicamente corretto. A chi gli chiedeva come mai la critica italiana lo celebrasse poco, a differenza di quanto accadeva in altri Paesi, l' ormai 80enne Pedersoli diceva «forse perché non sono né gay né trans e ho la stessa moglie da cinquant' anni».
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Pensiero che aveva anche ribadito per spiegare come mai la sua biografia Altrimenti mi arrabbio fosse un best seller in Germania, ma un mezzo flop in Italia. «Qui parlano di te solo se sei frocio o comunista», sottolineava, senza paura di essere criticato. «Intendiamoci, non ho niente contro i gay. Quello che fa la persona che ho davanti in camera da letto non sono affari miei. Quando ci parlo, il pensiero delle sue abitudini sessuali non mi sfiora neanche lontanamente. Siamo liberi, puoi fare tutto quello che vuoi».
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Non a caso amava ricordare, da napoletano verace, che la sua regola di vita fosse «Futtetenne». E nessuno ha interpretato nella vita quella finta indifferenza, quella capacità di ridere sempre sulle cose, quel «vivi e lascia vivere» con la stessa grandezza di Bud.
- DA HOLLYWOOD ALL' IRAN: COMMOZIONE PER IL «GIGANTE BUONO»
Irene Soave per il “Corriere della Sera”
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«Riposa in pace Bud Spencer, il mio cuore è con la tua famiglia»: a twittare è il gladiatore Russell Crowe, che già a Cannes, alla prima del suo The Nice Guys , a un giornalista che aveva paragonato lui e il collega Ryan Gosling a Bud Spencer e Terence Hill aveva risposto «è un grande complimento».
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Non c' è da stupirsi: il successo degli schiaffoni di Bud Spencer è stato globale, e tra gli attestati di lutto figurano quello di Schwaebisch Gmund, il paesino tedesco che gli aveva intitolato una piscina e quello del ministro teutonico della Giustizia Heiko Maas (d' altronde in tedesco il verbo «budspencern» significa «darsele di santa ragione»), ma anche i coccodrilli delle agenzie di stampa in Iran.
Un compianto internazionale, ma anche trasversale. Da Laura Pausini a Roberto Saviano («le mangiate epiche dei suoi film erano il segreto di mio papà per farmi venire fame»). Dallo sport - con Buffon e i suoi «ricordi di bambino», il «thank you» del centrocampista dell' Arsenal Mesut Özil, il saluto delle Fiamme Oro con cui Bud Spencer era stato campione di nuoto - alla politica, con Matteo Renzi e il suo «ti abbiamo voluto bene in tanti», Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Maurizio Gasparri che saluta il «campione, patriota, amico».
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Twitta Lorenzo Jovanotti con l' hashtag #piedonelafricano («una vita a farci star bene, mi hai fatto sentire leggero»), Gianluca Grignani gli dedica un verso, «il suo ricordo vola», Raf saluta «il gigante buono»; seguono Elisa, Paola Turci, i colleghi Massimo Boldi, Alessandro Gassman, Jerry Calà; e anche un «collega» nuotatore, Filippo Magnini, che all' hashtag da attore #budspencer affianca quello da atleta , #carlopedersoli.
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Così anche nel lutto social, dove spesso vale il «dimmi chi piangi e ti dirò chi sei», il gigante buono ha unito nell' addio mondi diversi, forse più di ogni altro defunto vip.