ANDREA GRECO per la Repubblica
Sabato di lavoro sui due fronti che si contendono le Generali. Il comitato nomine ristretto del cda triestino ha ultimato il sondaggio dei 12 consiglieri, cui è stata chiesta la disponibilità per un rinnovo (l'assemblea vota il 29 aprile). E secondo fonti finanziarie Romolo Bardin, a capo della holding Delfin che detiene il 6,6% di Generali, si è detto "non disponibile" a un terzo mandato.
Un portavoce di Bardin non ha commentato l'indiscrezione. Il manager della scuderia Del Vecchio, senza dimettersi dal cda come ha fatto giovedì l'ex vicepresidente di Generali, Francesco Caltagirone, prepara così il campo per entrare a nella lista concorrente, che i tre pattisti Generali - con i due grandi soci privati c'è anche Fondazione Crt contano di presentare nel mese di febbraio. Il loro intento è convincere "il mercato", padrone di un 35% circa di Generali, a preferirla alla lista del cda uscente, che includerà l'ad Philippe Donnet per un suo tris.
Di solito le liste espresse dai cda piacciono agli investitori istituzionali, e sono la norma per le aziende globali. In più, il recente giro di presentazione di Donnet tra i fondi, dopo il piano 2024 diffuso un mese fa, avrebbe riscosso consensi diffusi, almeno a parole (l'andamento di Borsa nel mese registra un lieve calo).
Donnet Caltagirone Del Vecchio
Per realizzare l'impresa Caltagirone, che sembra aver preso la "regia" sul dossier Generali per conto del patto, ormai salito al 16,2%, sta accelerando per chiudere una folta squadra di consulenti finanziari e legali, e così diffondere a febbraio la lista di nomi che battaglierà in assemblea contro quella del cda.
Un nome nuovo, benché senza conferme ufficiali, è Fabrizio Palermo, fino all'anno scorso ad della Cassa depositi e prestiti, che avrebbe iniziato a lavorare, da consulente, al fianco di Caltagirone. Si confronterà con Bain & Company sulla definizione del piano strategico alternativo, e con Georgeson - all'opera con Delfin da sei mesi sul dossier, e da poco girato all'imprenditore romano - sui criteri per la scelta degli amministratori e le relazioni con gli investitori nella "campagna elettorale". Stando a fonti finanziarie, la lista antagonista per il cda Generali dovrebbe contenere una decina di candidati almeno, così da poter nominare la maggioranza del consiglio in caso risulti prima nella votazione.
E dovrebbe comprendere un potenziale presidente e un manager forte. Per le presidenze i nomi più accreditati sembrano Sergio Balbinot, ex dirigente Generali e ora nel cda di Allianz (ma in scadenza e non rinnovabile) e la presidente di Mps, Patrizia Grieco. Più difficile trovare un manager di richiamo, anche perché chi milita in aziende rivali fatica a lasciarle per un ruolo incerto. Per questo, se il grosso nome non salterà fuori, sembra che una delle opzioni sul tavolo sia la cooptazione successiva di Palermo come ad, nel cda Generali a trazione "pattisti".