CINEMA D’IRA (VON FÜRSTENBERG) -  "DINO DE LAURENTIIS MI CHIESE DI INTERPRETARE UN FILM EROTICO DI TINTO BRASS CON UN NERO. MA COME FACCIO, HO DUE FIGLI, MI AMMAZZERANNO! LUI SI ARRABBIO’ E ROMPEMMO IL CONTRATTO - FECI LA PROSTITUTA IN ‘FRATELLO SOLE SORELLA LUNA’ DI ZEFFIRELLI MA VENNI TAGLIATA AL MONTAGGIO – LOLLO ERA GELOSA DI ME, SORDI MI CORTEGGIAVA..."

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IRA VON FÜRSTENBERG IRA VON FÜRSTENBERG

Valerio Cappelli per il Corriere della Sera

 

Ira von Fürstenberg, cosa vuol dire essere una principessa nel 2018? «Dipende se sei regnante, altrimenti oggi non conta molto». I cenni biografici di una vita anomala li dice tutti d' un fiato. Simpatica, confessa di essere sempre a dieta («I dolci sono la mia dannazione»); ogni tanto le scappa qualche inglesismo.

 

Ira è nata a Roma, figlia di Clara Agnelli (sorella maggiore dell' Avvocato), e di Tassilo, austriaco per metà e ungherese per l' altra metà, la nonna paterna apparteneva alla famiglia più ricca d' Ungheria, il nonno era ambasciatore dell' imperatore Francesco Giuseppe. «Era una famiglia old fashion che non gradì molto il matrimonio di mio padre. Mamma, che veniva da una famiglia chiusa dell' alta borghesia torinese, aveva 19 anni, papà 38».

 

Un po' quello che successe a lei, che fu chiamata la Sposa bambina.

IRA VON FÜRSTENBERG IRA VON FÜRSTENBERG

«In prime nozze sposai Alfonso di Hohenlohe-Langenburg a 15 anni e lui ne aveva 28. Non era così vecchio. Quello che dice lei è vero semmai per il mio secondo matrimonio, con Baby Pignatari, io avevo 20 anni e lui 43. All' epoca usava, di sposarsi presto».

 

Come spesso accade a una vita di privilegi, Ira von Fürstenberg ha attraversato dolori terribili. Come quando il suo figlio maggiore, Christoph, nel 2006 fu trovato morto sul pavimento di una cella nel carcere di Bangkok.

 

IRA VON FURSTENBERG IRA VON FURSTENBERG

«Quando andai a trovarlo non lo riconobbi, magro come un chiodo, completamente rasato. Lo vidi da dietro le sbarre, saranno stati in cinquanta in cella. Facevano i bisogni dove capitava. Fu accusato di aver falsificato il visto sul passaporto. Lui avrà dato di matto, conoscendolo si sarà messo a urlare e quelli si saranno irrigiditi. Ma fu uno scandalo assoluto. Lottai per tirarlo fuori da lì. Morì dopo quattro giorni».

 

Partiamo dall' inizio. «Io sono del '40, c' era la guerra e i primi anni li passai in Svizzera, vicino a Losanna. Poi papà acquistò a Marocco, vicino a Venezia, una casa in stile palladiano appartenuta al maresciallo Radetzky. Feci questa vita con le nurse, tra Venezia, Cortina, Forte dei Marmi e una casa nei pressi di Salisburgo.

 

IRA VON FÜRSTENBERG IRA VON FÜRSTENBERG

Mamma lasciò papà e io fui spedita in Inghilterra in un collegio di suore, dove ho imparato l' inglese ma soprattutto a vivere da sola. Presto conobbi Alfonso e lo sposai. Lui era charmant, divertente, allegro, pieno di idee. Ci trasferimmo cinque anni in Messico: aveva in esclusiva la concessionaria della Volkswagen. Era il 1955, il Messico sembrava una Spagna un po' retrograda, ma con un mondo intellettuale e artistico vivace».

 

LOLLOBRIGIDA LOLLOBRIGIDA

E poi? «Successe il patatrac. Eravamo sempre in movimento, ricordo una festa per noi due a Hollywood con Gary Cooper e Frank Sinatra. Tradimenti ci furono di sicuro per entrambi. Lasciai Alfonso per Baby Pignatari, aveva fama di playboy e di donne ne ha avute tante. Quattro anni insieme. A lasciarmi fu lui. Non era riuscito a conquistare l' affetto dei miei due figli». Se è così, finì per un motivo nobile. «Sì. Non passò molto tempo che il cinema entrò nella mia vita. Dino De Laurentiis, il produttore, mi disse: perché non provi a recitare? Mi voleva in Barbarella, che poi fece Jane Fonda. Più tardi mi chiese di interpretare un film erotico di Tinto Brass con un nero. Ma come faccio, ho due figli, mi ammazzeranno!

 

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Lui si arrabbiò e rompemmo il contratto». Dice di «odiare la gente che fa la vittima», ma se ha un rimpianto, è per il cinema: «Ho recitato in 28 film, da Lattuada a Bolognini, ma non di prima qualità; di tanti non ricordo nemmeno il titolo. Fu la mia malattia, essendo una donna molto ambiziosa. Dopo l' insuccesso di Processo per direttissima, ispirato alla vicenda di Giuseppe Pinelli (io interpretavo Camilla Cederna), cominciai a vivere un' altra vita».

Disegna gioielli? «Nooo! Lo fanno tutti. L' oggettistica è più nobile e meno sputtanante.

 

Il 25 maggio apro una mostra al Museo Correr di Venezia con l' allestimento di Pier Luigi Pizzi.

Acquisto la base (in India, nelle Filippine) e la rielaboro con porfido o cristallo di rocca: un vaso con un polipo, un dragone, un portauova con foglie di smalto e mughetto, candelabri con lucertole e farfalle. Oggetti che vanno dai 5 ai 50 mila euro. I miei clienti? Il nipote di Picasso, Bernard; la proprietaria di Chopard; molti arabi...».

IRA VON FÜRSTENBERG IRA VON FÜRSTENBERG

 

Certo il cinema... «Vi ho dedicato dieci anni della mia vita, feci la prostituta in Fratello sole sorella luna di Zeffirelli ma venni tagliata in sede di montaggio». È vero che Gina Lollobrigida era gelosa di lei? «Sì, ma per altre ragioni. Al Festival del cinema di Teheran c' era un uomo che guardava me e non lei. Andréa Ferréol sul set de I baroni, mi diceva: ma questa riccona cosa viene a fare? Però ricordo tante attrici gentili con me, Claudia Cardinale, Laura Antonelli poverina, e Mastroianni, simpaticissimo. Mentre Sordi mi corteggiava».

 

IRA VON FÜRSTENBERG IRA VON FÜRSTENBERG

Gianni Agnelli lo chiamava zio? «No, avevo un rapporto amichevole, era brillante, la battuta pronta. Ma non riuscire a dipendere dalla famiglia è sempre meglio. Ho avuto dei vantaggi. Però io voglio essere myself».

 

SORDI SORDI

Ha fatto parte di un jet set internazionale senza ostentazioni. «È una vita che non ho scelto: mi ci sono trovata. Oggi c' è gente ricca e alcuni hanno imparato lo stile, ma in casa si riceve poco e quando lo si fa non è per divertimento ma per un purpose, uno scopo. Internet (che io non uso) ha soffocato il contatto umano. La cosa più divertente che mi è capitata è una scultura di bronzo col mio volto: sa chi l' ha fatta? Arno Breker, lo scultore di Hitler».

 

Ha vissuto in Brasile, a Parigi, Ginevra, Londra, Roma e ora sta comprando casa a Madrid.

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«Non ho famiglia, sono una zingara». Fugge di qua e di là per inquietudine? «Neanche più di tanto, che inquietudine vuoi avere a quasi 80 anni?». È vero che in Sardegna c' è una spiaggia chiamata col suo nome? «Così dicono. È vicino a dove si andava al mare, Porto Rotondo».

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