IL CINEMA DEI GIUSTI - PER LA SUA OPERA PRIMA, “CON LA GRAZIA DI UN DIO”, ALESSANDRO ROJA, BRAVISSIMO ATTORE POPOLARE CRESCIUTO CON “ROMANZO CRIMINALE”, GIOCA SU DUE ELEMENTI DI UN CERTO FASCINO: TOMMASO RAGNO, IL SUO PROTAGONISTA, CON LA SUA FACCIA IMPEGNATIVA DI CHI ERA MEGLIO SE NON TORNAVA IN CITTÀ, E GENOVA, RIPORTARE IL NOIR NEL CAPOLUOGO LIGURE È UN ATTO INTERESSANTE… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

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Per la sua opera prima, “Con la grazia di un Dio”, Alessandro Roja, bravissimo attore popolare cresciuto con “Romanzo criminale”, gioca su due elementi di un certo fascino. Tommaso Ragno, il suo protagonista, con la sua faccia impegnativa di chi era meglio se non tornava in città, e Genova, che negli anni ’70, ma solo allora, era stata un punto di riferimento importante per noir e poliziotteschi, forse grazie alla sopraelevata che la faceva somigliare un po’ a San Francisco.

 

Ricorderete i film di Enzo G, Castellari con Franco Nero, ovviamente, ma anche film meno di genere e più autoriali, come “L’inchiesta” di Gianni Amico, sceneggiato da Bernardo Bertolucci.

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Ma per anni, a dire il vero, Genova non è stata proprio trattata dal cinema italiano. Troppo periferica, troppo triste, almeno rispetto a Roma, Napoli, Milano. Già riportare, come ha fatto Roja, il noir a Genova, è un atto interessante, perché la città si presta ancora benissimo, con i suoi carrugi, le sue luci particolari, i locali del porto, e la vecchia sopraelevata, che non è più una novità, a essere teatro di una situazione cinematografica. Anche poco palpabile e poco chiara, come questa.

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La storia, ma credo sia un caso, è molto simile a quella di “Nostalgia” di Mario Martone, dove Tommaso Ragno non era quello che tornava, ma quello che era rimasto a Napoli, una sorta di doppio di Favino. In questo caso, invece, è il Luca di Tommaso Ragno che torna in città dopo anni che lo distanziano da qualche sbaglio fatto in gioventù. Uno sbaglio e una fuga che si porta dietro con dolore. Quello che è rimasto, il suo doppio, insomma, è invece la causa del suo ritorno a Genova. Perché è morto. Misteriosamente. E forse Ragno vuole capire perché e chi è stato.

 

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Perché non te ne vai? Perché non torni a casa? Gli chiedono incessantemente i vecchi amici, il Maurizio di Sergio Romano, Maya Sansa. Ovviamente, malgrado abbia una moglie, e due figli che lo aspettano, qualcosa lega il personaggio di Luca e la sua disperazione a Genova, al passato e alla memoria dell’amico morto. Roja, con l’aiuto di Massimiliano Kuveiller, sfrutta bene la geografia di Genova e le sue strade. Ne fa qualcosa che non vedi spesso al cinema. E Tommaso Ragno fa il resto. Anche se ha poche sale, il film, che è stato presentato a Venezia alle Giornate degli Autori, va visto e recuperato. 

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