Federico Rocca per “Vanity Fair”
Attenzione, spoiler. Non aspettatevi, in queste pagine, cronache dettagliate di avventure boccaccesche, resoconti pruriginosi di assembramenti orgiastici, inventari meticolosi di depravazioni irriferibili. Niente di tutto cio. Quel che ci troverete, piuttosto, sara lo stupore di un giornalista che, forse rammaricato, riuscira a sorprendersi di fronte a quella che, a pensarci anche solo un istante, e solo una pura e quasi banale ovvieta.
Che cosa ci fa uno in cam con il figlio di Rocco Siffredi e con la figlia di Eva Henger? Non quello che in molti potrebbero immaginare e, forse ancor di piu, desiderare. Niente sedute di chatroulette hot, niente meeting vietati ai minori, niente sesso (virtuale) ai tempi del Covid-19. Leonardo Tano e Mercedesz Henger si incontrano per la prima volta nei rispettivi schermi, per confrontarsi su un tema che pretenderebbe di essere audace: la formazione sessuale di chi ha genitori, da questo punto di vista, presumibilmente ingombranti (oddio, si puo usare quest’aggettivo a proposito di Rocco Siffredi?).
Leonardo e collegato dalla sua cameretta a Budapest, dove vive con la famiglia e studia Ingegneria meccanica. Ci aspetta online gia da una ventina di minuti, ma non siamo noi a essere in ritardo. Alle sue spalle una sfilza di trofei, conquistati sul campo. Che, a scanso di equivoci, e quello delle gare di corsa in go-kart. Mercedesz, invece, si connette con qualche minuto di ritardo. E chi, in tutto cio, ci vuole leggere una metafora piu ampia delle tempistiche che proverbialmente differenziano il genere maschile e quello femminile sotto le lenzuola, faccia pure. Zero trucco, una felpa rosa baby. Ci saluta come Heidi da quella che sembra una malga d’alta montagna.
«Parliamo in ungherese, cosi lui non capisce niente!», esordisce Leonardo dopo una risata che e solo la prima di una lunga serie. Una risata di timidezza, se non proprio di imbarazzo. Proposta di complicita accolta: Mercedesz gorgoglia qualcosa che provero, senza successo, a interpretare anche con Google Translate. E gia uno si sente, ulteriormente, tagliato fuori.
rocco lorenzo leonardo siffredi
«L’altro giorno ti ho stalkerizzato: sei veramente un bellissimo ragazzo. L’ho detto anche a Lucas, il mio fidanzato. Fai anche il modello, giusto?». Risata numero due e primo accenno di rossore in volto: «Grazie. Diciamo che ci ho provato, ma non mi piace molto. E noioso».
Immagino che abbiate scoperto il sesso in modo diverso rispetto a noi, che non abbiamo avuto un genitore pornostar.
Mercedesz: «E cosi. Per me la nudita e il sesso sono sempre stati presenze normali. Gli uffici di mio padre (Riccardo Schicchi, talent scout del mondo dell’hard che ha scoperto, tra le altre, Cicciolina e Moana Pozzi, ndr) erano attaccati a casa nostra: scendevo a giocare con le sue segretarie, e attorno a me vedevo girare queste bellissime donne nude. Per mio padre il corpo femminile era una meravigliosa forma d’arte, nella quale non era possibile vedere il male. Ho realizzato che, forse, tutto cio non era poi cosi normale a 8 anni, quando un compagno di scuola mi disse: “Ma tu sei figlia di una pornostar? Tua mamma lo fa per soldi? Non va bene!”. Pensai che forse sbagliavo a parlare della vita dei miei genitori con tutta quella naturalezza. Ma crescendo ho capito che come la vedo io, la vedo io. E come la vedono gli altri, la vedono gli altri».
rocco siffredi con la moglie rozsa e il figlio leonardo foto andrea arriga
Leonardo: «Tutti gli amici di papa lavoravano nel settore, e spesso stavo con loro. Ho sempre sentito parlare di porno, anche quando ero piccolo. Era tutto cosi normale anche per me, che non l’ho mai nascosto ai miei compagni».
Mai sentiti strani, dunque?
L: «A me e sembrato strano sentire dalla mia ragazza che, per lei, era stata utile l’educazione sessuale a scuola, perche i genitori non le avevano mai detto niente. Per me era esattamente il contrario. E non mi riferisco al porno: i miei non hanno mai avuto nessuna paura di parlarmene».
Il sesso, cioe il lavoro, da una parte e l’amore dall’altra: ve l’hanno raccontata cosi?
M: «Per i miei genitori la parte personale e quella professionale erano una specie di miscuglio. Il sesso e una forma d’amore, che puoi condividere con chi vuoi. Farne un lavoro, per mio padre, e stato un modo per condividerla con piu persone. La sua era una visione quasi poetica: e difficile da spiegare a chi non la pensa come lui. Ma io ci sono cresciuta, lo capisco. E sono fiera di questo treno di pensieri che mi ha lasciato».
Miti da sfatare ne abbiamo?
M: «La gente immagina che, essendo cresciuta cosi, io possa essere stata troppo...insomma, che abbia cominciato giovanissima a fare sesso. E invece no. Ho preso i miei tempi, ho aspettato di innamorarmi. E poi ho fatto il passo successivo».
rocco siffredi con il figlio leonardo foto andrea arriga
A che eta?
M: «Diciotto, probabilmente sopra la media. Molte mie compagne, forse soffocate dai propri genitori, si sono ribellate prima. Lo dico con fierezza, ma se anche fosse successo prima so che l’avrei fatto in modo consapevole, e che sarebbe stato in ogni caso il momento giusto per me».
L: «Io avevo diciassette anni. Non ero giovanissimo, ma non so se sia dipeso in qualche modo dal lavoro di papa. Sia io sia mio fratello siamo fidanzati da tanto tempo...».
Con la stessa ragazza? Mi regali questo brivido, la prego.
L: «No, volevo dire che anche noi abbiamo aspettato di incontrare l’amore, prima di fare sesso. Sono fidanzato da quasi due anni. L’ho conosciuta a scuola quando ne avevo 12, sai, quando sei bambino e ti dai i bacini. Poi lei si e trasferita in India e ci siamo ritrovati quando e tornata qui in Ungheria. Potremmo dire di stare assieme da 10 anni. La cosa divertente e che nel mezzo ho avuto altre ragazze, e dopo che ci siamo lasciati ho saputo che i loro genitori, forse spaventati, chiedevano loro se con me fosse stato tutto ok o se fosse successo qualcosa di... strano, ecco».
leonardo siffredi foto andrea arriga
Oltre a quest’apertura mentale, che cosa vi hanno insegnato i vostri genitori riguardo al sesso?
L: «Fortunatamente solo quello. Sarebbe stato strano avere delle lezioni piu dettagliate».
M: «Per me e stato un apprendimento continuo: non mi ricordo il momento esatto in cui ho imparato che cosa volesse dire fare sesso. Proprio come non ricordo la mia prima parola».
E quando avete visto i vostri genitori in un video?
M: «Mai vista mia madre. Una cosa e essere consapevoli di quello che fa, un’altra vederlo coi tuoi occhi. E poi so che a mia madre non farebbe piacere».
L: «Anche io non l’ho mai visto in azione. Ho visto le cover dei dvd che giravano per casa ma... non me l’ha mai detto, pero ho capito che non vorrebbe lo vedessi».
M: «Davvero? Ero convinta che per i maschi fosse diverso. Ma, in effetti, te lo immagini: “Figliolo, guarda qui in tv che cosa ho fatto, che ne pensi?”».
I vostri genitori hanno mai lavorato assieme?
M: «Non lo so, dopo googlo. Ma non voglio vedere niente».
Finita l’intervista lo faro io – dovere professionale – per scoprire che nel cast di Rocco lo spaccone, primi anni ’90, c’e anche Eva Henger. Ma al pensiero di dover giustificare la cronologia delle ricerche nel pc di lavoro, mi accontento delle informazioni che ho. Stavolta il bravo giornalista non verifica le sue fonti.
Timidi o disinibiti? Come siete, sessualmente parlando?
M: «Normale, credo. Non mi scandalizza niente, e non faccio nulla di scandaloso. Nella coppia e importante saper trovare dei punti d’incontro. Anche sotto quell’aspetto».
L: «Non giro nudo per casa, non mi piace che i miei genitori mi vedano. Sono timido, si, se era questa la domanda».
No, veramente era piu tipo: a letto le piace sperimentare?
L: «Ah... no, proprio no. Anche lei e piuttosto all’antica, non vorrei mai spingerla a fare cose che non desidera. Temo di essere super noioso».
Ma scusate, io cosa scrivo in quest’articolo? Siete di una normalita sconcertante.
L: «Diciamo che se devo vedere qualcosa di strano basta che vada sul set».
Anche nelle vostre famiglie la sera, a cena, si parla dei problemi di lavoro?
L: «Capita. Adesso che mio padre lavora come produttore molto spesso lo sento lamentarsi di attori che non funzionano. Vuol dire che... non gli si alza il... coso».
Leonardo questa volta diventa tutto rosso, sotto il ciuffo di capelli biondi.
M: «Capitava, ma eviterei di ricordare qui i dettagli. Potrebbero sembrare un po’ volgari».
Non vi ha mai sfiorato il pensiero di seguire le orme dei vostri genitori?
M: «Io non sarei mai capace di fare quel lavoro. Mai. Mia madre, in qualche modo, si e anche “pentita” della sua carriera. Forse anche questo ha influito su di me».
L: «Per scherzo, una volta a papa l’ho detto: e facilissimo, posso farlo anch’io!».
E poi ha capito che non lo era?
L: «No, non mi interessa proprio. E poi credo che sarebbe stupido fare qualcosa solo perche prima l’ha fatta tuo padre».
L’Italia e un Paese di avvocati figli di avvocati, di medici figli di medici...
M: «Ma ci sono figli di attori hard che hanno fatto gli attori hard, o siamo tutti messi cosi? Una coincidenza? Non credo».
Per voi, oggi, il sesso che cosa e?
M: «La cosa piu bella e intima da condividere con la persona che ami».
L: «Eh si, condivido».
Solo con una persona che ami?
M: «Per me si. Ma non voglio dire che debba esserlo anche per gli altri».
L: «Adesso come adesso la penso cosi: non vorrei farlo con nessun’altra che non sia la ragazza a cui voglio bene».
M: «Oh, che patatino!».
Sono sempre piu basito. A una certa eta i genitori o si idealizzano, o si contestano. Nel vostro caso?
M: «Come si sa, io e mia madre non ci parliamo da un anno. Ma per questioni personali, il mondo dell’hard non c’entra per niente. Mio padre Riccardo e sempre stata la persona piu importante della mia vita, fino al giorno in cui e morto. Per me era perfetto».
L: «Io li ammiro entrambi, sono un vero punto di riferimento».
Quindi, che cosa hanno in comune i figli delle pornostar?
M: «Siamo partiti dai set hard, per arrivare allo stesso punto: pensare al sesso come a una cosa bella da condividere con la persona che ami. Ci accomuna questa mentalita aperta, la liberta di essere normali».
L: «E anche il non essere quello che la gente si aspetta. E mi creda, sarebbe molto piu facile...».
Leonardo Siffredi mercedesz henger rocco siffredi con i figli leonardo e lorenzo LEONARDO SIFFREDI eva henger con la figlia mercedesz (2) eva henger mercedes mercedes la figlia di eva henger LEONARDO SIFFREDI LEONARDO SIFFREDI MERCEDESZ HENGER 3 MERCEDESZ HENGER 9 LEONARDO SIFFREDI leonardo siffredi