ABBIAMO PORTATO IN PRIMA SERATA L'OMOSESSUALITÀ GIOVANILE CON DELICATEZZA” - ALESSANDRO D'ALATRI, REGISTA DELLA FICTION  “UN PROFESSORE”, SI VANTA DI AVER SCODELLATO UN BACIO GAY SU RAI 1, MA IN REALTÀ NELLA SERIE ORIGINALE NATA IN SPAGNA C’ERA UNA SCENA DI SESSO ESPLICITA: “INTERFERENZE DALLA RETE? CI SONO STATE DISCUSSIONI E L'ATTENZIONE SI È FOCALIZZATA SUL NON FERIRE NESSUNO…” - VIDEO

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Giovanni Berruti per “La Stampa”

 

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Due adolescenti maschi si baciano È una serie Netflix? No, Rai. Benvenuti sul primo canale con Un Professore, protagonisti Alessandro Gassmann e Claudia Pandolfi, progetto decisamente innovativo per la rete di Stato. Un successo straordinario con picchi del 25, 3% di share e oltre 78 mila interazioni social.

 

Tra le varie linee narrative, spicca quella del figlio del professor Dante Balestra (Gassmann), Simone (Nicolas Maupas), ragazzo che si scopre omosessuale e che si innamora del suo compagno di classe, il ribelle e sciupafemmine Manuel (Damiano Gavino), diviso sentimentalmente tra la coetanea Chicca (Francesca Colucci) e Alice (Margherita Laterza), una donna più grande di lui.

ALESSANDRO D'ALATRI ALESSANDRO D'ALATRI

 

«Abbiamo portato in prima serata l'omosessualità giovanile con delicatezza - racconta il regista Alessandro D'Alatri, reduce da un altro successo targato Rai, Il Commissario Ricciardi -. È stato un atto doveroso per il servizio pubblico, che non deve in alcun modo lasciar nessuno indietro».

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Ci può raccontare qualche retroscena sul rapporto tra Simone e Manuel?

«Un Professore è un adattamento di un'altra serie spagnola, Merlì. Tra i vari temi trattati, anche lì era presente quello dell'omosessualità tra i giovani, forse oggi ancora un tabù.

 

Durante la lavorazione, ci siamo assicurati di evitare lo stereotipo, la marchetta, la battuta facile. Noi mettiamo in scena tensioni sentimentali, in cui vediamo le persone, dello stesso sesso o meno, innamorarsi o volersi bene. Lo reputo uno dei modi migliori per raccontare le relazioni tra esseri umani».

 

Ha avuto interferenze da parte della rete?

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«Abbiamo chiaramente fatto le nostre valutazioni, una volta approvate le sceneggiature. Ci sono state discussioni e l'attenzione si è focalizzata sul non ferire nessuno. Ma basta vederlo anche dalle reazioni dei nostri personaggi: quando Dante scopre la tensione del figlio, si preoccupa per prima cosa della sua felicità, così come Anita si sorprende in maniera delicata. Ma anche Virginia (Pia Engleberth), la nonna di Simone, che commenta «Manuel è carino». L'atteggiamento pregiudiziale è datato, è tempo di offrire finestre nuove».

 

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Come se lo spiega questo successo?

«Abbiamo rispolverato il valore dell'insegnamento. La scuola oggi è ancorata a un qualcosa che necessita di una rivalutazione. Il mondo è più avanti rispetto alle regole che essa insegna.

 

Ricevo diversi messaggi sui social, da professori, studenti, addirittura da genitori e ciò mi fa percepire l'attenzione verso il nostro racconto, confezionato con un linguaggio moderno: ogni piccola scena offre valore e contenuto da non permettere al pubblico alcuna forma di distrazione.

 

Oltre la sessualità, affrontiamo anche temi come le droghe, il bullismo, lo stalking, ma soprattutto le tentazioni e i rischi in una società basata sul profitto, quale la nostra».

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Cosa pensa del professore Dante Balestra?

«È quello che tutti noi avremmo voluto avere. Figure in grado di render la scuola più empatica, affascinando i propri studenti. Seduttivo nell'insegnamento ma anche verso il sesso femminile, mostrando attraverso la sua bulimia una fragilità: l'incapacità del maschio contemporaneo di prendersi delle responsabilità.

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Nell'interpretarlo, Gassmann è riuscito a rispolverare delle capacità ereditate dal padre Vittorio, ovvero il sapere giocare tra dramma e commedia. Un mattatore rispetto alle sue interpretazioni drammatiche nella serialità, cui solitamente siamo stati abituati».

 

Cosa le ha insegnato «Un Professore»?

«Che bisogna osare, avere coraggio. Gli spettatori premiano sempre chi fa proposte innovative, l'abbiamo visto anche da altri titoli Rai di successo negli ultimi anni. Il compito del servizio pubblico deve essere quello di accompagnare i propri fruitori verso un intrattenimento intelligente».

 

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State lavorando alla seconda stagione?

«Se ne sta parlando. I risultati sono ottimi. Sarebbe meritevole continuare questo tipo di racconto».

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