1. FABRIZIO CORONA, PRIMA DI TORNARE IN TV DA COSTANZO, ATTACCA LE “IENE” E IL SERVIZIO SUI SOLDI IN NERO: “E’ UNA STRONZATA. MI HANNO PROVOCATO E IO SONO RIMASTO TRANQUILLO. L'ULTIMA VOLTA MI DENUNCIARONO PERCHÉ ERO SALTATO ADDOSSO A UNO DI LORO”
2. “L'ARRESTO DI VALLETTOPOLI MI RESE UN DIVO E IO HO DECISO DI GUADAGNARCI SOPRA. MA IL MONDO IN CUI LA MIA AGENZIA PROSPERAVA NON C’È PIÙ PERCHÉ NON C'È PIÙ LA TV DI ALLORA. ERA IL MONDO DI BERLUSCONI E IO ERO LA RAPPRESENTAZIONE DEL BENESSERE, DEI SOLDI, DELLE STARLETTE E DEL GOSSIP. ERO FAMOSO PERCHÉ GUIDAVO MACCHINONI, STAVO CON LE DONNE PIÙ BELLE DEL MONDO E AVEVO RAGGIUNTO IL SUCCESSO. OGGI LA GENTE SOFFRE”

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FILIPPO ROMA E FABRIZIO CORONA FILIPPO ROMA E FABRIZIO CORONA

Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”

 

Cauto, attento a non superare i paletti imposti dal Tribunale di sorveglianza (non può parlare dei processi), dopo che a giugno è uscito dal carcere Fabrizio Corona racconta se stesso e l' esperienza dietro le sbarre che lo ha segnato. Fa di tutto per scrollarsi di dosso il cliché di bello e dannato che si era caparbiamente costruito: è stata la sua fortuna, ma anche la sua sciagura.

 

Due anni e quattro mesi di carcere e dieci mesi in affidamento. Cosa resta del Corona che sventolava le mutande dal balcone?

FILIPPO ROMA E FABRIZIO CORONA FILIPPO ROMA E FABRIZIO CORONA FILIPPO ROMA E FABRIZIO CORONA FILIPPO ROMA E FABRIZIO CORONA

«Sono cambiato. Quando scoppiò l' inchiesta Vallettopoli nel dicembre 2006 capii che avrei avuto dei problemi ma anche che sarei diventato un personaggio. Fino ad allora ero solo il titolare di un' agenzia fotografica conosciuto come il marito di Nina Moric e feci la mia prima apparizione all'"Uno contro tutti" del Maurizio Costanzo Show (stasera torna nella stessa trasmissione su Rete 4, ndr ). Ero su tutti i giornali e volevo sfruttare quello che mi stava succedendo. Quando qualche mese dopo mi arrestarono, cavalcai l' onda del successo».

 

Successo?

«Certo. Sapevo che quella roba lì non era bella, ho dovuto fare di necessità virtù. Fu allora che inventai il marchio "I Corona' s" delle magliette. Con il mio arresto avevo i conti sequestrati, la mia azienda bloccata e 30 persone erano sulla strada. Quando sono uscito dal carcere ho trasformato me stesso da imprenditore in personaggio perché avevo capito che la mia immagine mi avrebbe permesso di ricostruire un' attività. Ed ecco le mutande al balcone, le interviste in tv in cui trattavo male tutti ma indossavo le mie magliette. Avevo studiato tutto prima, e funzionava».

FILIPPO ROMA E FABRIZIO CORONA FILIPPO ROMA E FABRIZIO CORONA

 

Pentito?

«Sì, è stato il mio errore peggiore. Se fossi stato zitto, se non avessi attaccato nessuno e se avessi studiato i miei processi non avrei avuto le condanne e sicuramente non avrei commesso tutti gli altri reati legati alla vita che facevo».

 

Perse il controllo?

«Mi sono fatto prendere dalla foga perché nella mia testa ero convinto di essere innocente e ho reagito in modo sbagliato facendo una serie di stupidaggini clamorose che mi sono costate anni 13 anni e due mesi di galera. Ero troppo impulsivo, troppo istintivo».

FABRIZIO CORONA CON LE MANETTE FABRIZIO CORONA CON LE MANETTE

 

Ora non lo è più?

«No. Basta guardare quello che è successo con le Iene qualche giorno fa. Mi hanno provocato, ma sono restato tranquillissimo. L'ultima volta mi denunciarono perché ero saltato addosso a uno di loro».

 

Si parlava di un presunto compenso in nero di 3.500 euro, Corona liquida la cosa come «Una stronz…».

FABRIZIO CORONA FABRIZIO CORONA

 

Non è che ora vuole apparire diverso perché è in affidamento e una volta chiuso il conto con la giustizia torna quello di prima?

«Dovevo pagare e sto pagando. Il carcere mi è servito. Ho imparato a difendermi da me stesso e a credere nelle istituzioni. Non tornerò indietro, prima di tutto perché sono più vecchio, ho quasi 43 anni, e poi perché la galera ti segna e io dentro non ci voglio tornare più. Diciamo che il cambiamento è anche spinto da forza maggiore. Le persone che mi stanno vicine non meritano di soffrire ancora e ringrazio il Tribunale di sorveglianza che ha dato la possibilità di riprendere a lavorare e anche il mio avvocato Ivano Chiesa».

 

FILIPPO ROMA E FABRIZIO CORONA FILIPPO ROMA E FABRIZIO CORONA

Non pensa di essere stato un cattivo esempio per i giovani?

«No. La storia che hanno raccontato i media fa di me un cattivo esempio».

 

Cosa fa ora?

«Ho una serie di attività. Un' agenzia di comunicazione che fa progetti editoriali e web, usciremo con un nuovo settimanale. Ho comprato la testata "Di tutto". Va bene anche il mio marchio "Si puede"».

 

Il mondo in cui prosperava la sua agenzia non c' è più.

torta di compleanno per fabrizio corona (3) torta di compleanno per fabrizio corona (3)

«Perché non c' è più la tv di allora e ci sono una marea di problemi che non permettono più di vivere come allora. Era il mondo di Berlusconi e io ero la rappresentazione della società del benessere, dei soldi, delle starlette e del gossip. Ero famoso perché guidavo macchine potenti, stavo con le donne più belle del mondo e perché avevo raggiunto il successo. Oggi la gente soffre».

 

stefania e candida fanno un selfie con corona stefania e candida fanno un selfie con corona fabrizio corona silvia provvedi fabrizio corona silvia provvedi fabrizio corona fabrizio corona FABRIZIO CORONA FABRIZIO CORONA FABRIZIO CORONA TIENE UN CORSO DI COMUNICAZIONE FABRIZIO CORONA TIENE UN CORSO DI COMUNICAZIONE stefania marchionne fa un selfie con corona stefania marchionne fa un selfie con corona

E Corona cambia strada.

«Non faccio più l' esibizionista, ma sono ancora uno dei pochi che riesce a comunicare».

 

Ruby e Corona Ruby e Corona Novella Cover Story Corona Belen Novella Cover Story Corona Belen CORONA CORONA

In questa rivisitazione rientra anche l' ammissione di aver usato la cocaina?

«Per incominciare a intraprendere un percorso di cambiamento e di uscita dal carcere l' unica strada era ammettere le debolezze e fare mea culpa davanti a tutti. Oggi mi sento felice e liberato per averlo fatto» .

 

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