Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera
Oltre mezzo milione di tweet in 24 ore. È la risposta corale delle donne americane, e non solo, allo «scandalo Weinstein», che pare un elastico infinito. Anche Bob Weinstein, fratello e socio di Harvey, è ora accusato di molestie. In un' intervista a «Variety», la produttrice Amanda Segel riferisce di aver subito l' assedio di Bob: «Mi ha fatto delle avances e poi ha insistito per tre mesi. Un "no" dovrebbe essere sufficiente».
Invece Segel ha dovuto fare intervenire un avvocato. I legali di Bob Weinstein smentiscono «ogni condotta inappropriata». Intanto si è dimesso Roy Price, direttore degli Amazon Studios: era stato sospeso sei giorni fa, anche lui denunciato per molestie da un' altra produttrice, Isa Hackett. La vicenda risale al 2015, ma la società guidata da Jeff Bezos ha preso provvedimenti solo ora, nel mezzo di un' ondata di rigetto popolare.
Harvey Weinstein è ormai il simbolo mondiale dell'«uomo preistorico», come ha detto la star Catherine Zeta-Jones e, nello stesso tempo, la «peggiore incarnazione dell' abuso di potere», secondo l' ex vicepresidente Joe Biden.
Asia Argento è tornata a parlarne, nella trasmissione tv «Cartabianca»: «A ferirmi di più sono state le critiche delle donne, quelle che mi hanno detto che avrei potuto dire di no. Avrei voluto vedere loro dire di no, con un omone alto due metri: per me è stata una violenza vera, non potevo scappare. Altro che scorciatoia. Da lui non ho ricevuto aiuti».
Nel «caso Weinstein» si nasconde la cattiva coscienza di tanti ambienti assuefatti all' opportunismo. «Lo sapevano tutti i grandi: impresari, attori, giornalisti, sceneggiatori, le grandi rockstar, le modelle, i proprietari dei grandi ristoranti, i politici. Tutti eravamo a conoscenza del suo comportamento aggressivo.
«Era come l' Orco di una favola dei fratelli Grimm», scrive su Facebook Scott Rosenberg, sceneggiatore e produttore, compagno di lavoro di Weinstein. Le sue ammissioni arrivano dopo che almeno 40 donne si sono esposte. «Sono dispiaciuto per tutte loro che hanno dovuto soffrire - aggiunge Rosenberg -. Mi vergogno, perché non ho fatto niente, non ho detto niente». Motivo? «Harvey era la gallina dalle uova d' oro».
Adesso c' è la corsa a prendere le distanze. Tre giorni fa, Weinstein è stato escluso dall' Academy che organizza i premi Oscar. Ieri anche l' associazione dei produttori di Hollywood ha votato all' unanimità la sua espulsione.
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