I FRANCESI CI RIPENSANO COME I CORNUTI – SI SGONFIA IL COCA-GATE DEI MANESKIN. IL CAPO DELLA TV FRANCESE: “NON FAREMO DENUNCIA”. OGGI DAMIANO SI SOTTOPORRA’ AI TEST ANTIDROGA - DA LONDRA 'THE GUARDIAN' INNEGGIA AL FRONTMAN DE’ MONTEVERDE DEFINENDOLO "UN FIGO SENSUALE E FUORI MODA" - LA FRASE "ROCK’N’ROLL NEVER DIES" PRONUNCIATA DA DAMIANO NEL DISCORSO FINALE. QUANTI ORFANI, DEL ROCK. MA SARÀ POI VERO CHE IL ROCK NON MUORE MAI? - VIDEO

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Da open.online

 

La Francia adesso ci ripensa. Dopo essere arrivata seconda all’Eurovision, e aver accusato i vincitori, i Maneskin, di aver fatto uso di cocaina durante la diretta, ha deciso che «non intende sporgere denuncia». La notizia, riportata da Le Parisien, arriva da Delphine Ernotte, patron di France Televisions, che gestisce la delegazione francese.

 

 

La bufera tiene ancora banco, così Damiano, frontman della band italiana, ha fatto sapere che si sottoporrà volontariamente, insieme ai suoi colleghi, al test antidroga, dopo che il video che lo ritrae mentre si avvicina col capo chino a un tavolo – e che è stato ritenuto ambiguo – è diventato virale. E dopo le insinuazioni fatte in conferenza stampa: «Non è vero, per favore, non ditelo», aveva commentato.

 

paris match e la presunta sniffata di damiano dei maneskin paris match e la presunta sniffata di damiano dei maneskin

 

«L’Eurovision è una competizione sana, senza grossi problemi, con molto fair play e amicizia tra le squadre e dobbiamo mantenere quello spirito», continua il tecnico Ernotte. «Vogliamo vincere, ma saremo felici di andarci il prossimo anno in Italia. E vinceremo».

 

Anche Barbara Pravi, arrivata seconda alla competizione con Voilà, si è staccata dalle polemiche. «Queste sono cose che non mi riguardano. E soprattutto quello che è vero è che queste sono persone che sono state elette e dal pubblico e dalla giuria. Dopo, se si drogano, se si mettono le mutande sottosopra o qualcosa del genere, non è un mio problema», ha detto. Intanto ieri la band italiana è atterrata a Fiumicino. Grida di gioia e applausi hanno accolto i cantanti, stanchi ma felici, all’aeroporto. Dopo 31 anni, l’Italia è tornata vittoriosa alla competizione europea di musica leggera.

 

 

MANESKIN

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Marinella Venegoni per “La Stampa”

 

L’avevano messo nel baule in soffitta, tanto a lungo era stato dichiarato ufficialmente morto. Avevano magari lasciato fuori per consolazione alcuni volti topici, il neverending Bob Dylan che proprio oggi ne fa 80; oppure Robert Fripp fondatore dei King Crimson, bello matto pure lui, che per tutto il loockdown ha ballato in tutù di tulle nero accanto alla moglie Toyah, girando clippini per i fans. Come canterebbero i Måneskin, gente fuori di testa ma diversi da tutti quelli che non ci piacciono: e in gara all’Eurovision a non piacerci erano in tanti e un po’ erratici, giocavano a fare i bambini con la scusa della dance.

 

Invece sorpresa, il rock si è preso la scena con una onesta vittoria a Rotterdam. Loro, i Måneskin, hanno fatto sul serio. Erano partiti nel ‘17 da X-Factor sotto l’ala di Manuel Agnelli, uno che di rock se ne intende, e ora in 5 mesi hanno fatto l’en plein di tutto ciò che c’era da vincere: prima Sanremo, ora la competizione europea, opinabile gara all’insegna del kitsch, capace però stavolta di mettere ai primi sei posti qualcuna fra le cose più accettabili che siano state cantate; vittoria tra l’altro non grazie alle giurie, ma al televoto.

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La sorpresa autentica è che questa furibonda «Zitti e buoni» che ormai conosciamo bene, sia stata alquanto apprezzata anche se con un tocco di snobismo, con riconoscimenti da Steve Van Zandt a Simon Le Bon. Il New York Times si è per la prima volta interessato alla manifestazione: in realtà scrutava la prima kermesse live così vasta nel tramonto (speriamo) della pandemia, ma l’impronunciabile reporter Ilvy Njiokiktjien scrive di storica vittoria dell’Italia (che infatti ce l’ha fatta 3 volte in tutto, l’ultima nel 1990 con Cutugno), rimarcando il testo che parla di sigarette (maledettismo totale in Usa).

 

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Da Londra The Guardian inneggia all’indubitabilmente bravo Damiano definendolo «un figo sensuale» e fuori moda («buono per una copertina di New Musical Express del 2003»); NME a sua volta trova nella band la forza dei Franz Ferdinand e si commuove che il solito Damiano abbia pronunciato la storica frase «Rock’n’roll never dies» nel suo discorso finale. Quanti orfani, del rock.

 

maneskin maneskin

Ma sarà poi vero, che il rock’n’roll non muore mai? Il primo posto al televoto la dice lunga sul ricomparsa di un rock giovane, che tra l’altro torna anche al sesto posto grazie alla Finlandia con i meno efficaci metallari Blind Channel. I nostri virano verso il punk e coprono (poco) le nudità con la firma dello stilista superchic Etro; ma sono totalmente devoti alla causa, con le schitarrate e la batteria furibonda, e questo Damiano ha la sfacciataggine di un Freddie Mercury da film, mentre inneggia alla mamma che è fuori di testa come lui («ma diversa da loro», però).

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