IL CANTO DELLA “PAPESSA” - ANTICIPAZIONE DEL LIBRO DI FRANCESCA CHAOUQUI: “ORGE DI CIBO E ALCOL QUASI OGNI NOTTE, UN GARAGE USATO PER GLI APPUNTAMENTI CLANDESTINI. CI SONO RELAZIONI TRA PRELATI E IMPIEGATE, FIGLI ILLEGITTIMI ASSUNTI IN VATICANO PER OFFRIRE RIPARAZIONE. C’È IL VESCOVO CHE MOLESTA I SEMINARISTI E VARI PIED-À-TERRE DISSEMINATI PER LA CAPITALE, UNO DEI PIÙ FAMOSI ACCANTO ALLA CHIESA DI SAN SALVATORE IN LAURO...”

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IL VOLTO PEGGIORE DELLA CURIA

Estratto dal libro “Nel nome di Pietro” di Francesca Chaouqui

 

FRANCESCA CHAOUQUI - NEL NOME DI PIETRO FRANCESCA CHAOUQUI - NEL NOME DI PIETRO

Due figure appoggiate a una colonna. O meglio, appoggiate l’una all’altra contro una colonna, avvinte in un abbraccio appassionato. Li noto quando si separano di scatto, sentendo il rumore dei miei tacchi. Mi guardano allucinati, colpevoli. Uno non lo conosco, l’altro sì. La calotta lucida del cranio, la corona di capelli bianchi, il viso ovale, regolare, attraente, con le guance sempre un po’ rosse. In questo momento molto di più. Fa un passo verso di me come se volesse giustificarsi. Non c’è niente da spiegare.

 

CHAOUQUI COL FIGLIO NEONATO IN TRIBUNALE CHAOUQUI COL FIGLIO NEONATO IN TRIBUNALE

Questo abbraccio sarebbe del tutto legittimo in qualunque altro posto, ma qui è peccato. Punto. Corro quasi verso la macchina, pensando che forse il problema non sono loro, sono io. Dalla sera passata a leggere degli scandali australiani mi sembra che la Curia abbia cominciato a mostrarmi solo il suo volto peggiore. Ultimamente le rivelazioni su ciò che succede a pochi passi dalle stanze del papa si sono moltiplicate.

 

Continuano ad arrivare alla Commissione dossier anonimi con foto e resoconti di ogni genere: orge di cibo e alcol quasi ogni notte, un garage usato per gli appuntamenti clandestini, come stasera. C’è il monsignore alto e segaligno che ha la faccia gialla la mattina e rossa la sera, man mano che l’alcol si accumula nel suo organismo. Ci sono relazioni tra prelati e impiegate, figli illegittimi che vengono assunti in Vaticano per offrire una parziale riparazione.

 

CHAOUQUI CHAOUQUI

C’è sempre qualcuno intento a coprire i peccati di qualcun altro, dal vescovo che molesta i seminaristi al poliziotto che fa aggiungere un piano al suo appartamento. Ci sono vari pied-à-terre disseminati per la capitale, uno dei più famosi accanto alla chiesa di San Salvatore in Lauro, usati dai religiosi per gli appuntamenti tra di loro o con ragazzi, disponibili o prezzolati.

 

Quando non usano Villa Borghese o altri parchi della capitale. Sono documenti che non hanno niente a che vedere con il lavoro della Commissione ma arrivano perché qualcuno pensa di poterci utilizzare per fare pulizia o per vendicarsi. Stasera sembra che il peso di tutto ciò che ho letto in questi mesi si sia accumulato sul mio stomaco, mentre guido verso casa domandandomi cosa succederebbe se le foto squallide che ho visto, i documenti che ho letto finissero davvero sui giornali.

CHAOUQUI 1 CHAOUQUI 1

 

Ho sempre pensato che Balda esagerasse l’importanza della lobby gay, che il suo fosse un modo per prendersela con chi non gli piace in Vaticano. E invece sto scoprendo che il disincanto con cui guarda ai suoi colleghi è del tutto giustificato. Il che non toglie che sia troppo evidente. Non può comportarsi come se tutti fossero colpevoli di qualcosa, in Vaticano.

 

Sta tirando la corda, me ne accorgo dagli sguardi che lo seguono e da alcuni accenni lasciati cadere con me, in conversazione, da gente che ancora gli vuole bene o che ne vuole a me. Sembra faccia apposta a infastidire il cerimoniere, don Guido Marini, o monsignor Gänswein, per esempio infrangendo la rigidissima etichetta che governa l’assegnazione dei posti agli eventi e alle funzioni, mettendosi un po’ più avanti o un po’ più esterno (a favore di telecamera) di quel che dovrebbe. Non sta al suo posto, né fisicamente né simbolicamente.

 

CONFERENZA STAMPA FRANCESCA CHAOUQUI A SAN SOSTI CONFERENZA STAMPA FRANCESCA CHAOUQUI A SAN SOSTI

E non sono sicura che se lo possa permettere. Stai diventando paranoica, Francesca, mi rimprovero da sola. È come quando ti interessi a un argomento e all’improvviso ti sembra che tutto quanto vedi e leggi abbia a che fare con quello. In questo caso è il senso di colpa a parlare. Soffri per aver appoggiato l’ascesa di un uomo che non puoi ammirare né rispettare e ora vedi lobby, complotti e sporcizia ovunque. Ma la sensazione che i nodi stiano venendo al pettine non si attenua e i fatti mi stanno dando ragione prima di quanto pensassi. Troppo presto.

 

Balda entra nell’Area 10 con gli occhi sbarrati, un sudore freddo sulla fronte. Non credo di averlo mai visto in questo stato. È furente, fatica a parlare. «Siediti», dico istintivamente, «sembri uno che sta per sentirsi male.» Ma lui non si siede. Si avvicina, mi mette le mani sulle spalle, stringe forte, mi inchioda alla sedia. Non capisco quasi niente di quello che dice, a quanto pare ci sono delle differenze, il motu proprio firmato dal papa non dice quello che pensavamo dicesse.

chaouqui chaouqui

 

Non riesce a connettere e sono certa che stia per svenire. Avessi una brocca d’acqua gliela getterei in viso, ma qui c’è solo la statua di san Michele e lanciargli quella sarebbe un po’ eccessivo. «Siediti, maledizione!» Il tono duro, questa volta, sembra far breccia. La stretta sulle mie spalle si attenua. Gli occhi di Balda si svuotano da qualsiasi espressione e si accascia su una sedia. Il documento di cui sta parlando riguarda il nuovo ministero dell’Economia del Vaticano. Il progetto presentato dalla Commissione è stato approvato all’unanimità dal C8, cui l’hanno presentato Zahra e Balda.

 

Il Vaticano avrà una nuova Segreteria per l’Economia, con a capo un cardinale che risponderà direttamente al Santo Padre. Ci sarà anche un Consiglio per l’Economia composto da quindici membri: otto tra cardinali e vescovi, e sette laici professionisti in vari settori. E ci sarà un revisore generale per svolgere la funzione di audit interno. È la prima volta che i laici fanno ingresso nella stanza dei bottoni del Vaticano. È una struttura semplice e razionale e sarei fiera del lavoro che abbiamo fatto a tempo di record, se questo non significasse consegnare l’opera della Commissione e le chiavi della cassaforte del Vaticano a George Pell.

 

francesca chaouqui photoshop francesca chaouqui photoshop

Perlomeno nel Consiglio, secondo quanto abbiamo stabilito, ci sarà posto per i membri della Commissione, tranne Videlain-Sevestre che non ne vuole sapere. Sono certa che Balda sarà segretario generale, e che anche Zahra e De Franssu mirassero a un ruolo in questo organismo sin dall’inizio; quanto a me, non mi interessa, preferisco puntare a una consulenza per il Vatican Media Center, o forse per l’organizzazione di eventi. Oggi, 24 febbraio, Sua Santità doveva firmare il chirografo, alla presenza del C15, il consiglio dei quindici cardinali che a breve verrà soppiantato dal nuovo Consiglio per l’Economia. Balda viene da quella riunione.

 

francesca chaouqui a ballaro da massimo giannini francesca chaouqui a ballaro da massimo giannini

«Cosa significa che non è il documento giusto?» indago quando il respiro comincia a tornargli regolare. «Lo abbiamo letto tutti insieme ieri sera.» La nomina a segretario generale che si aspettava non è stata ufficializzata. Sarà fatta tra una settimana... Ma se non lui, chi dovrebbe essere il segretario? Xuereb, a quanto pare. «E tu?» Balda scrolla le spalle. Lui è fuori. Alfred Xuereb è il segretario particolare di papa Francesco, e ora diventerà il numero due del suo nuovo ministero. Maltese, come Zahra. Cavaliere dell’Ordine di Malta.

 

Delegato del papa presso la Commissione, ci ha sempre tenuto d’occhio con discrezione e, mi è sembrato, senza malevolenza. Ma forse mi sbagliavo. So che Bergoglio si fida di lui, ma non avevo mai sospettato che ambisse a questo incarico. Men che meno che potesse essere nominato al posto di Balda. Credevo che i giochi fossero fatti: Pell sarebbe diventato il capo del nuovo ministero e lui il segretario. Possibile che con le sue intemperanze si sia inimicato la Curia al punto che papa Francesco in persona si è opposto alla scelta del cardinale australiano?

 

FRANCESCA CHAOUQUI E VALLEJO BALDA FRANCESCA CHAOUQUI E VALLEJO BALDA

«Vuoi dire che Sua Santità ha modificato il documento che gli era stato presentato?» chiedo con cautela. Ora capisco perché è così agitato. In un istante tutti i suoi piani sono andati a gambe all’aria. I suoi, ma anche i miei: la mia fortuna in Vaticano è legata alla sua, ho tentato di costruirmi un percorso alternativo ma sono appena agli inizi. Questa decisione, che esclude Balda dalla gestione del potere economico, sbarra la strada anche a me. «Sei comunque sempre il segretario della Prefettura degli Affari Economici», cerco di consolarlo mentre penso febbrilmente a come rimediare a questo danno.

 

francesca chaouqui a ballaro da massimo giannini francesca chaouqui a ballaro da massimo giannini

La verità è che con questa riforma la Prefettura diventa un guscio vuoto. Tutto, compresa l’APSA, rientrerà sotto il controllo della nuova Segreteria. È un potere enorme. Mi tende un appunto scarabocchiato a parole smozzicate, preso sul momento. «È istituito il Consiglio per l’Economia, con il compito di sorvegliare la gestione economica e di vigilare sulle strutture e sulle attività amministrative e finanziarie dei dicasteri della Curia romana, delle istituzioni collegate con la Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano», leggo, decifrando a fatica la grafia sconnessa. Ma come, tutti i dicasteri?

 

Non è così che l’avevamo pensato. In questo modo, mi spiega Balda, la sezione ordinaria dell’APSA finisce sotto il controllo di Pell, e non c’è da dubitare che la sezione straordinaria la seguirà presto. Se si aggiunge l’istituzione di una figura di audit generale, la Prefettura degli Affari Economici di fatto è svuotata di ogni funzione e il prossimo, logico passo sarà farne a meno. Solo lo IOR non è interessato dalla riorganizzazione, almeno per ora.

 

nuzzi fittipaldi chaouqui nuzzi fittipaldi chaouqui

«Ma quando è successo? E chi è stato?» Balda scrolla le spalle. Non ha bisogno di rispondere a questa domanda. Fin dall’inizio la Commissione è sembrata scissa e con l’andare dei mesi la frattura si è fatta sempre più profonda. Scopro ora quanto. Balda sta tornando ad arrabbiarsi e taccio, per non soffiare sul fuoco. In questo Stato sull’orlo della bancarotta, si è capito, il denaro non manca: tra un report e l’altro abbiamo individuato quasi un miliardo di asset non registrati in bilancio, e ulteriori indagini faranno spuntare fuori altre centinaia di milioni, è più che certo. Cifre enormi. Un potere enorme. In mano a Pell.

 

nuzzi e fittipaldi sul banco degli imputati in vaticano accanto a francesca chaouqui e vallejo balda nuzzi e fittipaldi sul banco degli imputati in vaticano accanto a francesca chaouqui e vallejo balda

L’ uomo che ha gestito con successo, perlomeno economico, gli scandali sui preti pedofili del suo Paese, mentre negli Stati Uniti la questione andava fuori controllo. In mano a Joseph Zahra, revisore per anni dei conti della Santa Sede, che sa da molto tempo dove sono i soldi e dove vanno. E a Jean-Baptiste de Franssu, sul quale effettivamente non so granché. Se non che suo figlio è stato di recente assunto da Promontory, con cui già lavorava. Promontory: la società che è stata incaricata (nonostante la protesta iniziale di Videlain-Sevestre) di analizzare i conti dell’APSA. Un’onnipotente società di consulenza americana che ora è forse l’unica struttura al mondo ad avere il quadro completo dei flussi di denaro nelle banche vaticane. Mi sento accerchiata. Yeo, Llano e Messemer sono tutti nel nuovo Consiglio, ma giurerei che hanno idee molto diverse su ciò che stanno facendo e per il bene di chi.

 

francesca chaouqui francesca chaouqui

«Dobbiamo avvertire il papa», dico. Balda scuote la testa. «Avvertirlo di che cosa? Non abbiamo prove.» La versione del documento che abbiamo letto ieri sera non è stata spedita a nessuno. È entrata e uscita dall’Area 10 una semplice stampata, non ne è stata fatta una copia d’archivio. Perché avremmo dovuto? Il motu proprio sarebbe stato comunque ufficializzato oggi. Non ci sono prove. In quel momento la porta si apre ed entra Maio, trafelato. «Ho letto il tuo messaggio», dice a Balda.

 

«Chiudi la porta», replica lui. Cominciamo a ragionare sull’accaduto e so che in pochi minuti tutto è cambiato. Non siamo più tre persone che lavorano insieme, legate da stima, cameratismo, quasi-amicizia. Siamo ex membri di una Commissione che presto non esisterà più e che forse non è mai esistita se non come mezzo per fini eterogenei. Game over?

 

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