COLPEVOLI PRIMA DI OGNI SOSPETTO - FACCI CONTRO IL NUOVO TREND FORCAIOLO DEL “CORRIERE” DEL LODEN: “SECONDO MUCCHETTI, MONTI DOVREBBE SOLLEVARE ORSI DA FINMECCANICA SOLO PERCHÉ IL PM WOODCOCK, NOTO PER LA SOLIDITÀ DELLE SUE ACCUSE, GLI HA MANDATO UN’INFORMAZIONE DI GARANZIA? - E FORMIGONI DOVREBBE DIMETTERSI NON PERCHÉ SIA INQUISITO, MA PERCHÉ È INQUISITO DACCÒ, CHE TRA L’ALTRO NON HA RICEVUTO ALCUN TRATTAMENTO DI FAVORE DALLA REGIONE LOMBARDIA?”…

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Filippo Facci per "Libero"

Siamo all'apoteosi del circolo mediatico-giudiziario, al punto che in un caso è diventato solo mediatico senza il giudiziario. Prendiamo due casi pur molto diversi: il caso Orsi (Finmeccanica) e il caso Formigoni. E obblighiamoci a premettere noiosamente, come ossequio a Lapalisse, che ciascun giornale può chiedere le dimissioni di chiunque per le ragioni più varie, chiamiamole ragioni politiche.

ROBERTO FORMIGONIROBERTO FORMIGONI Giuseppe-OrsiGiuseppe-Orsi

No, non è obbligatorio attendere una condanna in Cassazione per chiedere le dimissioni di chicchessia, anzi: per chiederle non è neppure strettamente necessario che tizio sia inquisito e che l'alveo giudiziario sia sempre il parametro di ogni cosa. Quello che però non va bene, quello che appare pretestuoso e allarmante, è nascondersi dietro le ragioni giudiziarie (inesistenti, talvolta) per giustificare delle ragioni che sono appunto discrezionali, politiche.

Il caso Orsi, anzitutto. Ieri Massimo Mucchetti, sul Corriere della Sera, ha scritto le seguenti cose, e ci scusiamo se la citazione è lunga: «La sola ipotesi accusatoria getta discredito sull'intero sistema delle nostre imprese all'estero... Il governo Monti deve onorare le sue responsabilità di azionista d Finmeccanica. Orsi e la società hanno negato ogni colpa. È possibile che abbiano ragione e in ogni caso l'onere spetta all'accusa. Ma oggi la questione per il governo azionista non è se Orsi abbia o meno ragione... (i cittadini) esigono gestioni al di sopra di ogni sospetto...

de bortolide bortoli

Il governo dei tecnici deve dunque dire se a Finmeccanica basta l'autodifesa del suo presidente... Negli ultimi mesi tutti hanno notato uno stato di incomunicabilità tra i ministri di riferimento e il capo dell'azienda. È una distanza che non va bene. L'azionista dica se ha fiducia in Orsi. Se sì, lo sostenga apertamente. Se no, lo induca a compiere un passo indietro... Ma forse lo stesso Orsi dovrebbe riflettere se la sua resistenza, in linea di principio perfettamente legittima, sia utile alla società o sia arrivata l'ora di un gesto di responsabilità».

FacciFacci

Traduciamo con parole nostre: siccome Finmeccanica ha una reputazione importante nel mondo, per il suo presidente non valgono le garanzie che varrebbero se Finmeccanica fosse un'impresa che nessuno conosce; per i cittadini in questo caso basta il sospetto, e Monti - che i cittadini oltretutto non hanno eletto - dovrebbe sollevare direttamente Orsi perché il pm Henry Woodcock, noto per la solidità delle sue accuse, gli ha semplicemente mandato un'informazione di garanzia; a questo si aggiunga che Orsi va poco d'accordo col governo dei tecnici e piace poco anche a noi del Corriere, quindi, insomma, Monti ne approfitti e lo mandi a casa, oppure si dimetta direttamente Orsi che facciamo prima. Extra-sintesi: basta una cartaccia di Woodcock (di Woodcock) per rimuovere all'istante il presidente di una holding colossale. Abbiamo capito male?

John Henry WoodcockJohn Henry Woodcock

Il caso Formigoni è molto più semplice: qui non c'è neppure un'inchiesta. Sono stati inquisiti altri uomini della giunta lombarda e questo offre il fianco a valutazioni politiche (rieccoci) circa l'opportunità che Formigoni tenga in piedi il suo governo: valutazioni legittime, come detto.

Massimo MucchettiMassimo Mucchetti

Ma questo non c'entra niente col fantomatico «caso Daccò» di cui si legge su tutti i quotidiani: secondo i quali - non è chiaro perché - Formigoni dovrebbe andare a casa. Cioè. Non è inquisito, dalle carte non è emerso nulla, nessuno ha contestato rapporti professionali e affaristici tra lui e Daccò, non risulta alcun trattamento di favore che l'imprenditore avrebbe ricevuto dalla Regione Lombardia: c'è solo che Formigoni è stato in vacanza con Daccò il quale è inquisito ed è in galera; c'è che questo Daccò gli avrebbe pagato le vacanze - circostanza che Formigoni nega - il che non comporterebbe comunque nessun reato.

berlusconiberlusconi

È tutto qui: non c'era neppure bisogno dell'autodifesa un pizzico megalomane che Formigoni ha fornito a Matrix, laddove ha spiegato che dopo Berlusconi, nel Pdl, il più importante è lui e quindi è sotto attacco; non serviva neppure ricordare che «l'accusa» delle vacanze pagate da Daccò proviene da un galeotto che traffica denaro in Svizzera. Però Formigoni dovrebbe dimettersi, in sostanza, non perché sia inquisito o possa esserlo, ma perché è inquisito Daccò. Abbiamo capito male?

 

 

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