IL DIVANO DEI GIUSTI – CHE VEDIAMO STASERA? INTANTO MI SONO PERSO L’ANTEPRIMA DEL “DANTE” DI PUPI AVATI ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE MATTARELLA, CHE NAVIGA GIÀ TRA I GRANDI FILM TRASH DEL 2000. MI DISPIACE, RECUPERERÒ. ANCHE SE SO GIÀ CHE GLI SARÀ PREFERIBILE UN CLASSICO DELLA COMMEDIA SEXY COME “LA MOGLIE IN BIANCO… L’AMANTE AL PEPE”, TENTATIVO DI VOLGARIZZAZIONE DELLA COMMEDIACCIA FINTAMENTE SOFISTICANTEGGIANTE CON L’ALLORA STELLINA EMERGENTE PAMELA PRATI, AL SUO PRIMO FILM, E LA BONA DA COPRODUZIONE SPAGNOLA SUSAN SCOTT ALIAS NIEVES NAVARRO…

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Marco Giusti per Dagospia

 

 

sergio castellitto dante sergio castellitto dante

E stasera che vediamo? Intanto mi sono perso l’anteprima del “Dante” di Pupi Avati alla presenza del Presidente Mattarella, che naviga già tra i grandi film trash del 2000. Mi dispiace, recupererò.

 

Anche se so già che gli sarà preferibile un classico della commedia sexy come “La moglie in bianco… l’amante al pepe” di Michele Massimo Tarantini con Pamela Prati, Lino Banfi, Marisa Porcel, Susan Scott alias Nieves Navarro, Mario Caprioli, Vittorio Caprioli su Cine 34 alle 21.

 

pamela prati la moglie in bianco… l’amante al pepe pamela prati la moglie in bianco… l’amante al pepe

Se il precedente “La moglie in vacanza… l’amante in città” di Sergio Martino con Edwige-Banfi-Montagnani-Bouchet, che vedrete subito dopo alle 22, 50 sulla stessa rete, era un tentativo di softizzazione della commediaccia, questo è il passo opposto, cioè la volgarizzazione della commediaccia fintamente sofisticanteggiante.

 

Infatti il testo, scritto dagli stessi autori del precedente film, meno Ottavio Jemma, finisce nelle mani di Michele Massimo Tarantini, che chiama, al posto delle gnocche storiche, la stellina emergente Pamela Prati, al suo primo film, già Playmate dell’anno a 19 anni, e la bona da coproduzione spagnola Susan Scott alias Nieves Navarro, non più giovanissima.

 

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Pamela Prati mi raccontava, a Stracult: «Per le scene di nudo mi vergognavo un po’. Era il mio primo film; però mi dicevo, le ha fatte Edwige Fenech, le ha fatte Ornella Muti, perché non devo farle io?». Giustissimo.

 

Non perdete tempo con “Lanterna verde” di Martin Campbell con Ryan Reynolds, Blake Lively, Peter Skarsgard, Mark Strong, Canale 20 alle 21, 05. Ottimo invece, assolutamente da vedere e rivedere, “Ladyhawke” di Richard Donner, fantasy con Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer, che il giorno è un falco e la notte torna donna, Matthew Broderick, Leo McKern, tutto girato in Campania con una fotografia spettacolare di Vittorio Storaro e grandi presenze di attori e stuntmen italiani, da Venantino Venantini a Giovanni Cianfriglia, da Omero Capanna a Nellone Pazzafini.

 

 

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Strano che non abbiano mai pensato a un remake. Filmone tra il sentimentale e il mélo di inizio 900 con tanto di circo e di storia lacrimosa che non funzionò benissimo, ma dal grande cast, è “Come l’acqua per gli elefanti” di Francis Lawrence con Robert Pattinson appena uscito da Twilight e Christoph Waltz appena uscita da "Inglorious Bastards”, Reese Whiterspoon, Hal Holbrook, Tv2000 alle 21, 10.

 

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Occhio a “Io che amo solo te” di Marco Ponti con Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Maria Pia Calzone, Michele Placido, Rai Movie alle 21, 10. “Capedecazzo!”, “Sì, sono gay!”, “Mi piace enormemente la figa!”. Ecco, preparatevi a tutto questo e, ovviamente, a taralli, orecchiette e Apulia Film Commission perché si parte ancora una volta verso Polignano a Mare, città di Pino Pascali e di Domenico Modugno, che fa da set per questa commedia meridionale diretta e scritta da due piemontese Marco Ponti e Luca Bianchini, autore anche dell'omonimo libro.

 

laura chiatti riccardo scamarcio io che amo solo te laura chiatti riccardo scamarcio io che amo solo te

C'è tutto quel che si deve trovare in Puglia. E c'è soprattutto la coppia Riccardo Scamarcio – Laura Chiatti di mocciana memoria che finalmente si sposa. Era ora. Solo che il giorno prima delle nozze lui, sappiamo come è fatto…, si tromba una rossa bona e popputissima, certa Valentina Reggio (da ricordare), e lei si fa fare un succhiotto sul collo dal fotografo del paese, Michele Vanitucci, che esordì diretto da Sergio Rubini in L’anima gemella.

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Ma c'è anche la coppia Don Mimì e Ninella, cioè Michele Placido e Maria Pia Calzone, rispettivamente il padre di Scamarcio e la mamma della Chiatti. Non si erano potuti sposare tanti anni prima, perché il fratello di lei, Antonio Gerardi, contrabbandiere, era finito in galera, ma il loro amore non è mai finito e ora si sposano attraverso i figli. Poi c'è il fratello gay di Scamarcio, la star della soap di Rai Uno "Grand Hotel", Eugenio Franceschini, che dichiarerà "Sì, sono gay" proprio durante il pranzo di nozze (trovata nuova, eh?).

 

ewa aulin la moglie in bianco l’amante al pepe ewa aulin la moglie in bianco l’amante al pepe

 

E c’è la sua finta fidanzata alta e nordica, Eva Riccobono, che è ovviamente lesbica, "mi piace enormemente la figa", e sa recitare Dante ruttando. Poi c'è la sorellina della Chiatti, Angela Semeraro, lo zio Modesto, Dino Abbrescia, che vive a Pinerolo con la zia D'ora, l’immancabile Luciana Littizetto, il parrucchiere barese Pascal, Dario Bandiera, perfino l'agitatore di matrimoni Enzo Salvi, chiamato Giancarlo Sciomen, il prete Uccio De Santis, le gemelle Labbate, interpretate da Crescenza Guarnieri, che fanno da voce e coro del paese. Scamarcio e Chiatti pur se infedelissimi, sono ancora così carini e ci ricordano come erano dieci anni fa.

 

eugenio franceschini eva riccobono io che amo solo te eugenio franceschini eva riccobono io che amo solo te

Ma qualche battuta riuscita la troviamo, tipo “I democristiani non muoiono mai” o “Sai dove ti porto domani? A Barletta!”. Il film più stracult della prima serata è però “Due maschi per Alexa” dello spagnolo Juan Logar con Rosalba Neri contesa da Juan Luis Gallardo e Curd Jurgens, ma ci sono anche Emma Cohen, Manolo Otero e Eduardo Calvo, Cielo alle 21, 15. La storia parte dal tipico triangolo.

 

Il vecchio e ricco finanziere Curd Jurgens, vedova con figli, si invaghisce della bella Rosalba Neri, che sposa. Ma poi lei incontra il figlio del finanziere e le cose prendono una brutta piega. Allora non riuscii a vedere, uscì davvero per pochi giorni. Ma Rosalba Neri era una bomba…

 

 

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“Moschettieri del Re – La penultima missione” di GiovannI veronesi con Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Margherita Buy, Matilde Gioli, Alessandro Haber, Italia 1 alle 21, 20, è piuttosto modesto. Meglio però del sequel.  Su Rai Tre alle 21, 20 vedo che avete “Driven – Il caso DeLorean”, biopic ma anche thriller con doppi giochi, incastri governativi, cocainomani, diretto da Nick Hamm con Lee Pace, Judy Greer, Erin Moriarty, Jason Sudeikis, Corey Stall.

 

la mossa del pinguino la mossa del pinguino

In seconda serata avete l’opera prima di Claudio Amendola, “La mossa del pinguino”, Rai Movie alle 22, 55, con un gruppo di amici, Edoardo Leo, Ricky Memphis, Ennio Fantastichini, Antonella Fassari che progettano di andare alle olimpiadi grazie al curling.  Sport che nessuno gioco in Italia. Che è un po’ come giocare a bocce o a boccette col biliardo. Facendo grande attenzione all’accostamento o alla bocciata.

 

la mossa del pinguino la mossa del pinguino

Solo che fai tutto questo sul ghiaccio e con un pietrone di venti chili. Con questa precisa idea Claudio Amendola, dopo anni di “Cesaroni” in tv e di ruoli di tutto rispetto nel cinema di Marco Risi e Carlo Vanzina, ha costruito questo curioso e simpatico film.

 

L’idea è che quattro sfigati, un addetto alle pulizie sognatore e sposato con figlio, Edoardo Leo, il suo amico Ricky Memphis, con vecchio padre rincojonito a carico, un vigile in pensione burbero e malmostoso, Ennio Fantastichini, e uno spaccone da sala di biliardo, Antonello Fassari, si mettano insieme per costruire una squadra di curling da portare alle olimpiadi.

 

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Altri film in seconda serata… l’action con Gina Carano e l’ombra di Richard Dreyfuss “Daughter of the Wolf” di David Hackl, Rai 4 alle 23, 25, il lacrimoso bellico-sentimentale “Il mandolino del capitano Corelli” di John Madden con Nicolas Cage ufficiale italiano in quel di Cefalonia che si innamora della bella greca Pelagia, cioè Penelope Cruz, promessa sposa di un partigiano dell’isola. Ma ci sono anche John Hurt e Christian Bale, Iris alle 23, 30. Terribile.

 

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Su Italia 1 alle 23, 45 torna il primo film con Biggio e Mandelli, “I soliti idioti. Il film”, diretto da Enrico Lando. Con loro in tanti episodi recitano Madalina Ghenea, Valeria Bilello, Giordano de Plano, Marco Foschi. Mi piacque molto e andò benissimo. Così scrivevo più di dieci anni fa: “Dai cazzo!”. Uscito con 550 copie.

 

Un produttore, Pietro Valsecchi, che giura che gli incassi saranno da 8 milioni di euro in su. Minimo. Un regista, Enrico Lando, classe 1966, non un ragazzino insomma, già autore delle due stagioni dell’omonima sitcom in tv che non viene mai nominato (così va la vita…).

 

i soliti idioti il film i soliti idioti il film

Due protagonisti, Francesco Mandelli, già noto come il “non giovane” o “nongio” dei migliori anni di MTV, poi triturato nei natali di De Laurentiis e negli spot dell’Acqua Rocchetta, e Francesco Biggio, da anni suo partner a MTV, che nessuno sa bene che faccia abbiano. Qualche ragazzetta in carne, come Madalina Ghenea, modella rumena già vista negli spot della Tre con Raoul Bova, già fidanzata del calciatore Borriello poi addirittura di Di Caprio.

 

Tutto girato tra Milano e Bergamo, coi nordici che fanno i romani (questo per i romani è inconcepibbile…). E, soprattutto, un fondamentale articolo di Conchita De Gregorio che in prima pagina su “Repubblica”, sgomitando con Natalia Aspesi allora impazzita dietro lo “scapolone impenitente” Maurizio Cattelan in mostra al Moma di New York, che cerca di capire perché i ragazzetti preferiranno questo film a “This Must Be The Place” con Sean Penn di “incalcolabile bravura”.

 

dante di pupi avati dante di pupi avati

Ovviamente si scorda di dire che anche questo è prodotto da Medusa-Berlusconi. Il tutto mentre il paese affonda e i soliti idioti del titolo del film, più che autori e produttori, magari siamo proprio noi.

 

E’ il grande evento della stagione, forse anche più della mostra al Moma di Cattelan (“e’ un cinquantunenne molto giovanile”, cinguetta l’Aspesi), più dell’arrivo al Festival di Roma di Richard Gere (“Richard Gere ce fa na pippa”, già cantava Gmax), più della prima tv del nuovo programma di Michele Santoro, “Servizio Pubblico”, relegato a pagina 60 da “Repubblica” assieme alle notizie che Belen è  incinta e Hugh Grant è diventato papà.

 

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“Dai cazzo!” E’ l’Italia che amiamo. “Ma che paese è questo?” si domandano i protagonisti del film, il nerd Gianluca (Biggio) e il terribile padre romano Ruggero “Dai cazzo!” De Ceglie (Mandelli) di fronte alla coda in autostrada per un incidente stradale. Loro, scambiato il Jaguar con un’autoambulanza per avere il via libera sulla corsia di servizio, passano via senza neanche soccorrere il malconcio.

 

Figlio stretto del capolavoro di Dino Risi “I mostri”, ma anche della cultura della gloriosa MTV italiana, della digestione rapida del romano di Sordi-Verdone-Funari-Cipolla, “I soliti idioti” è qualcosa di più del tentativo di Valsecchi di ripetere il successo di Zalone&Nunziante. Intendiamoci, più che probabile che il film faccia successo, ma proprio l’amore che un pubblico di giovanissimi nutre per questi personaggi ripugnanti e adorabili, così legati all’Italia di questi ultimi vent’anni, ci dovrebbe fare aprire gli occhi.

 

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Concita non l’ha capito, ma Ruggero, il padre sboccato e truculento (fra i suoi top: “Me se rantola il culo”, “Chi è? Sto cazzo!”, “Me sta a venì ’na prostata grande come ’na noce de cocco!”) è il più perfetto esempio di come i nostri ragazzi vedono la generazione che li ha preceduti e che li sta mandando alla rovina. Stretti, con l’amore paterno, in un rapporto sadomaso dal quale non c’è via di uscita.

 

“Ma che giornata po-po-popio-de-merda!”, ripete Ruggero alla fine di un percorso che, seguendo il celebre episodio di Risi con Tognazzi padre che educa al male il figlio, lo porterà a Roma, colpendo ogni ciclista che incontra, spingendolo agli spinelli, invitandolo a cena da un bel gruppo di mignotte, cercando di farlo scopare, solo per vincere una scommessa con il suo trucidissimo amico Chicco, con certa Irina Ciancikova, la bella Madalina Ghenea, testimonial del marchio Smutandatissima.

madalina ghenea soliti idioti madalina ghenea soliti idioti

 

Lei ci starebbe, si prodiga pure in una rielaborazione del celebre striptease di Sofia Loren in “Ieri, oggi, domani” di fronte a Gianluca. Rivela pure di essere zoppa per non avere solo il ruolo della figona…. E’ un peccato che dopo un inizio abbastanza folgorante, con una serie di volgarità da far impallidire il Cipolla, il film perda un po’ di centro. Troppe canzoncine, intanto, che a parte qualche perla, come quella del gay che pensa di essere incinto (“sarà il figlio del futuro, lo partirirò dal c…”), rallentano il ritmo e non funzionano sempre da momenti distensivi del racconto.

I SOLITI IDIOTI RITIRANO IL PREMIO PER CATTELAN I SOLITI IDIOTI RITIRANO IL PREMIO PER CATTELAN

 

Nella seconda parte, poi, si perdono completano gli altri episodi, sempre con Biggio e Mandelli protagonisti, che, nelle intenzioni degli autori, avrebbero dovuto formare una specie di film corale con tutti i personaggi noti della sitcom. Forse per un eccesso di girato, forse perché al montaggio qualcuno, Valsecchi, si è accorto che funzionava di più l’episodio di Ruggero&Gianluca, alla fine è rimasto solo quello. Meglio, magari, ma così rimane un totalmente in sospeso la prima parte. Andò benissimo.

 

madalina ghenea soliti idioti madalina ghenea soliti idioti

Nella notte arrivano le commedie sexy come “Peccati in famiglia” di Bruno Gaburro con Renzo Montagnani, Michele Placido, Jenny Tamburi, Simonetta Stefanelli, Cine 34 alle 00, 40, la commedia francese “Quello che so di lei” di Martin Provost con Catherine Frot e Catherine Deneuve, Rai Movie alle 00, 45. Rai tre all’1, 55 propone l’unico film di vampiro girato da Marco Bellocchio, “Sangue del mio sangue” con Piergiorgio Bellocchio, Roberto Herlitzka, “posso fare il vampiro anche senza trucco”, mi disse.

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Mai sentito al cinema un vampiro che canta “Tapum-Tapum-Tapum” o si emoziona con “Torna a Sorrento”? Diciamo subito che Roberto Herlitzka come vecchio vampiro di Bobbio, il paese del regista, che gira solo di notte e si cura le carie da un dentista altrettanto vampiresco, il Toni Bertorelli già vampiro dei Manetti in “Zora la vampira”, è un vero spasso.

 

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Sembra il Bela Lugosi di Martin Landau in “Ed Wood”, ma più depresso e sofisticato. E diciamo anche che il film, diviso in due episodi, uno antico e totalmente horror, storia di fratelli gemelli (come Bellocchio), streghe e monache di clausura, e uno moderno, più divertente, quasi un’operetta buffa, è un lavoro pieno di intelligenza e fascino, anche se un po’ discontinuo, quasi un esperimento, per non dire un divertimento.

 

eva riccobono laura chiatti io che amo solo te eva riccobono laura chiatti io che amo solo te

Certo, come al solito, Bellocchio torna ancora una volta ai suoi temi più cari, non solo a Bobbio, e lo fa attraverso un genere, anche se con “Le visioni del sabba”, “La condanna”, “Il diavolo in corpo” aveva già affrontato il demoniaco.

 

 Eppure il suo primo episodio, con una fotografia quasi da bianco e nero baviana di Daniele Ciprì e con una complessa e coltissima partitura di Carlo Crivelli, è uno dei migliori film horror che si siano fatti in Italia dai tempi d’oro dei nostri maestri, mentre il secondo episodio, quello moderno, è divertente e ha un Herlitzka fenomenale, ma mi sembra più pasticciato e un po’ attaccaticcio.

 

sarah michelle gellar the grudge sarah michelle gellar the grudge

E l’esibizione di Filippo Timi come il pazzo del paese, non proprio un Renfield, ma quasi un Jimmy il fenomeno bellocchiesco, non è il massimo. La prima parte, invece, dominata dai legami di sangue, dalla passione, da un orrore tutto di testa, è perfetta.

 

Rai Due alle 2 si lancia in un grande horror giapponese di Takashi Shimizu, rivisto per il pubblico americano, “The Grudge” con Sarah Michelle Gellar, Jason Bhr, Clea DuVall, Bill Pullman. Ci sarebbe ancora l’ottimo “Base artica Zebra” di John Sturges con Rock Hudson col cappottone, Patrick McGoohan, Ernest Borgnine e Jim Brown,

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Iris alle 2, un film che amo molto, il poverissimo bellico italo-spagnolo “7 eroiche carogne” di José Luis Merino con Guy Madison, Raffaella Carrà, Stan Cooper alias Stelvio Rosi, Piero Lulli, Rete 4 alle 3, 25. Chiudo con il rarissimo, mai visto, “Gli orizzonti del sole” di Giovanni Paolucci con Nelly Corradi, Alvaro Piccardi, Enrico Pea, Rete 4 alle 5. Voglio vedere proprio quanti spettatori avrà…

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