CUTRÌ TRAGEDY – UNA BANDA MATRIARCALE: NELLA FUGA DI MIMMO IL VERO COMANDANTE IN CAPO È LA MADRE CHE GLI ORDINA DI CONTINUARE A SCAPPARE E LA FIDANZATA DEL FRATELLO AMMAZZATO

Anche la fidanzata di Antonino si comporta da professionista della mala: fredda, lucida, spietata - Sullo sfondo, uomini dimezzati, piccoli malavitosi che obbediscono agli ordini, con il figlio più giovane del clan Cutrì che viene buttato nella mischia per il battesimo del fuoco, come se quello dovesse essere il suo destino...

Condividi questo articolo


Pierangelo Sapegno per ‘La Stampa'

IL COVO DI DOMENICO CUTRIIL COVO DI DOMENICO CUTRI

Attorno a Domenico Cutrì e alla sua fuga, c'è un clan come quelli dei film con i gangster, dai toni spietati, ma anche melodrammatici. Chissà perché le figure centrali sembrano essere quelle delle donne, a suggellare una banda matriarcale che sacrifica i propri figli sull'altare di un solo obiettivo: Mimmo deve tornare libero.

Così se Antonino, l'ideatore del piano, muore, la mamma, per poterlo piangere, ordina al figlio più grande di continuare a scappare, di farlo per lui, per dare un senso alla sua morte. E la fidanzata di Nino, a quel punto, torna a casa dai carabinieri, a morire un po' anche lei, come un graduato che dà l'esempio. Sullo sfondo, uomini dimezzati, il padre immigrato e i soldati della banda, piccoli malavitosi che obbediscono agli ordini, con il figlio più giovane del clan Cutrì, buttato nella mischia per il battesimo del fuoco, come se quello dovesse essere in ogni caso il suo destino. Tre li arrestano perché si fanno vedere mentre buttano via una valigia. Ma la violenza non ha mai bisogno della prudenza. Ed è questo che a volte la frega.

DOMENICO CUTRIDOMENICO CUTRI

Il fuggitivo
In teoria, è il capobanda. Domenico Cutrì ha 32 anni e deve passare la vita all'ergastolo, perché il 15 giugno del 2006, quando ne aveva appena 26, aveva deciso di far ammazzare un ragazzino polacco, Luckasz Kobrzeniecki, che si era permesso di far delle avances alla sua fidanzata. Agguato in stile mafioso, a Trecate, provincia di Novara. Gli sparano da un'auto, mentre lui sta passeggiando su una strada. Lui, Domenico, guidava l'auto. Al processo ha continuato a dichiararsi innocente, sfidando i giudici con aria scostante: «Mai neanche pensata una cosa così». In carcere ha pensato solo a evadere. Ci aveva già provato a Saluzzo.

DOMENICO CUTRIDOMENICO CUTRI

Il fratello morto
Ha due anni meno di Mimmo, Antonino, ma ne subisce un fascino quasi militare, come se fosse un graduato che dev'essere pronto anche a immolarsi per il capo. Succede proprio così: muore nel conflitto a fuoco durante l'evasione. Sua madre dice che «aveva un chiodo fisso, una vera e propria ossessione per liberare il fratello». Ha i giusti precedenti criminali, un curriculum come si deve: estorsione, rapina, armi, violenza privata. Organizza lui il piano di fuga, cerca gli uomini e prepara tutto in fretta e furia. Va subito male proprio a lui. E' ferito, e alla fine sua madre lo porta all'ospedale di Magenta nel disperato tentativo di salvarlo.

CARLOTTA DI LAUROCARLOTTA DI LAURO

La mamma
La mamma, Antonella Lantone, personaggio da tragedia greca, o da quei film americani che raccontavano i «bravi ragazzi» della mafia di New York. E' lei che porta Antonino all'ospedale: guida la Citroen, il figlio sanguinante seduto accanto a lei, con i piedi sul cruscotto. Dice che aveva suonato uno sconosciuto al citofono: «Vieni giù, c'è tuo figlio che sta male». Chiamano lei, non il padre Mario, l'immigrato calabrese di 30 anni fa, che lei sembra aver quasi messo sullo sfondo. Quando Nino muore, la madre fa un appello da comandante in capo: «Mimmo, ascoltami, non ti costituire. Tuo fratello si è scarificato per te. Non ti consegnare, scappa».

CARLOTTA DI LAUROCARLOTTA DI LAURO

Il «fratellino»
Daniele Cutrì è il fratello minore, il «ragazzino» della compagnia, catturato dai carabinieri poco dopo l'evasione. Ha una faccia da pugile, il naso camuso di uno che non ha paura di prendere cazzotti. Forse non ne ha davvero, anche se l'aria non è ancora quella del duro. Una foto lo immortala con una maglietta verde e una scritta che parla per tutti: «Baciamo le mani». Sembra veramente l'ultimo anello di una catena, il figlio condannato a essere quello che sembrano essere tutti in famiglia, un'organizzazione malavitosa, con le sue gerarchie e le sue regole. Daniele ha appena ventitrè anni. Ma fa parte del commando che va all'assalto per liberare Mimmo.

CARLOTTA DI LAURoCARLOTTA DI LAURo

La fidanzata
Carlotta Di Lauro è la fidanzata di Antonino. Altro personaggio incredibile. E' figlia di una vigilessa con la passione per la pittura, e in tutta questa storia, secondo gli inquirenti, si è comportata come una vera professionista della mala: fredda, lucida, spietata. Il giorno dell'evasione, scompare assieme al figlio di cinque anni, e ricompare nella casa della famiglia per consegnarsi ai carabinieri. Aveva telefonato all'avvocato Carlo Taormina, che aveva difeso Nino, chiedendogli consiglio. «Costituisciti», le aveva risposto. Aveva provveduto lei al cibo e ai vestiti. Ha consegnato il figlio ai nonni prima di farsi catturare.

I complici
Un bel gruppo, che accumula violenza ed errori come nulla fosse. Tre sono disoccupati in carriera, amici dei fratelli Cutrì, «profilo criminale tipico della delinquenza comune», detenzione d'armi, droghe e reati contro il patrimonio. Li arrestano perché si fanno vedere mentre buttano una valigia in un bosco. Dopo di loro, a catena, tocca ad Aristotele Buhne, da Napoli, e Franco Cafà, un piccolo imprenditore, che aveva messo a disposizione un suo alloggio per nascondere Domenico Cutrì. Nell'appartamento c'era pure Luca Greco, 35 anni, detto Franco. Anche lui faceva parte del commando che aveva liberato Mimmo: il cerchio è chiuso.

CARLOTTA DI LAUROCARLOTTA DI LAURO

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VESPA, CHI ERA COSTUI? INDIGNATA LETTERINA DI "BRU-NEO" A DAGOSPIA: “IERI SERA AL PALAZZO DEI CONGRESSI HO ABBANDONATO LA CELEBRAZIONE DEI 100 ANNI DELLA RADIO E DEI 70 DELLA TELEVISIONE, INDIGNATO PER IL TRATTAMENTO RISERVATO A ‘PORTA A PORTA’. ACCANTO ALL'OMAGGIO A MONUMENTI COME ZAVOLI E PIERO ANGELA, SONO STATI RICORDATI ‘MIXER’ E ‘CHI L’HA VISTO’. MA NON UNA PAROLA, NÉ UNA IMMAGINE, SUI 30 ANNI DI PORTA A PORTA” - FATTE LE NOMINE, VESPA NON SERVE PIÙ? È STATO UN GENTILE CADEAU DA PARTE DI CHI È STATO ESTROMESSO? CHI C'È DIETRO? È MAI POSSIBILE CHE LA SCALETTA DI UN PROGRAMMA COSÌ IMPORTANTE, CHE CELEBRA UN SECOLO DI RAI, NON ABBIA AVUTO L’IMPRIMATUR DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI, GIAMPAOLO ROSSI?

PERCHÉ GIORGIA MELONI È COSÌ INCAZZATA CON LA DISGRAZIATA "TALPA" CHE HA SPIFFERATO IL BLITZ SULLA CONSULTA DI MARTEDÌ PROSSIMO? LA DUCETTA SPERAVA DI COGLIERE DI SORPRESA L'OPPOSIZIONE E SPIANARE LA STRADA AL SUO CONSIGLIERE GIURIDICO, FRANCESCO SAVERIO MARINI. GIUSTO IN TEMPO PER IL 12 NOVEMBRE, QUANDO LA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE BOCCIARE L'AUTONOMIA LEGHISTA, CON GRANDE GIUBILO DELLA SORA GIORGIA: SE COSÌ FOSSE, SALTEREBBE IL REFERENDUM CHE NON LA FA DORMIRE LA NOTTE (GLI ITALIANI SONO CONTRARI) - ANCHE FORZA ITALIA HA CHIAMATO IN ADUNATA I SUOI, MA LA LEGA NO. E TE CREDO...

DAGOREPORT - LA FINANZIARIA È UN INCUBO PER IL GOVERNO CAMALEONTE DI GIORGIA MELONI: GRAVATA DAGLI OBBLIGHI EUROPEI SUL DEBITO PUBBLICO, CHE ANDRÀ SFORBICIATO DI ALMENO 12 MILIARDI L’ANNO, E DA UNA CRESCITA STRIMINZITA – EPPURE IL PNRR PIÙ DOVIZIOSO D’EUROPA (QUASI 200 MILIARDI) DOVEVA GARANTIRCI CRESCITA COSTANTE E SOPRA AL 3%. COS’È ANDATO STORTO? TUTTO: IL PIANO È STATO MAL SPESO E PEGGIO INVESTITO. E CON IL TRASLOCO DEL MINISTRO FITTO, CHE HA GIÀ PORTATO ARMI E BAGAGLI A BRUXELLES IN VISTA DELL’ESAME DELL’EUROPARLAMENTO, LA SITUAZIONE POTRÀ SOLO PEGGIORARE. LA MELONA INFATTI VUOLE DIVIDERE IL PORTAFOGLIO TRA CIRIANI E MUSUMECI, NON CERTO DUE FENOMENI DI EFFICIENZA E GESTIONE…

DAGOREPORT – APPROFITTANDO DEL ''VUOTO DI POTERE'' ALLA CASA BIANCA, NETANYAHU STA SERIAMENTE PENSANDO DI COLPIRE TEHERAN - SE DOVESSE ATTACCARE, LA RISPOSTA DELLA MACCHINA BELLICA DI KHAMENEI NON SARA' PIU' DIMOSTRATIVA PERCHE' ISRAELE VERREBBE COLPITA NON SOLO DALL'IRAN MA ANCHE DA SIRIA, IRAK, YEMEN, LIBANO, GAZA, CISGIORDANIA - GLI AMERICANI PROVANO A FRENARE LA FOLLIA DEL DOTTOR STRANAMORE D'ISRAELE CON UN’OFFENSIVA DIPLOMATICA SOTTO TRACCIA: SONO STATI I SERVIZI A STELLE E STRISCE AD AVVISARE KHAMENEI CHE NASRALLAH ERA NEL MIRINO DI TEL AVIV (LA GUIDA SUPREMA HA AVVISATO IL CAPO DI HEZBOLLAH, CHE NON HA ASCOLTATO) E AD ALLERTARE ISRAELE CHE I RAZZI STAVANO PARTENDO DA TEHERAN… - VIDEO