GRAMELLINI SI SOSTITUISCE A DE BORTOLI E RISPONDE A MUCCHETTI: “COSA SPINGE I FAMOSI A CANDIDARSI E A DIVENTARE SERVI DEI POLITICI?” - SENTI CHI PARLA! MINZOLINGUA ACCUSATO TRAVAGLIO DI NON PUBBLICARE LE TELEFONATE TRA MANCINO E BELLA NAPOLI - SECONDO “NEWSWEEK”, L’ITALIA È UN PAESE DA TERZO MONDO: SAI CHE SCOPERTA...

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CANDIDATI A CHE...
Massimo Gramellini per "la Stampa"

Massimo GramelliniMassimo GramelliniFerruccio De BortoliFerruccio De Bortoli

Come sempre il mercato delle candidature piazza i suoi banchi nella società civile e come sempre non capisco perché un personaggio televisivo o un editorialista dovrebbero annullarsi in un'istituzione, il Parlamento, che avvilirà i loro talenti e trasformerà dei professionisti di successo in un manipolo di frustrati, costretti a pigiare un pulsante in base agli ordini di partito (cioè dei politici di mestiere) e a cercare visibilità elemosinando interviste di venti righe a quegli stessi giornali su cui prima scrivevano pagine intere.

Non avendo bisogno di soldi né di gratificazioni all'ego, cosa li spinge a lasciarsi sedurre dai furbacchioni che comanderanno davvero? Non capiscono che la Casta, impegnata in una battaglia di sopravvivenza, li utilizza come Ulisse utilizzò le pelli dei montoni per uscire dalla grotta di Polifemo: confidando che il ciclope furibondo e cieco, l'elettore, non si accorga che il voto dato ai famosi serve al ceto politico per scampare alla sua ira?

Credo nella buona fede delle vittime e penso che - per esempio - un ottimo giornalista come Massimo Mucchetti sia sinceramente convinto, candidandosi, di cambiare la politica. Invece temo che sarà la politica a cambiare lui o più probabilmente a respingerlo come un corpo estraneo. Cambia di più la politica il sindaco di un paesino che il senatore di un grande partito. Perché questa politica ha ricatti, compromessi e ambiguità che ne costituiscono il suo lato oscuro e ineliminabile. Per modificarli bisogna mettersi al volante della macchina. Seduti al posto del passeggero, quando non nel portabagagli, si finirà solo per rimpiangere di avere intrapreso il viaggio.

Massimo MucchettiMassimo Mucchetti


EHI MINZO, LE NOTIZIE SONO SACRE. PER NOI...
Dal "Fatto quotidiano"

Chi si rivede, Augusto Minzolini. Un tempo celebre perché informatissimo, poi perché spesatissimo (a carico nostro), si produce su Panorama in un sapido retroscena che sarebbe davvero illuminante, se fosse vero: il 24 agosto scorso Ezio Mauro avrebbe convinto "Marco Travaglio e soci a non chiedere la pubblicazione del contenuto delle telefonate tra Napolitano e Mancino" facendo "appello al comune antiberlusconismo".

AUGUSTO MINZOLINIAUGUSTO MINZOLINI

E così "i sacerdoti del tutto si deve sapere sono diventati gli artefici della ragion di Stato, del bisogna tacere". Purtroppo è una balla, come ben sa chi legge il Fatto anche con un occhio solo. Abbiamo chiesto per mesi a Napolitano di divulgare le sue telefonate con Mancino e non abbiamo mai smesso di cercarle. Per pubblicarle. Per noi non c'è antiberlusconismo o ragion di Stato che tenga, davanti a una notizia. Per quanto possa apparire strano ai Minzolingua.

Marco TravaglioMarco Travaglio


NEWSWEEK: "L'ITALIA? PAESE DEL TERZO MONDO"...
Dal "Fatto quotidiano" - L'Italia? Più un paese del Terzo mondo che una nazione dell'Occidente industrializzato. Bastano le statistiche, secondo Newsweek (nella sua nuova versione online) per decretare il declassamento del Belpaese. Nonostante la ricchezza del patrimonio culturale, e a discapito dei numeri macroeconomici che ci collocano ancora al settimo posto nel mondo, le statistiche sociali fanno scivolare l'Italia a livello di "un paese in via di sviluppo del Terzo mondo", sostiene la giornalista Barbie Latza Nadeau.

NICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANO jpegNICOLA MANCINO E GIORGIO NAPOLITANO jpeg

Newsweek fa riferimento all'ultimo rapporto annuale dell'Istat per ricordare che la disoccupazione giovanile ha raggiunto un tasso del 36,5 per cento e che la violenza domestica è in costante aumento (120 donne uccise nel 2012, una ogni tre giorni). Vengono poi enumerati altri dati significativi: solo il 56 per cento delle famiglie possiede un computer, il 45,3% una lavastoviglie, il 33,4 un impianto di aria condizionata. Altissimo il tasso di abbandono scolastico: 18,8 per cento.

 

 

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