Viviana Persiani per “Libero quotidiano”
In fondo, Al Bano e Romina Power ci avevano visto giusto quando, nel 1987, cantavano «Nostalgia Canaglia». Che è il sentimento che sembra legare, oggi, quarantenni e cinquantenni italiani, almeno facendo un giro su Facebook. È, infatti, tutto un proliferare di gruppi come "Anni '60 '70 '80 '90 favolosi e da rivivere insieme", "Solo anni '80", "Ridateci gli anni 80/90", "CARTOONS '80", "Anni '70", per citarne alcuni, che raccolgono, in una sorta di raduno virtuale, centinaia di migliaia di nostalgici, incapaci di distaccarsi dai simboli della loro infanzia e adolescenza. Di solito, introducono i loro post con la frase «ma che ne sanno i giovani d' oggi», accompagnata da una foto o un breve filmato del passato, lasciapassare per un tuffo nel cuore della memoria.
Per dire, una puntata di tre minuti delle Previsioni del Tempo, datata 1979, con protagonista il Colonnello Bernacca, ha già raggiunto le 113mila visualizzazioni con commenti del tipo «Ammirazione e rimpianto», «Queste erano previsioni». E lo Spot TV del Lievito Bertolini con la canzoncina «Brava brava Maria Rosa, ogni cosa sai far tu», anno 1977? Siamo a quota un milione e duecentomila visualizzazioni (avete letto bene), cifra da capogiro. Post amarcord del tipo «Quelli che a Carnevale si vestivano da Zorro» o «Noi che mangiavamo pane, burro e zucchero» o, sempre in tema di cibo, «Noi che prima del McDonald' s avevamo il Burghy», scatenano centinaia di commenti ricordo, all' insegna del «Quelli sì, erano bei tempi».
Non parliamo poi di telefilm come Happy Days, di cartoni come Goldrake o Heidi, che ingrossano autentici fiumi in piena di rimpianti. Insomma, sembra che per questa particolare generazione, aggrapparsi a queste immagini equivalga alla famosa coperta di Linus. Un mezzo per evadere da un presente che, evidentemente, sembra mancare di quella sorta di romanticismo capace di trasformare in icone semplici oggetti.
Si arrivano a rimpiangere prodotti di uso comune come il barattolone di Borotalco Roberts, le Pastiglie Valda della nonna, il catalogo Postal Market con le foto delle donne in intimo, il Vicks VapoRub con il quale ci ungeva la mamma, la coperta a uncinetto stesa sul letto, Tv Koper Capodistria, i fustoni vuoti del Dash o Dixan dove si riponevano i giochi, le sigarette Nazionali Esportazioni dei nostri nonni, la confezione triangolare del latte fresco, l' ippopotamo di Lines Notte, le palline clic clac che ti spaccavano le nocche, accompagnandoli con la frase «se te li ricordi, hai avuto una infanzia bellissima». Che poi sia vero o meno che l' essere bimbi, allora, fu così indimenticabile, poco importa. Su e-Bay, si va a caccia del Vintage e non solo nel vestiario.
Giochi come il Subbuteo, Il Pranzo è servito, lo Scarabeo, L' allegro Chirurgo, Sapientino rigorosamente originali e, a volte, con prezzi elevati, vengono acquistati da inguaribili nostalgici.
Perché tutto questo? Un recente rapporto Censis-Conad lo ha certificato: la nostalgia è un sentimento molto diffuso. Il 69% degli italiani rimpiange la qualità della vita del passato. Economicamente, del resto, si stava meglio e i giovani, di allora, avevano una forza propulsiva che, al giorno d' oggi, si fa fatica a vedere. Steven Spielberg, che con il recente Ready Player One ha reso omaggio agli anni '80, ha dato la sua spiegazione: «Credo che siamo nostalgici degli anni '80 perché era una decade in cui non esisteva lo stress. Tutto era semplice, innocuo, lo stile e la musica di quei tempi - i Duran Duran, Eddie Van Halen - era tutto fantastico». Già, ma che ne sanno i giovani d' oggi della Simmenthal che si apriva con la chiavetta?