IL CINEMA DEI GIUSTI - IERI SONO ANDATO A VEDERE “CORRO DA TE” DI RICCARDO MILANI AL CINEMA ADRIANO DI ROMA. CREDO CHE IL FUNZIONAMENTO DEL FILM SIA SOPRATTUTTO LEGATO ALLA BUONA COSTRUZIONE DEL CAST - È UN FILM NON FACILE DA GESTIRE, COMICAMENTE, E SPESSO LE BATTUTE SONO PESANTI E CADONO NEL VUOTO. MA ALMENO TENTA UNA STRADA DIVERSA DI COMMEDIA - FAVINO, AHIMÉ, NON SEMBRA QUI PARTICOLARMENTE A FUOCO. PER MIRIAM LEONE È TUTTO PIÙ SEMPLICE - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

miriam leone pierfrancesco favino corro da te miriam leone pierfrancesco favino corro da te

Ieri sono andato assieme a Ciro Ippolito a vedere “Corro da te” di Riccardo Milani al Cinema Adriano di Roma. Ciro è troppo critico, non gli è piaciuto nemmeno “Licorice Pizza”, così è scappato dopo al 40° minuto. Io sono rimasto. Credo che il funzionamento del film, sia soprattutto legato alla buona costruzione del cast, la coppia Favino-Leone funziona come richiamo, e lei, dopo l’Eva Kent di “Diabolik” dei Manetti, alla fine è diventata una star da far muovere il pubblico di casa e andare in sala (è una domanda, in realtà, alla quale ancora non so dare risposta).

 

miriam leone pierfrancesco favino corro da te miriam leone pierfrancesco favino corro da te

Non avendo visto l’originale francese di e con Frank Dubosc , “Tutti in piedi”, non so dire se i problemi che riscontro nella sceneggiatura del film sono gli stessi del nostro film. L’idea di presentare nella prima parte una sorta di mostro all’italiana, ricco, aggressivo, maschilista, ignorante, le è davvero tutte, che si innamora della ragazza paraplegica dolce e bellissima, potrebbe anche funzionare, anche Gassman o Sordi hanno spesso interpretato dei mostri pronti a far tutto per una scopata.

 

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Ricordate la battuta di Albertone ne “I pappagalli” di Bruno Paolinelli che, avendo promesso alla cameriera di portare a Roma lo zio paralitico, dopo la scopata, alla richiesta della ragazza (“E zio?”) se ne esce con un terribile “E zio? E zio sta a sede”. Se possiamo ridere, magari erano altri tempi quelli del cinismo di Sordi o di Gassman, possiamo ridere anche di Favino che finge di essere paraplegico per portarsi a letto prima Pilar Fogliati e poi Miriam Leone?

 

MICHELE PLACIDO PIERA DEGLI ESPOSTI - CORRO DA TE MICHELE PLACIDO PIERA DEGLI ESPOSTI - CORRO DA TE

Lo capisce bene la grande Piera Degli Esposti, qui al suo ultimo (o penultimo?) film, che squadrando impietosamente Favino e a proposito delle nipoti se ne esce con un micidiale “eri venuto per la pischella ti tocca la paralitica”.

 

Battuta terribile, ma esemplare di quel che si vuole raccontare. Compresa la confusione di sceneggiatori, regista e interpreti, sempre con la comprensibilissima paura di sbagliare, di cadere con il politicamente scorretto, ma al tempo stesso investendo di alta sensualità la “paralitica” Miriam Leone che, per chiarire la sua figaggine pur nella disabilità è costretto a dire ciò che non vorremmo sentire, “Guarda che ho un gran culo, solo che seduta non si vede”. Più che a Favino è un ammiccamento agli spettatori.

 

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Insomma, come avrete capito è un film non facile da gestire, oggi, comicamente, e spesso le battute sono pesanti e cadono nel vuoto. Ma almeno tenta, pur nella logica del remake, una strada diversa di commedia e lancia una coppia di star all’italiana che al pubblico può piacere. Bravissimi i caratteristi e gli attori secondari, da Pilar Fogliati a Carlo De Ruggeri, che fa il gemello brutto di Favino, dalla strepitosa Vanessa Scalera, che si fa un film a sé che sembra meglio di quello che stiamo vedendo, a Piera Degli Esposti. Favino, ahimé, di solito bravissimo, non sembra qui particolarmente a fuoco, e non ha ancora la grazia di fare lo stronzo che aveva Vittorio Gassman, ma forse su di lui pesa un’intera impostazione non così chiara. Per Miriam Leone è tutto più semplice.

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