CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - IL “CORRIERE DELLA SERA” SOSTIENE CHE PAPA FRANCESCO AVREBBE DETTO A SYLVESTER STALLONE: “SIAMO DIVENTATI GRANDI GUARDANDO I SUOI FILM”, MA IL PRIMO ROCKY USCÌ DEL 1976, QUANDO BERGOGLIO AVEVA 40 ANNI - FRANCA GIANSOLDATI, VATICANISTA DEL "MESSAGGERO", SCRIVE CHE DURANTE IL VIAGGIO DEL PAPA IN ESTREMO ORIENTE C'ERANO PICCOLI GRUPPI DI FEDELI CINESI CON "LA BANDIERA CON FALCE E MARTELLO", MA LA BANDIERA DI PECHINO HA NELL’ANGOLO UNA STELLA GIALLA...

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“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

ritratto del barone di Munchhausen ritratto del barone di Munchhausen

Titoli. Corriere della Sera, pagina 1: «Cronaca di un linciaggio»; pagina 22: «Scippa un’anziana, linciato dai passanti». La Repubblica: «Lo scippatore linciato in strada / il quartiere filma e sta a guardare». Avvenire, pagina 1: «Tenta scippo, i passanti lo linciano»; pagina 17: «Un linciaggio durato oltre due minuti nei confronti di un cittadino indiano». Il Giornale: «È caccia al branco del linciaggio». La Gazzetta dello Sport: «Tenta di scippare una novantenne / Linciato dai passanti». Il Giorno: «Giustizia fai da te in strada / Scippatore linciato dalla folla».

 

E potremmo continuare a lungo. È appena il caso di ricordare ai colleghi che il verbo linciare significa «uccidere per linciaggio», e sottolineiamo uccidere, adattamento dell’inglese to lynch, dal nome del capitano americano William Lynch (1742-1820), che fece approvare una legge per l’esecuzione sommaria, la Lynch law. Il verbo non pare adattarsi al caso dello scippatore in questione, uscito un po’ malconcio dal pestaggio, ma intenzionato a sporgere denuncia contro i suoi aggressori. Escludiamo che un morto possa rivolgersi alle competenti autorità.

 

il messaggero, la bandiera (sbagliata) della cina il messaggero, la bandiera (sbagliata) della cina

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Titolone da Tuttolibri, supplemento culturale (culturale!) della Stampa: «Si, viaggiare...». Lucio Battisti, che cantava il brano scritto da Giulio Rapetti, in arte Mogol, si rivolta nella tomba.

 

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Il Corriere della Sera scrive che ricevendo in udienza Sylvester Stallone, interprete di Rocky Balboa, Papa Francesco avrebbe detto: «Siamo diventati grandi guardando i suoi film», anche se non si capisce a chi si riferisca la prima persona plurale, perché dubitiamo che il Pontefice sia passato con l’attore al plurale maiestatico. Serena Sartini sul Giornale non solo allarga il pluralis maiestatis

 

F«Noi siamo cresciuti con i vostri film»: vostri di chi? – ma afferma che il Papa avrebbe aggiunto: «È un piacere vederla. Ho tanti ricordi da bambino». Però l’attore è nato nel 1946 e il primo Rocky uscì del 1976, mentre Jorge Mario Bergoglio è del 1936: il gesuita argentino era bambino a 40 anni o gli capita talvolta, con la fattiva collaborazione dei vaticanisti, di parlare solo per ottenere una comparsata sui mass media?

 

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corriere della sera, i zaini corriere della sera, i zaini

Titolo dalla Repubblica: «I giudici insorgono / “Le grida manzoniane non fermeranno la violenza minorile”». Il povero Alessandro Manzoni risciacquò i panni in Arno per nulla. Il plurale di grida è regolare: le gride. Invece le grida è il plurale di grido, specialmente in riferimento a quelle umane. «Perciò dire le grida parlando di “bandi”, “editti” e simili è un errore», sentenzia Lo Zingarelli 2024.

 

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Incipit dell’editoriale di Agnese Pini, direttore del Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno), in prima pagina: «Vedo Marrakech e penso a l’Aquila». Però non vede (o non pensa) che il toponimo esatto è L’Aquila, dunque richiede la maiuscola, e che Sergio Lepri, per quasi 30 anni direttore dell’Ansa, nel suo Breve manuale di giornalismo ricorda che in casi del genere l’articolo determinativo «si lega alla preposizione che precede il nome: “Un cittadino della Spezia”, “recarsi all’Aquila”, “l’isola della Maddalena”».

 

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bandiera della cina bandiera della cina

Franca Giansoldati, inviata dal Messaggero al seguito di Papa Francesco in Estremo Oriente, spiega che «Pechino ha vietato ai vescovi di varcare il confine con la Mongolia anche se ha concesso il visto turistico a piccoli gruppi di fedeli che erano presenti alla messa nel palasport con la bandiera rossa con la falce e martello». Chissà che cosa ha visto Giansoldati. La bandiera in questione non reca né falce né martello. Essa ha nell’angolo in alto a sinistra una grande stella gialla, che simboleggia la guida del Partito comunista cinese, con accanto quattro stelle più piccole dello stesso colore, che nelle intenzioni dell’autore Zieng Liansong dovevano rappresentare operai, contadini, piccola borghesia e capitalisti.

 

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Titolo dalla sezione Qn Economia sul sito del Quotidiano Nazionale: «Intelligenza artificiale, a rischio un posto su tre secondo Confartigianato. Le professioni più esposte sarebbero quelle maggiormente qualificate, a contenuto intellettuale e amministrativo, tra le cateteri a meno rischio quelle manuali e meccaniche». Forse era da pubblicare nella sezione Qn Medicina.

 

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quotidiano nazionale, cateteri a meno rischio quotidiano nazionale, cateteri a meno rischio

«Le “nove tavole” di Assisi, una in meno di quello che il Signore diede a Mosè sul Sinai, per elencare i suoi comandamenti», afferma sicuro di sé Fabrizio d’Esposito sul Fatto Quotidiano nella sua rubrica settimanale Il chierico vagante, scrivendo di un incontro della «destra clericale». Senza soffermarci sull’incongruo quello al maschile e al singolare (in luogo di quelle), informiamo il poco chierico molto vagante che secondo la Bibbia le tavole erano due (Esodo, 31, 18 e 32, 15), poi spezzate e rifatte, ma sempre due (Esodo, 34, 1). Dieci sono i comandamenti (o le «parole»), caro d’Esposito. E sorvoliamo su un «non c’azzecca nulla» che fa tanto cazzeggio.

 

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la repubblica, le grida anziche?? le gride la repubblica, le grida anziche?? le gride

«La terra ha tremato alle 23.11 (erano le 22.11 in Italia) di venerdì nell’intera regione di Marrakech-Safi», informa Fabio Amendolara sulla Verità. Non sappiamo di quale orologio sia provvisto il cronista, ma, se la terra ha tremato alle 23.11, in Italia erano di sicuro le 00.11, visto che il nostro Paese è un’ora avanti, e non un’ora indietro, rispetto al Marocco.

 

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«Qualcuno ha evocato il paradosso del barone di Munchausen», osserva Stefano Folli nella sua rubrica Il punto sulla Repubblica. Il titolista si adegua: «Conte e il barone di Munchausen». Peccato per entrambi che si scriva Münchhausen, con la Umlaut sulla u e due h.

 

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Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Scuola, ritorno in classe con l’incubo rincari: una risma di carta da 4 a 7 euro, i zaini costano 20 euro in più». Invochiamo il ritorno a scuola anche per i titolisti della redazione web. E con gli zaini belli pesanti.

tuttolibri, si' viaggiare senza accento tuttolibri, si' viaggiare senza accento

 

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In un erudito articolo su Celestino V scritto per L’Osservatore Romano, a Felice Accrocca, colto arcivescovo di Benevento, scappa la frizione sul latino quando menziona una fonte pubblicata «nelle Analecta Bollandiana», la più importante rivista scientifica di agiografia. Trattandosi di un plurale neutro, l’autore avrebbe infatti dovuto scrivere «negli Analecta Bollandiana», oppure «in Analecta Bollandiana» o infine, più didascalicamente, «nella rivista Analecta Bollandiana».

fabrizio d'esposito fabrizio d'esposito

 

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