IL DIVANO DEI GIUSTI - IN PRIMA SERATA "CIELO" PASSA "PECCATO VENIALE", GRANDE SUCCESSO DEL CINEMA EROTICO ITALIANO - SE PREFERITE UN CLASSICO MENO ZOZZONE C'È, ALLA STESSA ORA, "LO CHIAMAVANO TRINITA'", CHE PER SERGIO LEONE "HA SUICIDATO LO SPAGHETTI WESTERN" - IL REGISTA, ENZO BARBONI: “CHIAMAVANO DAL CINEMA BARBERINI DI ROMA, DOVE C’ERA IL FILM DI LEONE, PER SAPERE GLI INCASSI E NON CI CREDEVANO. LEONE NON L'HA MANDATA GIU'" - SE FATE TARDI, ALLE 1 C'È IL VECCHIO HOT "LA GABBIA" - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

lo chiamavano trinità lo chiamavano trinità

Che vediamo stasera in chiaro? Intanto su Rete 4 alle 21, 25 avete “Lo chiamavano Trinità” di E. B. Clucher alias Enzo Barboni con Terence Hill, Bud Spencer, Gisela Hahn, Steffen Zacharias, Dan Sturkie, Farley Granger. Ricordo bene che quel 22 dicembre del 1970, per la prima di “Lo chiamavano Trinità” stavo proprio in sala al primo spettacolo pomeridiano, in quel di Genova, al cinema Orfeo di Via XX Settembre, che ora non c’è più. Purtroppo. Mi ricordo bene però la sala strapiena e le risate. Nessuno poteva credere a un successo di questo tipo, anche se era andato già benissimo “La collina degli stivali”.

 

LO CHIAMAVANO TRINITA LO CHIAMAVANO TRINITA

Che non era un film comico. A 50 anni dall’uscita del film, la domanda è sempre la stessa: “Lo chiamavano Trinità” salvò lo spaghetti western o lo distrusse completamente? Difficile dirlo. Certamente, mandò ancora avanti il genere per un bel po’, che in questa forma arriverà fino ad oggi grazie proprio al mito dei suoi due protagonisti. Ma è pur vero che proprio grazie alla contaminazione con la commedia sarà impossibile proseguire con gli spaghetti western seri.

 

Per Sergio Leone, infatti, Trinità “suicida lo spaghetti western mettendoci in mezzo la farsa. Il pubblico reagisce in maniera freudiana, perché il film è la demistificazione dei 300 western che sono stati prodotti dopo il successo di Per un pugno di dollari...”. Ahi! Ma Leone, ricordiamolo, aveva il dento avvelenato, visto che il suo “Giù la testa”, uscito un anno dopo, si frantumò contro il sequel di Trinità, sempre diretto da E.B.Clucher-Barboni.

 

LO CHIAMAVANO TRINITA 52 LO CHIAMAVANO TRINITA 52

Solo in Italia il film di Leone incassò un miliardo e mezzo contro i quattro e 700 del secondo Trinità. Per Leone fu un dramma, come ricordava Barboni: “Alla fine dello spettacolo andavamo al Supercinema, perché lì facevano capo tutte le sale che davano gli incassi della giornata e, dal Barberini dove c’era il film di Leone, telefonavano per sapere gli incassi e non ci credevano: una sera, due, tre... Poi alla fine hanno saputo che il mio film stava raccogliendo cifre da capogiro e Sergio non l’ha mandata giù”. Altri tempi.

 

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Su Iris trovate il vistissimo “Sleepers” di Barry Levinson don Dustin Hoffman, Kevin Bacon, Robert De Niro, Vittorio Gassman, Jason Patric, Storia di vendette e di molestie pedofile, tratto dal romanzo autobiografico di Lorenzo Carcaterra. Due ore e mezzo. C’è anche Vittorio Gassman. Su Canale 20 alle 21, 05 passa l’action fracassone di un piccolo maestro della serie B, “Ticker” di Albert Pyun con l’inutile bisteccone Steven Seagal, ma anche i favolosi Dennis Hopper e Tom Sizemore.

 

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Su Rai Gulp è già tempo di coniglietti con la versione del 2019 di “Peter Rabbit”, film semianimato diretto da Will Gluck tratto dai racconti di Beatrix Potter con Domhnall Gleeson, Rose Byrne, Sam Neill. Ma i conigli giganti non si possono vedere. Rai Movie alle 21, 10 passa “Mister felicità” di e con Alessandro Siani, commedia napoletana ambientata tra le montagne tirolesi, che fu un buon film di Natale del 2017.

 

peter rabbit peter rabbit

Aveva un ottimo cast, Carla Signoris, Elena Cucci, Cristiana Dell’Anna fresca di Gomorra. Fece 1 milione 800 mila euro al suo primo giorno di programmazione, uscendo a Natale in ben 800 sale. Ricordo che dove vidi io il film, al cinema Moderno di Maglie in Puglie, il pubblico rideva‎ di gusto alle battute di Siani in sala 1, ma rideva anche in sala 2 dove si proiettava ancora “Poveri ma ricchi” di Fausto Brizzi, che era già a 7 milioni. Sembra un secolo fa, eh? Non era facile fare ridere con le battute del cafone che non sa cosa sia il sushi, ma tutto il gioco del napoletano indolente e passivo che risponde alla negatività del mondo posteggiandosi sul divano funzionava perfettamente. Allora. Oggi non credo proprio.

 

peter rabbit 2. peter rabbit 2.

Su Rai Storia alle 21, 10 trovate il classico “Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)” diretto da Ettore Scola, che lo ha scritto assieme a Age e Scarpelli con Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Giancarlo Giannini, Marisa Merlini, Manolo Zarzo, storia di un triangolo amoroso ai Mercati Generali. Non l’ho più rivisto da quando uscì. E’ vero che fu il film che, assieme a “Riusciranno i nostri eroi…” fece finalmente decollare Scola. Magari una rinfrescatina andrebbe fatta, anche per vedere che ruoli hanno Natale Tulli o il mitico Bonanni, mentre il forzuto Hércules Cortés fa il macellaio Amleto. Mastroianni vinse a Cannes. All’epoca non mi piacque. Ma non ha alcun culto tra i critici più giovani.

 

mister felicita 1 mister felicita 1

Su Cielo alle 21, 15 passa “Peccato veniale”, sorta di reboot di “Malizia”, sempre diretto da Salvatore Samperi e sempre con Laura Antonelli e Alessandro Momo. Grande successo del cinema erotico italiano. 4 miliardi e mezzo di incasso. Dopo il successo fulminante di Malizia, Samperi, d’accordo con Silvio Clementelli e la Cineriz, mette subito in piedi non un sequel, ma qualcosa di molto simile assieme ai suoi sceneggiatori Ottavio Jemma e Sandro Parenzo, riproponendo la coppia Laura Antonelli-Alessandro Momo esattamente come l’avevamo lasciata.

 

mister felicita mister felicita

 

Tonino Delli Colli prende il posto di Vittorio Storaro alla fotografia e si perde il grande Turi Ferro. Del resto, l’azione si sposta dalla Sicilia alla Versilia, preannunciando i Sapore di mare vanziniani. Gran cast, con Tino Carraro, Lilla Brignone, Lino Toffolo, Lino Banfi e una giovanissima Monica Guerritore, che la Antonelli ritroverà anni dopo sul set di La veneziana. “Era uno di quei film che mi è toccato fare”, ricordava Samperi a “Amarcord”, Una situazione tipo ‘o lo fai o lo fai’. Avevamo un contratto. Un anno dopo Malizia, nessuno aveva una gran voglia di farlo; in realtà ci avevano chiesto Malizia 2.

marcello mastroianni monica vitti dramma della gelosia marcello mastroianni monica vitti dramma della gelosia

 

Non ho accettato quello e quindi… Poi, in realtà io ho fatto qualche errore di troppo, l’ho collocato in un mondo che non era il mio. Forte dei Marmi era una situazione che non ho vissuto da bambino. Anche se poi è servito per creare l’onda lunga sulla quale sino potuti nascere Liquirizia e i fratelli Vanzina. Loro lo riconoscono. Carlo ammette che su quei due film, Peccato veniale e Liquirizia, lui è nato come regista, girando nelle stesse location”.

 

giancarlo giannini il dramma della gelosia giancarlo giannini il dramma della gelosia

A Roma, addirittura, esce nelle stesse sale di Malizia, e la cosa è segnalata persino nei flani (“Negli stessi locali che hanno registrato il trionfo di Malizia torna lo stesso formidabile e malizioso cast artistico”). Per Lino Toffolo, il risultato alla fine fu banale, “non c’era più la sorpresa della prima volta, e il vedo-non-vedo era forse già superato da altre cose. Era impossibile rifare l’originale”. Su Italia 1 alle 21, 20 passa l’avventuroso tratto da una serie animata per bambini di Nickelodeon “Dora e la città perduta” di James Bobin con Isabela Moner, Michael Peña, Eva Longoria, Eugenio Derbez, Jeffrey Wahlberg.

 

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Passiamo alla seconda serata con “Arrivano i prof” di Ivan Silvestrini con Claudio Bisio, Lino Guanciale, Maurizio Nichetti, Maria Di Biase, Pietro Ragusa, Rai Movie alle 22, 45, graziosa commedia giovani+vecchi diretta dal regista della serie del momento, “Mare fuori”. Su Rai 4 alle 23, 05 occhio al post-atomico “The Domestics” di Mike P. Nelson con Tyler Hoechlin, Kate Bosworth, Sonoya Mizuno, Lance Reddick, David Dastmalchian.Mai sentito, ma ha il 100% di gradimento critico su Rotten Tomatoes.

 

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Cine 34 alle 23, 15 passa uno dei grandi titoli di Enzo G. Castellari al massimo della sua carriera, “Il giorno del cobra”, scritto dal compianto Aldo Lado, con Franco Nero, la bombastica Sybil Danning, Mario Maranzana, Mickey Knox, Romano Puppo, William Berger. Il Cobra, Franco Nero, è un detective privato che lavora a San Francisco, già radiato dalla polizia italiana, fresco di tre anni al gabbio, che viene richiamato in patria, a Genova, per risolvere proprio il vecchio caso che gli ha rovinato la vita. Il cattivo si chiama Kandinsky. Ma il vero momento di culto riguarda la giunonica Licinia Lentini che rivelerà d’essere il “Terribile Ivan”.

 

Su 7Gold alle 23, 45 magari vi va meglio con “L’ombra del dubbio”, legal thriller senza alcuno status diretto vent’anni fa da Randal Kleiser con Melanie Griffith avvocatessa che difende un rapper accusato di omicidio, Tom Berenger, John Ritter, Wade Dominguez. Su Iris a mezzanotte non ha tanto più corredo critico il thriller “Serenity – L’isola dell’inganno” diretto da Steven Knight con Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jason Clarke, Diane Lane, Djimon Hounsou, dove una ex-moglie in difficoltà con un nuovo marito violento va dall’ex, che cerca di dimenticarla facendo il capitano di una barchetta per turisti, a chiedere aiuto. Pericolo…

 

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Su Rai 5 alle 00, 10 torna l’opera rock italiana “Orfeo 9” di Tito Schipa Jr con Renato Zero, Euridice Axen, Edoardo Nevola, Loredana Berté. Rai Movie a mezzanotte e mezza propone il bellico di grande successo (allora) “I guerrieri” di Brian G. Hutton con Clint Eastwood, Telly Savalas, Don Rickles, Donald Sutherland, Carroll O'Connor, più macaroni war movies che bellico con missione impossibile alla Robert Aldrich.

 

Clint aveva firmato il contratto quando il regista doveva essere Don Siegel, che non riuscì a girarlo perché stava completando “Gli avvoltoi hanno fame” e per questo venne rimpiazzato da Brian G. Hutton. Tutto girato in Jugoslavia. La MGM tagliò a insaputa di tutti 20 minuti dal film che gli davano maggiore profondità, e Clint Eastwood ci rimase malissimo. Molto divertente, scritto da Troy Kennedy Martin, lo stesso sceneggiatore di “The Italian Job”.

 

arrivano i prof arrivano i prof

Cine 34 all’1, 05 rilancia il vecchio erotico “La gabbia” diretto da Giuseppe Patroni Griffi con Tony Musante imprigionato a letto da Laura Antonelli e dalle sorelline Blanca e Cristina Marsillach, Rete 4 all’1, 15 propone il giallo “Cellular” diretto da David R. Ellis, ma scritto dal prolifico Larry Cohen che già ci aveva dato “Phone Boot”, con Kim Basinger, Chris Evans, Jason Statham, William H. Macy, Eric Christian Olsen. Il bel mondo degli anglo-americani a Firenze negli anni’30 dipinto da Somerset Maugham rivive nel sofisticato “Una notte per decidere” di Philip Haas con Kristin Scott Thomas, Sean Penn, Anne Bancroft, James Fox, Iris alle 2, 15.

 

laura antonelli la gabbia laura antonelli la gabbia

Rai 3 alle 2, 40 ci propone il cinema di Lav Diaz iniziando con “The Woman Who Left – La donna che se n’è andata”, solo 226 minuti, con Charo Santos-Concio, John Lloyd Cruz, Michael De Mesa, Shamaine Buencamino. Su Iris alle 4, 10 avete “Fenomeni paranormali incontrollabili” di Mark L. Lester con la piccola Drew Barrymmore “pirocinetica” e George C. Scott. Dino De Laurentiis comprò i diritti del romanzo di Stephen King per un milione di dollari, pensando di fare girare il film a John Carpenter. Poi, assurdamente deluso da “La cosa”, che è un capolavoro anche se andò malissimo, toglie il film a Carpenter e lo affida a Mark L. Lester, che accetta subito. Salva la musica dei Tangerine Dreams, ma per risparmiare fa arrivare una troupe tecnica italiana, il direttore della fotografia è Giuseppe Ruzzolini, lo scenografo Giorgio Postiglione. Tutte cose davvero malviste in America.

 

la gabbia la gabbia

Italia 1 alle 4, 20 propone addirittura l’horror “Clown” di Jon Watts con Peter Stormare, Laura Allen, Elizabeth Whitmere, Andy Powers, Allen Altman. Mi sa che andrebbe visto. Ci sarebbe anche “Leva lo diavolo tuo dal… convento”, finto decameroneide diretto da Franz Antel con Teri Tordai, Femi Benussi, Gabriele Tinti, Marika Mindzenthy, Sonja Jeannine. In realtà si tratta solo del sesto e ultimo titolo della saga della Casta Susanna o Sexy Susan o Frau Wirtin con Teri Tordai protagonista che viene da noi travestita, con un titolo italiano assurdo e una costruzione di racconto che rimandano direttamente ai decameroni.

 

 

laura antonelli tony musante la gabbia laura antonelli tony musante la gabbia

 

Tutto girato in un castello in Austria, come ricorda Femi Benussi nella sua intervista a “Cine 70”. “Mi sono ritrovata in albergo, con tutte queste ragazze, una cecoslovacca, una polacca e io slava. Pensavo che magari qualche parola l’avrei scambiata, e invece no! Una fatica per comunicare! (..) per un momento è venuto Gabriele Tinti, che è rimasto un giorno e poi se n’è andato”. Buona notte.

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