“GRILLO A TEATRO: UNA PSICANALISI DI GRUPPO” - MASSIMO FINI: “LO SPETTACOLO NON È COMICO, NÉ POLITICO. È ESISTENZIALE - NON SI REGGE, DA SOLI, QUASI 3 ORE SUL PALCO SE NON SI HA UNA GRANDISSIMA ENERGIA. MA NON SA PIÙ DOVE METTERLA” - - -

“Il comico non esiste più. Perché non fa ridere. E non c' è figura più patetica, e drammatica, del comico che non fa ridere. C' è un momento, delicato, dolce e commovente, della pièce in cui Beppe chiede con un sorriso timido alla platea: "Ma vi faccio divertire ancora?", ricavandone un flebile applauso...”

Condividi questo articolo


Massimo Fini per il “Fatto Quotidiano”

GRILLO GRILLO

 

Lo spettacolo di Grillo (Grillo versus Grillo) non è comico. Ma non è nemmeno politico. È esistenziale. Dichiarando apertamente il proprio disagio, il proprio smarrimento, la propria confusione ("Ma io chi sono?") interpreta il disagio, lo smarrimento e la confusione che è in molti di noi.

 

La sua è una "psicanalisi di gruppo" senza terapeuta o, per essere più precisi, dove è proprio il terapeuta quello ad avere più bisogno di aiuto.

Grillo, heideggeriano probabilmente senza saperlo, pone al centro della sua riflessione la Tecnica.

MASSIMO FINI MASSIMO FINI

 

Ma non solo quella informatica, che ha fatto la fortuna del suo movimento grazie all' input di Casaleggio, ma la Tecnica in generale, in ogni sua forma, su cui è documentatissimo e si coglie che a 67 anni suonati ("Un' età spaventosa" come l' ha definita una volta) ha ancora una curiosità giovanile, onnivora, che è una dote che uno si porta nel Dna e che, come il coraggio di manzoniana memoria, se uno non ce l' ha non se la può dare.
 

Grillo è affascinato, quasi ipnotizzato, dalla Tecnica, dai risultati straordinari che ha conseguito e da quelli ancor più sbalorditivi che, a breve e medio termine, potrà raggiungere. Ma nello stesso tempo è anche consapevole che la Tecnica è un' arma a doppio taglio.

 

GRILLO 6 GRILLO 6

Che accanto agli aspetti positivi ce ne sono di negativi. Che anzi -ma di questo non so quanto Beppe ne sia conscio - positività e negatività della Tecnica non viaggiano in parallelo ma sono strettamente intrecciate e che sono proprio i risultati straordinari la causa delle negatività più profonde. Perché la Tecnica ci separa dagli altri e, alla fine, anche da noi stessi e dalla nostra interiorità.
 

Grillo, fra altri frizzi e lazzi, fa un esempio, minimale, che è anche mio. Quello del treno.
Una volta, in un tempo non poi tanto lontano, sul treno si chiacchierava, si ciacolava con gli altri viaggiatori, si raccontavano anche balle strepitose, soprattutto alle belle ragazze, tanto non ci si sarebbe visti più. Oggi tutti stanno al computer, al tablet, attaccati al cellulare, sono connessi col mondo intero tranne che con chi gli sta solo a due metri più in là.

 

A questo proposito c' è un bel libro di uno psicanalista junghiano, Luigi Zoja, che si intitola La morte del prossimo. Il "prossimo" è il vicino, colui che io posso toccare. Quando l' ologramma - che compare, ironicamente, anche nello spettacolo di Grillo, come suo duplex - corredato di odori, di umori e anche, in un futuro non lontano, di possibilità di tatto, avrà sostituito in tutto e per tutto, o quasi, l' uomo, saremo definitivamente soli.

 

GRILLO 7 GRILLO 7

Politicamente Grillo non ha detto, né voleva, nulla che già non si sappia. Ha solo accentuato l' incitamento alla ribellione e, fors' anche, all' insurrezione, comunque a una reazione collettiva ("Grillo sei tutti noi. Col cazzo! Cominciate anche voi a essere tutti voi").
 

Il comico non esiste più. Perché non fa ridere. E non c' è figura più patetica, e drammatica, del comico che non fa ridere. C' è un momento, delicato, dolce e commovente, della pièce in cui Beppe, abbandonando l' atteggiamento tonitruante, chiede con un sorriso timido alla platea: "Ma vi faccio divertire ancora?", ricavandone un flebile applauso.

 

L' uomo, dopo averne spese per anni, intellettualmente e fisicamente, in dosi industriali, ha ancora energie da vendere. Non si regge, da soli, senza supporti, quasi tre ore sul palcoscenico se non si ha una grandissima energia. Ma non sa più dove metterla. Non sa dove sbattere la testa. Come chiunque fra noi che, a discapito della tecnologia, l' abbia conservata.

GRILLO 5 GRILLO 5 GRILLO CASALEGGIO 9 GRILLO CASALEGGIO 9

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MAMMA! MORMORA LEONARDINO… - L’AFFETTUOSO INCONTRO TRA LA VEDOVA DEL VECCHIO, NICOLETTA ZAMPILLO, CON IL VIVACISSIMO FIGLIO LEONARDO MARIA, IN DECOLLO PER LA “FEBBRE DEL SABATO SERA” MILANESE: "CHIODO" AL POSTO DEL DOPPIOPETTO MANAGERIALE - DAL 27 GIUGNO 2022, SONO TRASCORSI OLTRE DUE ANNI DALLA SCOMPARSA DI DEL VECCHIO E LA GUERRA SULL’EREDITÀ TRA GLI 8 EREDI SI E’ INGARBUGLIATA DEFINITIVAMENTE QUANDO È ESPLOSO IL CASO DEGLI SPIONI MILANESI DI EQUALIZE SRL, DOVE TRA I CLIENTI PIU’ DOVIZIOSI SBUCA LEONARDINO CHE ‘’VORREBBE MONITORARE IL FRATELLO MAGGIORE CLAUDIO DEL VECCHIO E UN CONSULENTE CHE STA VICINO A UNA DELLE SUE SORELLE, PAOLA DEL VECCHIO…”

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...