Il divano dei giusti 24 aprile
Marco Giusti per Dagospia
Lo abbiamo capito tutti. Il 26 riaprono i cinema, anche se non si sa bene quali e con che film, e dal 30 avremo a casa film importanti come “Nomadland” di Chloé Zhao fresco di corsa all’Oscar su Disney + e “Senza rimorsi” di Stefano Sollima con Michael B. Jordan su Prime.
Ma per vedere almeno le perle dell’anno scorso, “Freaks Out” di Mainetti, “Diabolik” dei Manetti, “Tre piani” di Nanni Moretti, devono prima passare festival e probabilmente Natale e Capodanno, anche se sembreranno, ahimé, un po’ datati.
Intanto sulle piattaforme potete vedervi il nientedeché(anzi) “The New Mutants” di tal Josh Boone, su Sky, con cinque X men giovani e problematici, con ben due star ragazzette, la Maisie Williams di “Games of Throne” e la favolosa Anya Taylor Joy di “The Queen’s Gambit”, i più inediti Blue Hunt, Charlie Heaton e Alice Braga come professoressa dei marmocchi.
kate winslet saorsie ronan ammonite
O su Prime il più che decente “Ammonite” di Francis Lee, lesbo movie coi gonnelloni ottocenteschi, cioè storia d’amore tra una Kate Winslet cacciatrice di fossile e Saorsie Ronan sulle fredde spiagge inglese. Mah…
eva grimaldi raul bova - mutande pazze
Ieri i buongustai saranno passati da Travaglio e Cacciari, i Pio e Amedeo di Lilli Gruber ai veri Pio e Amedeo di Canale5 in quello che si rivela il programma dell’anno alla faccia di Lol. Stasera in chiaro torna, lo dico per Dago, “Mutande pazze”, Cine 34 all’1,15, con Monica Guerritore e Eva Grimaldi supersexy, Raoul Bova quando era solo un ragazzotto, Venantino Venantini, il finto Vittorio Sgarbi di Giovanni Visentini, il finto Tinto Brass di Aldo Ralli, il vero Aldo Busi di Aldo Busi che mostra il pisello.
A oggi rimane l’unico o quasi film di satira sul mondo della Rai e sulle mezzecalze che ci girano attorno, pieno di riferimenti che in tanti sapranno cogliere. Prodotto da Marione Cecchi Gori. Invecchiando migliora e ci mostra intatte tutte le raccomandate di Cecchi Gori e di Berlusconi. Bei tempi.
Senza arrivare a capolavori della notte, come “Love Birds – Una strana voglia d’amare”, Cine 34 alle 3, 05, capolavoro stracult diretto da Mario Caiano quando si sentiva Antonioni, film di una noia mortale su coppie che vogliono scopare con Claudine Auger, Tony Kendall, Christine Kaufman, o come “…e se domani” di Giovanni La Parola con Luca e Paolo, ma anche col grande Gigi Burruano, Italia 1 alle 2, 55, la prima serata, ve lo dico, non offre quasi nulla.
fantozzi 2000. la clonazione 1
James Coburn odiava “Una ragione per vivere, una per morire”, Cine 34 alle 21, diretto da Tonino Valerii con Bud Spencer, Telly Savalas, José Suarez e Ugo Fangareggi, sorta di “Quella sporca dozzina” dello spaghetti western.
In un primo tempo, almeno fino all’aprile del 1972, si era parlato di una coppia formata da Bud Spencer e Lee Van Cleef. Prima ancora, come ricorda lo stesso Valerii, doveva esserci Eli Wallach al posto di Bud Spencer. “Il film era nato come una co-produzione con una major statunitense e doveva essere interpretato, nel ruolo che fu poi di Spencer, da Eli Wallach.
james coburn bud spencer una ragione per vivere, una per morire
Ma, venuto meno l’accordo con gli americani, i produttori ed io pensammo di affidarlo all’attore che proprio in quel momento stava riscuotendo grande successo in Italia e all’estero”. Solo che, siccome Bud Spencer aveva poche settimane a disposizione, la sua parte si dovette girare in gran fretta.
Monica Guerritore - mutande pazze
Telly Savalas è un cattivo sadico, depravata e così gay che si accende i sigari sfregando i fiammiferi sulle palle delle statue maschili nude del suo regno. Non è bello come la vecchia versione che del romanzo di Thomas Hardy ne fece John Schlesinger il nuovo “Via dalla pazza folla” diretto dal giovane maestro Thomas Vinterberg, Rai Movie alle 21, 10. Attorno alla sempre strepitosa Carey Mulligan ruotano le vite di tre maschi più o meno pazzamente innamorati, il pastore di pecore Gabriel Oak, l’ormai gettonatissimo Matthias Schoenarts, il ricco proprietario William Boldwood, cioè Michael Sheen, e il bel sergente Francis Troy, cioè Tom Sturridge, abile con la spada e con le femmine.
Vi dico subito che non è facile scordare il vecchio Via dalla pazza folla diretto da John Schlesinger nel 1967, scritto da Frederick Raphael, fotografato in un incredibile 70mm da Nicolas Roeg e che vantava attori come Julie Christie, una miss Everden fresca della Lara di Zivago, un Terence Stamp bellissimo nel ruolo di Troy, un Peter Finch perfetto come Boldwood e un Alan Bates solido come Gabriel Oak. E non scordare la grandiosa scena di quando Terence Stamp si spoglia nudo della divisa rossa da dragone e si butta nel mare d’inverno inglese.
carey mulligan via dalla pazza folla
Talmente forte che Vinterberg si deve inventare una messa in scena totalmente diversa, con riprese del mare dall’alto. Ma anche il copione che ha scritto David Nicholls, l’autore di One Day, già messo alla prova su Thomas Hardy con una versione televisiva di Tess d’Urbeville, è di gran pregio, la regia di Vinterberg, in un film chiaramente su commissione, è intelligente, elegante e scioglie i nodi melodrammatici più pericolosi del romanzo con belle costruzioni di montaggio e di costruzioni visive che, solo lì, rimandano a Festen e al cinema dogmatico.
Solo per i fan dei Taviani propongo il loro superclassico antifascista “La notte di San Lorenzo”, Rai Storia alle 21, 10, con Omero Antonutti, Margherita Lozano, Dario Cantarelli, che trovò anche allora infami critici che lo consideravano trashissimo. Il film del 25 aprile di rete 4 alle 21 è invece “Don Camillo monsignore… ma non troppo” di Carmine Gallone con Ferandel, Gino cervi, Leda Gloria, Gina Rovere e Saro Urzi. Ho sempre odiato la serie di Don Camillo, anche se ha cast meravigliosi.
In seconda serata i fan di Clio Goldsmith e quelli ancora più scatenati di Donatella Damiani, scoperta da Fellini in “La città delle donne”, impazziranno per il pur non riuscitissimo “Miele di donna” di Gianfranco Angelucci detto Jeff, per anni ombra e braccio destro proprio di Fellini, Cielo alle 21.
Quasi ogni rete tira fuori dalla salamoia un film adatto al 25 aprile. La7 alle 21, 15 se la cava con lo stravisto “Mussolini, ultimo atto” di Carlo Lizzani con Rod Steiger che fa il Duce in fuga, Lisa Gastoni come Claretta, Henry Fonda come Schuster, Franco Nero e Lino Capolicchio come partigiani, Giusepe Addobbati come Cadorna, Luciano Pigozzi che fa il fascista. Era vecchio e un po’ sballato anche quando uscì, ma Steiger è bravo.
“Fantozzi 2000. La clonazione” di Domenico Saverni, ultimo film della saga con Paolo Villaggio, Milena Vukotich, Anna Mazzamauro, Dodi Conti come Ughina, e Guido Nicheli che insegna matematica nelle regioni leghiste, "Se in una fabbrica del nord ci sono 1500 operai, terroni naturalmente..." Rete 4 alle 23, 50, è terribile, odiato da tutti, ma me lo rivedrei volentieri.
Monica Guerritore - Mutande pazze
Era un curioso esperimento “Due uomini, quattro donne e una mucca depressa” di Anna Di Francisca, Rai Movie alle 00, 55, con Miki Majnolovic, la spagnola Maribel Verdù, Ana Caterina Morariu. Adoro, anche se ammetto che fu un disastro economico e una lavorazione piena di problemi perché Terry Gilliam era fuori di testa, “Le avventure del Barone di Munchausen”, Iris all’1, 35, con John Neville come Barone, Sarah Polley che rischiò la vita più volte, Oliver Reed meraviglioso, Uma Thurman come Venere,
Rai Tre all’1, 40 per celebrare il 25 aprile tira fuori un vecchio film di Luigi Faccini, “Nella città perduta di Sarzana”, Franco Graziosi, Riccardo Cucciolla, Bruno Corazzari, Piero Vida che ripercorre la vera storia di seciento camicie nere che nel 1921 cercarono di liberare dieci fascisti rinchiusi nelle prigioni di Sarzana per avere capitanato una spedizione punitiva che aveva fatto cinque morti. Certo, nessuna rete ha saputo tirar fuori un film sul 25 aprile davvero riuscito o di qualche interesse.
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