Dario Salvatori per Dagospia
Nel 1969 Caterina Caselli e Dalida si contesero la stessa canzone: “Nel 2023”. La Caselli ebbe più successo in Italia, Dalida in Francia e in tutta Europa. Una delle canzoni più catastrofiche di tutti i tempi, che però raggiunse il n.1 proprio in quel luglio 1969 quando Neil Armstrong scese dall’Apollo 11 per fare la sua passeggiata sulla Luna.
Il testo era di Daniele Pace, accennando al misterioso futuro che incombeva, aggiungendo la frase “Nel 2023 l’uomo avrà smesso di lavorare” (ci andò vicino). Il brano era americano, cantato da Zager & Evans e in origine si chiamava “In the year 2525”.
Rick Evans la scrisse nel 1964, rimase chiusa in un cassetto fino al 1968. Il duo la incise all’inizio di giugno, entrò al n.95 in America e il 12 luglio era al n.1, grazie alle radio texane che la programmarono a rotta di collo, scalzando dal podio Elvis Presley, i Beatles e Stevie Wonder. Roba da non credere.
Denny Zager e Rick Evans erano pure un po’menagrami di loro stessi, al punto di scrivere sotto il titolo della canzone “exordium & terminus” e infatti dopo tre dischi sparirono da ogni radar. Il brano arrivò al n.1 in tutto il mondo e il duo e la Rca, la loro casa discografica, impose la versione italiana, con il titolo cambiato per ragioni metriche, con un testo incomprensibile.
Piacque quell’incedere epico e solenne, con un finale vagamente psichedelico, dove si racconta quanto l’uomo in diecimila anni abbia preso per sé dalla Terra senza dare nulla in cambio.
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