LA CANNES DEI GIUSTI - IL TERZO FILM FRANCESE IN GARA, “MARGUERITE ET JULIEN”, È UN MEZZO DISASTRO - E' LA STORIA DI UN AMORE INCESTUOSO DI DUE FRATELLI MA NEL MOMENTO DEL PIÙ ALTO DRAMMA, QUANDO GLI AMANTI FUGGONO, SONO PARTITE LE RISATE DEL PUBBLICO

Rimane pero' un film non riuscito, non credibile, Peter Bradshaw lo ritiene "un tacchino gigante", che rimanda si' a Truffaut per l'uso della voce off e di certe particolarità di messa in scena, ma dimostra l'impossibilità di contaminarlo troppo con idee troppo lontane dalle sue. Un disastro, insomma…

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Marco Giusti per Dagospia

 

MARGUERITE ET JULIEN MARGUERITE ET JULIEN

‎Mezzo disastro il terzo film francese in concorso (sono cinque...), "Marguerite et Julien" diretto da Valerie Donzelli, che lo ha scritto assieme al suo protagonista, Jeremie Elkaim, ispirandosi a una sceneggiatura inedita di Jean Grualt per un film che Francois Truffaut non fece mai. Magari ci sara' stato un motivo.

 

La storia segue l'amore incestuoso fra due fratelli, appunto Marguerite e Julien, interpretati da Anais Demoustier e Jeremie Elkaim, che li porterà alla rovina, visto che si mettono contro tutti, dalla famiglia alla Chiesa al potere. Inutilmente il padre farà sposare Marguerite a un rozzo borghese, Raoul Fernandez, con mamma cattiva, una terribile Geraldine Chaplin. Marguerite non gli cederà mai e scapperà col fratello. Donzelli sposta l'azione dal 600 a una sorta di passato piu' o meno remoto, che partendo da un vago 800 contamina con auto, elicotteri, radio, qualsiasi azione.

MARGUERITE ET JULIEN MARGUERITE ET JULIEN

 

Si permette anche l'uso di fotografie fisse, musica moderna, fermi immagine che sono solo tableaux delle situazioni messe in scena, non sempre pero' con esiti felici. Anche perche', al di la' di ogni modernizzazione della storia e di ogni stravaganza di messa in scena, la cosa che funziona meno e' proprio l'amour fou della coppia di fratelli e l'alchimia fra i due protagonisti.

 

Nel momento del piu' alto dramma, quando gli amanti fuggono assieme e si rotolano nel fango, sono partite le risate del pubblico, che non ha pero' fischiato alla fine della proiezione. Rimane pero' un film non riuscito, non credibile, Peter Bradshaw lo ritiene "un tacchino gigante", che rimanda si' a Truffaut per l'uso della voce off e di certe particolarita' di messa in scena, ma dimostra l'impossibilita' di contaminarlo troppo con idee troppo lontane dalle sue. Un disastro, insomma.  

 

SCENA DAL FILM MARGUERITE ET JULIEN SCENA DAL FILM MARGUERITE ET JULIEN

Intanto alla Quinzaine des Realisateurs si segnala il ritorno di Jaco Van Dormael, il regista belga di film clamorosi come "Toto le heros", "L'ottavo giorno" e dello sfortunato "Mr. Nobody", il cui costo eccessivo e il cui insuccesso lo aveva un po' segnato. Torna sulla scena dopo cinque anni con "Le tout nouvea Testament", sorta di riscrittura bizzarra, ironica e profondamente belga delle Sacre Scritture. "Dio esiste e abita in Belgio", ci dice la piccola protagonista del film Ae, Pily Groyne. Ci dice che Dio si annoiava, cosi' creo' Bruxelles, e poi gli animali. E infine gli uomini.

 

SCENA DAL FILM MARGUERITE ET JULIEN SCENA DAL FILM MARGUERITE ET JULIEN

Se Dio, in canotta, ciavatta e mutandoni ha le sembianze di Benoit Poelvoorde, e sta tutto il giorno al computer chiuso in una grande stanza da dove controlla il mondo, sua moglie e' la grossa Yolande Moureau e la piccola Ae e' sua figlia, sorella di Gesu'. Dio e' odioso sia con la moglie che con la figlia, stressato dal troppo lavoro e la ragazzina non ne puo' piu'. L'ha fatta grossa, pero'. Entrando di nascosto nell'ufficio del padre ha rivelato a tutti gli esseri umani la data della loro morte, scatenando le situazioni piu' assurde. C'e' quello che scopre di morire dieci secondi dopo, e viene investito in auto mentre legge il messaggio (lo interpreta lo stesso regista).

 

C'e' quello che forte della data molto in la' della sua morte si butta dalla finestra e si salva. C'e' la badante che scopre che morira' molto prima del vecchio che sta seguendo. Dio si infuria, ma Ae e' gia' scappata attraverso la lavatrice (e' cosi') e sta cercando sei strani personaggi come apostoli per scrivere un Nuovo Testamento.

 

SCENA DAL FILM MARGUERITE ET JULIEN SCENA DAL FILM MARGUERITE ET JULIEN

Della squadra fanno parte una ragazza bellissima che ha perso una mano in un incidente, Laura Verlinden, ma la mano puo' ballare magicamente da sola su un tavolo, un maniaco sessuale che ricorda il suo primo amore, Serge Lariviere, un serial killer, Francois Damiens, un tizio che sogna di diventare una ragazza, Romain Gelin, uno che parla con gli uccelli, Didier De Neck e Catherine Deneuve che ha una storia con un gorilla.

 

Il film e' molto divertente, benissimo interpretato, pieno di idee e di riferimenti a film celebri, come "Max mon amour" di Nagisa Oshima, ma anche agli stessi film del regista, pieno di invenzioni visive originali, di trovate. Un grande ritorno, insomma, alla commedia bizzarra, alla rilettura ironica della religione, come"L'ottavo giorno". Cosa avesse in testa poi di dire con questo film, poi. Non e' facile capirlo. Ma il film ha fatto molto ridere il pubblico.  

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