IL CINEMA DEI GIUSTI - ''CAPISCO CHE SIA ECCITANTE SCOPARSI L’INSEGNANTE DEL PROPRIO FIGLIO, MA…''  IN ''NESSUNO COME NOI'' SIAMO ALLA FINE DEGLI ANNI ’80 NELLA TORINO ANCORA SALDAMENTE DELL’AVVOCATO, TRA PANINARI, GILERA 125, MUSICA DISCO, I PRIMI CELLULARI GROSSI COSÌ CHE FACEVANO SCOPPIARE I MATRIMONI. IN UN TEMPO IN CUI I PROFESSORI NON SONO DEI MORTI DI FAME COME OGGI MA SONO ANCORA FIGHI E AFFASCINANTI. IL MIGLIOR FILM DI VOLFANGO DE BIASI

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Marco Giusti per Dagospia

 

Nessuno come noi di Volfango De Biasi

 

“Capisco che sia eccitante scoparsi l’insegnante del proprio figlio, ma…”. Ma… cosa? Dai. Siamo alla fine degli anni ’80 nella Torino ancora saldamente dell’Avvocato, tra paninari col piumino, Gilera 125, musica disco, i primi cellulari grossi così che facevano scoppiare i matrimoni. E, soprattutto, siamo in un tempo dove i professori non sono dei morti di fame come oggi che nemmeno Di Maio&Salvini se li filano, ma sono ancora fighi e affascinanti. Maschi e femmine.

nessuno come noi nessuno come noi

 

Questo Nessuno come noi, diretto da Volfango de Biasi, che lo ha scritto assieme a Marco Ponti, Tiziana Martini e a Luca Bianchini, autore anche dell’omonimo romanzo, al di là delle storie d’amore sia degli adulti che dei giovani liceali coi brufoli, è una specie di spaccato della vita a Torino sul finire degli anni ’80 ricostruita con molta accuratezza. Soprattutto per vestiti, auto, locali. Mancano i cinéphiles torinesi del tempo, certo, quelli non interessano a nessuno oggi, e manca lo strascico della lotta politica che dieci anni prima aveva provocato non pochi lutti nella città. Ma siamo dentro una storia d’amore che ne contiene altre.

 

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La politica lasciamola stare. Lo stimato professor Umberto Fioravanti, interpretato da Alessandro Preziosi, è un benestante borghese di Torino, con bella casa, bella moglie un po’ triste, Christiane Filangieri, un figlio liceale, Romeo, Leonardo Pazzagli, che lo venera. Ma Umberto non sta così bene né con la moglie né con se stesso. “Dove vai?”, gli chiede la moglie mentre esce di casa. “Ad annegare nella mia ipocrisia!”.

 

Invece di buttarsi nella lotta politica, come avrebbe fatto dieci anni prima, si innamora perdutamente dell’insegnante del figlio, Betty Bottone, interpretata da una Sarah Felberbaum raggiante coi capelli pettinati a imitazione di Meg Ryan. “Cazzo come sei bella!”, fa lui, forse poco fine. Le fa una corta spietata, più o meno come si faceva negli anni ’80 (no, oggi non usa più). E non le intasa di uozzapp o sms il cellulare perché lei non ce l’ha, ha solo una rudimentale segreteria telefonica del tempo. E lei cede. Era ovvio. Perché lui è bello e stimato. Ma anche parecchio sposato.

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Contemporaneamente, il figlio Romeo, un po’ zuccone, si lega al nerd della classe, Vince, interpretato da Vincenzo Crea, che per giunta è anche terrone, con padre che tifa Juventus. Grazie al nuovo amico studioso, Romeo migliora come rendimento scolastico, mentre Vince si scioglie dal sacco di patate che era e inizia a vestirsi un po’ da paninaro, anche se seguita a puntare su una compagna di classe, Caterina, cioè Sabrina Martina. Inutilmente, perché Caterina si innamora invece di Romeo, creando non poco scompiglio. E anche Umberto dovrà rendersi conto che deve scegliere.

 

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Se vivere con la moglie la sua vita borghese o vivere con Betty in cerca di una nuova vitalità. Partito un po’ prevenuto, ho trovato invece il film il migliore che abbia finora diretto Volfango De Biasi, malgrado qualche dialogo buttato via, ma preciso nei rapporti tra i personaggi e nella ricostruzione. La coppia Preziosi-Felderbaum funziona e lei è davvero deliziosa. In sala da giovedì 18 ottobre.

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