CAMORRA-KITSCH - SE IL BOSS WALTER SCHIAVONE VIVEVA IN UNA VILLA CAFONAL SIMILE A QUELLA DI ‘SCARFACE’ (CON IL DOLLARO RIPRODOTTO IN PORFIDO), IL FIGLIO DI “SANDOKAN” NICOLA SI E’ FATTO ARREDARE IL SUO MAXI-APPARTAMENTO CON SCIMMIOTTATURE DI PICCOLI CAPOLAVORI DI DESIGN ALLA MENDINI E SOTTSASS - ARMADI ORIENTALEGGIANTI, MAIOLICHE, PARQUET IN RADICA DI NOCE: ARREDAMENTO DEL VALORE DI 1 MLN E MEZZO DI EURO…

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Antonio Salvati per "La Stampa"

LA CASA DI NICOLA SCHIAVONE FIGLIO DEL BOSS DEI CASALESILA CASA DI NICOLA SCHIAVONE FIGLIO DEL BOSS DEI CASALESI LA CASA DI NICOLA SCHIAVONE FIGLIO DEL BOSS DEI CASALESILA CASA DI NICOLA SCHIAVONE FIGLIO DEL BOSS DEI CASALESI

Via Colombo è una stradina alle spalle del municipio di Casal di Principe. È qui, che da sposato, abitava Nicola Schiavone, primogenito di Francesco, il capo indiscusso del clan dei Casalesi. Nicola - arrestato due anni fa in un bunker non proprio distante da qui - non ama i riflettori e il lusso. Almeno quello ostentato. Chi si aspettava una villa modello Scarface, come quella confiscata a suo zio Walter, o simboli di potere, come il dollaro riprodotto in porfido e ritrovato sul pavimento del cortile di una villa di un altro Schiavone, rimane deluso.

Ma basta entrare per restare a bocca aperta. Perché i quasi 300 metri quadrati dell'abitazione che il figlio del boss divideva con la sua consorte (l'immobile, su due piani, è intestato ai suoceri) sono un vero e proprio museo dell'arte moderna e del design. E del kitsch.

Come quell'armadio orientaleggiante seminascosto nei pressi della scala di accesso alla zona notte. O come il triclinio piazzato al centro dello studio, davanti ad una cornice anticata posta su quattro monitor utilizzati per la videosorveglianza. In ogni stanza, c'è un monitor, pure in bagno, collegato al sofisticato sistema di telecamere puntate anche verso il cielo, nel caso di blitz con gli elicotteri. Allo studio si accede attraversando un corridoio lungo un centinaio di metri, ingentilito da una decina di quadri di pittori contemporanei. I bagni, invece, sono un trionfo di tessere di Murano e di maioliche.

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E poi parquet in radica di noce, televisori a schermo piatto dai 40 pollici in su, poltrone da mille euro l'una. Da ieri la villa, e il suo contenuto, sono entrati a far parte del patrimonio dello Stato. Una confisca del valore di quasi un milione e mezzo di euro, 300 mila dei quali sono in mobili ed elettrodomestici. Questi ultimi sono stati prelevati dai militari del Genio (nessuna ditta privata si era resa disponibile per timore di ritorsioni) e trasportati in un deposito segreto. Si temeva, e non a torto visto quello che è successo ad altri beni sequestrati ai Casalesi, atti di vandalismo o anche semplicemente dei furti.

 

 

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