IL CINEMA DEI GIUSTI - PERCHÉ IL PUBBLICO ITALIANO PREFERISCE A “REALITY” (665 MILA) LA QUINTA PARTE DI ‘’RESIDENT EVIL: RETRIBUTION” (1,8 MILIONI). UNA SAGA DI ZOMBI VIDEOCLIPPARI TOTALMENTE CAFONI E MASSACRATI DALLA CRITICA DI TUTTO IL MONDO? - ECCO, PROPRIO PER RISPONDERE A QUESTA DOMANDA, SONO ANDATO IN SALA A VEDERE IL FILM CHE, TEMO, NESSUN CRITICO ITALIANO HA DAVVERO VISTO…

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Marco Giusti per Dagospia

Gli incassi di questa settimana parlano chiaro. "Resident Evil: Retribution", addirittura quinta parte della saga diretta da Paul W. S. Anderson e interpretata dalla sua compagna Milla Jovovich, arriva in Italia a un milione e ottocento, con un incasso a copia per sala di 3.600, "Reality" di Matteo Garrone arriva a 665.000 totali e 1.600 a copia.

resident evil retributionresident evil retribution

Non parliamo poi di "Era glaciale 4" che, grazie allo scoiattolo Scrat arriva a cinque milioni e mezzo di incasso. La domanda a questo punto è perché il pubblico italiano preferisca a "Reality" la quinta parte (per Maurizio Porro sul "Corriere" è la sesta...) di una saga di zombi videoclippari totalmente cafoni e massacrati dalla critica di tutto il mondo (23% su "Rotten Tomatoes", un disastro, insulti a parte...).

resident evil retribution locandina xresident evil retribution locandina x

Ecco, proprio per rispondere a questa domanda, sono andato in sala, The Space Moderno di Piazza Esedra, incredibilmente pieno di filippini!, a vedere questo "Resident Evil" che, temo, nessun critico italiano abbia davvero visto. Beh, magari io e i filippini abbiamo gusti stravaganti, ma il film di Anderson, oltre che pieno di femmine violente, armate fino ai denti e bellissime come la protagonista Milla Jovovich, la sexbomb Michelle Rodriguez, già presente nel primo episodio e tornata qui addirittura in un doppio ruolo, la stangona bionda Sienna Mulloroy come Jill Valentine e la star cinese Ling Bing Bing, vestita di rosso con la coscia di fuori, come Ada Wang, è piuttosto buono.

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C'è addirittura un inizio strepitoso con una grande scena d'azione proposta al contrario. Non solo, quasi come nel più blasonato film di Garrone, c'è un delirio di scenari e ambientazioni da reality. Tutto si svolge nella sede in culo al mondo, cioè nella nevosa Kamchatka come in un fumetto di Topolino, della temibile fabbrica di virus che ha dominato l'intera saga, la Umbrella Corporation, retta da una Regina Rossa del tutto virtuale, dove si sperimentano una serie di armi di distruzione di massa da massacro batteriologico.

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In grandi capannoni tra "Truman Show" e "Grande Fratello" sono state ricostruite Tokyo, New York, Mosca. Lì hanno vita delle simulazioni di scenari possibili per i virus che si provano su cloni degli stessi protagonisti della saga, dalla protagonista Alice, che nella vita virtuale ha un marito balordo e una figlia, a Michelle Rodriguez, che nel suo doppione diventa buona e non sa neanche sparare.

RESIDENT EVIL RETRIBUTIONRESIDENT EVIL RETRIBUTION

Ovvio che la vera Alice, imprigionata nella fabbrica di virus della Umbrella Corporation e poi liberata da Ada Wong e da un gruppo di maschi baldanzosi, debba assolvere il compito di far saltare il tutto per salvare l'umanità dalla distruzione. Non è che ci abbia capito molto, i filippini presenti sicuramente di più, ma Paul W. S. Anderson, che ha scritto e diretto tutti e cinque gli episodi, inquadra le sue attrici, a cominciare dalla moglie, come delle divinità e ha gran talento per le scene d'azione senza esagerare con mostri e zombi magna umani.

A differenza del "Reality" di Garrone, qua siamo sempre dentro una realtà virtuale (magari, certo, anche là...) e, soprattutto, siamo sempre e profondamente dentro un cinema di genere, anche se i tentativi di autorialità non possono non sfuggirci. Diciamo anche che il grillo ricostruito in digitale da Garrone non è tanto più riuscito del mostro gigantesco di Anderson, ma in generale, la macchina acchiapasoldi di Anderson (costo 65 milioni di dollari, ne ha rifatti 71 in due settimane di programmazione) è veramente molto, ma molto meno banale di quello che abbiamo letto nelle critiche non solo italiane.

Milla Jovovich at Resident Evil Retribution in D in NYCMilla Jovovich at Resident Evil Retribution in D in NYC

E ci viene il dubbio che questi film "non visti" dai critici andrebbero più attentamente studiati. Certo, questo "Resident Evil: Retribution", perfetto nei trucchi e nelle coreografie, è freddo e meccanico, non ha nessun cuore (la stessa cosa non la possiamo dire certo ai personaggi di "Reality"), ma il suo pubblico è abituato a un funzionamento di altissimo livello visivo, e poco gli importa se quelli che vede in azione sono cloni o esseri umani.

Sembra interessato solo alla messa in scena delle singole scene e adora vedere queste ragazze che volano e si massacrano di botte senza aver mai farsi un graffio. Ma in qualche modo il pubblico di questi film è un critico molto più attento e feroce di quello dei film d'arte, pronto sempre a perdonare un film, anche quando palesemente non funziona.

 

 

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