Estratto dell’articolo di Renato Franco per il “Corriere della Sera”
LUCA BIZZARRI PAOLO KESSISOGLU
«Lol? Mai visto. Quando una cosa è di grande successo noi genovesi ne stiamo lontanissimi». Il gusto del paradosso anima da sempre la comicità di Luca Bizzarri, che sarà tra i protagonisti della nuova edizione dello show disponibile da domani su Prime Video.
«Quando mi hanno chiesto di partecipare sono andato a vederlo e sono morto dal ridere.
Mi sono convinto subito».
Tra i concorrenti c’è anche Paolo Kessisoglu, suo compagno di fatto: ma questa volta sarete uno contro l’altro...
«È anche questo aspetto risulta essere divertente. Abbiamo calcolato di fare delle cose insieme mentre ognuno si è preparato dei pezzi all’insaputa dell’altro, […]».
Lei & Paolo, Crozza: la satira politica gira intorno a pochissimi nomi...
«La satira politica in tv ormai è poca roba: è anche vero che nella tv generalista, tra Rai e Mediaset, a forza di mettere paletti non trovi più spazio».
Anche su La7, a «diMartedì»?
«Credo che io e Paolo abbiamo una caratteristica rispetto ad altri comici: spariamo a 360 gradi. Io cerco di trovare il brutto in tutti, altra peculiarità dei genovesi. Quindi vado a scovare la magagna pure nelle persone che in teoria mi rappresenterebbero di più. Così alla fine l’unico che non ha amici sono io».
Le hanno dato del fascista, ma anche del comunista, copre tutto l’arco parlamentare degli insulti...
«La grande differenza tra destra e sinistra è che la sinistra ride quasi esclusivamente di se stessa mentre la destra non ne è capace. Credo dipenda dal fatto che non ci sono — non dico comici — ma anche rappresentanti di destra che prendono in giro i loro capisaldi, che rimangono patrimoni intoccabili. E questo essere così aziendalisti è l’aspetto che forse gli fa vincere le elezioni».
A destra quindi hanno meno dubbi?
«Sì, anche se non capisco se il capo è visto come un generale in battaglia che tutti seguono, o se è considerato come il megadirettore di Fantozzi... forse più la seconda».
[…]
Però su Twitter se le va a cercare le grane, si diverte a polemizzare con tutti...
«Twitter è un serbatoio inesauribile di cazzate, è il letame da cui nascono i fiori, da lì trovo tanti spunti per la nostra satira. […]».
Con Calenda dialogavate spesso, lui le aveva anche affidato il suo profilo per un giorno. Poi cosa è successo?
«Si è dimostrato il politico più incazzoso. Ora non mi segue più. Non è più mio amico, si è comportato come fanno i 16enni. Però ho ancora la password del suo profilo, potrei entrare e ri-seguirmi, ma non lo faccio».
Il più furbo?
«Salvini. Si è limitato a qualche attacco di sguincio, ma ha capito che non gli conviene, difficilmente risponde in modo diretto». […]