“CONTE, DI MAIO, SALVINI, DI BATTISTA, TONTINELLI, ARCURI, AZZOLINA.... A QUESTO PUNTO, SOGNO DAVVERO A PALAZZO CHIGI GIULIANO AMATO E RIMPIANGO FANFANI E DE MICHELIS” – DAGO A ‘RIVISTA STUDIO’: “LA TRISTE REALTÀ È CHE IN UN PAESE DECENTE DAGOSPIA NON ESISTEREBBE - IL POTERE NON È QUELLO CHE VEDI NEI TALK, MA QUELLO CHE STA DIETRO, IL “DEEP STATE” - "NON BASTA ESSERE ONESTO SE SEI INCAPACE, E PURTROPPO LA CLASSE DIRIGENTE PENTASTELLATA PIU' E' INADEGUATA PIU' OCCUPA POLTRONE” - VIDEO: DAGO AL TG2

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20 ANNI DI DAGOSPIA - IL SERVIZIO DEL TG2

 

Giuliano Malatesta per www.rivistastudio.com

 

dago quelli della notte dago quelli della notte

Solamente due anni fa, quando il sito di gossip (espressione in realtà assai riduttiva) più chiacchierato d’Italia raggiunse i suoi primi diciott’anni, commentò l’avvenuta maturità con poche ma esaurienti parole: «È maggiorenne, può cominciare a fottere».

 

Ora che Dagospia si appresta a raggiungere il traguardo dei primi 20 anni di vita (23 maggio), il suo fondatore, Roberto D’Agostino, per molti pochi più di un pettegolo “lookologo” (definizione risalente ai tempi di Quelli della Notte), per altri un genio del marketing applicato al cafonal, abilissimo a sfruttare italiche debolezze, si lascia inavvertitamente sfuggire note malinconiche: «La triste realtà è che in un paese decente Dagospia non esisterebbe».

DAGO CON ALBERTO ARBASINO DAGO CON ALBERTO ARBASINO

 

Sfortunatamente abbiamo il Paese che ci meritiamo e Dagospia sembra godere di ottima salute, come evidenziano i numeri durante il lockdown: ben cinque milioni di pagine visitate e oltre cento news giornaliere sapientemente suddivise tra hard gossip, declinato in tutte le sfumature possibili, e racconti sul sottobosco e le magagne del nostro meraviglioso piccolo universo politico-economico-finanziario, due mondi che, solo apparentemente, non potrebbero essere più diversi.

 

Ma siamo pur sempre a Roma, un luogo dove, aveva sentenziato sconsolato il buon Alberto Arbasino dopo il suo primo soggiorno capitolino, «non esiste mai una via di mezzo immaginabile tra l’abbacchio al cartoccio e il renard argenté».

dago con la redazione (giorgio rutelli francesco persili federica macagnone riccardo panzetta alessandro berrettoni) dago con la redazione (giorgio rutelli francesco persili federica macagnone riccardo panzetta alessandro berrettoni)

 

Nella sua casa museo in pieno centro, talmente kitsch da oscurare in quanto a stravaganze anche la celeberrima Jungle room di Elvis, il momento più alto dello stile Presley, D’Agostino rinuncia ai bilanci, «li lasciamo agli altri», ma accetta di ripercorrere la sua avventura da un mondo analogico ad uno digitale, senza però mai distogliere del tutto la visuale da un computer portatile dove, silenzioso, lavora il suo sacro algoritmo, una sorta di cuore pulsante che in tempo reale monitora i movimenti sul sito da parte degli utenti, indicandone le pruderie quotidiane.

DAGO ANNI SESSANTA - ROBERTO D AGOSTINO DAGO ANNI SESSANTA - ROBERTO D AGOSTINO

 

«Avevo una rubrica sull’Espresso, si chiamava Spia, una specie di zibaldone di cinque pagine di mondanità e cattiverie vare. Dopo una visita di Agnelli a Luna Rossa durante l’America’s Cup ad Aukland ebbi la sventura di scrivere, su suggerimento di quel maledetto toscano di Bertelli, che l’avvocato portava sfiga. Fu un attimo. Alain Elkann, per guadagnare punti, avvertì Agnelli, che a sua volta chiamò Caracciolo, suo cognato, che si precipitò a telefonare all’allora direttore Giulio Anselmi. Di fatto la mia storia con la carta stampata terminò quel giorno».

 

 

barbara palombelli e dago barbara palombelli e dago

Fu Barbara Palombelli, durante una di quelle cene romane in cui tutti i commensali pensavano di poter risolvere i destini del mondo, a consigliargli di lanciare un sito tutto suo. «Stiamo parlando del 1999, un’era pre-google, c’era molta diffidenza verso il digitale, quasi nessuno ne intuiva il potenziale. Mi ricordo ancora quello che mi disse Paolo Mieli: “internet e’ come il borsello, una moda stagionale”». Non esattamente la più lucida delle previsioni.

 

sonia raule franco tato sonia raule franco tato Nell attesa legge Dagospia Nell attesa legge Dagospia

Dopo qualche piccola disavventura, «andavo in giro con il mio bigliettino di carta e l’unica  riposta che che ricevevo erano porte in faccia», il sito fu lanciato nel 2000 con un investimento di dieci milioni di lire e la diffusione di tre notizie al giorno, storie più o meno di costume che erano il risultato delle sue frequentazioni notturne, quando a Roma valeva ancora la pena bazzicare i cosiddetti salotti buoni, su tutti quello di Maria Angiolillo, allora noto come la “Quarta Camera”.

 

Poi, dopo appena una settimana, arrivò senza preavviso il coup de théâtre a sparigliare le carte: «Un’amica mi raccontò che l’allora AD Enel, Franco Tatò, voleva acquisire Telemontecarlo, in realtà per piazzarci la sua compagnia e futura moglie». La notizia uscì con un titolo in perfetto stile Dagospia: “Sonia Raule, dal materasso alla rete”. «Alla fine l’assemblea bocciò quella proposta, con la notizia avevo bruciato l’operazione. Ma capii le potenzialità che un sito del genere poteva avere non per me ma per tutti gli altri».

 

enrico cuccia x enrico cuccia x dago con la redazione e gli studenti all'ingresso della dining hall dell'oriel college di oxford dago con la redazione e gli studenti all'ingresso della dining hall dell'oriel college di oxford

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La definitiva simbolica consacrazione arrivò qualche anno più tardi, con la pubblicazione di alcuni report scomodi provenienti dal Vaticano. «Dopo una settimana», ricorda divertito D’Agostino, «il sacerdote che mi forniva le notizie fu trasferito. Era la dimostrazione che perfino la Curia leggeva Dagospia».

 

Arbasino e Dago Arbasino e Dago

Nel variegato universo degli informatori che hanno contribuito, quasi sempre per invidia o vendetta, al successo del sito, definito dal suo fondatore come una grande «portineria elettronica che muore ogni sera e rinasce ogni mattina», merita un posto d’onore l’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga.

Dago in redazione - ph Massimo Sestini Dago in redazione - ph Massimo Sestini

 

«Per me è stato molto più di un semplice informatore, ma una guida spirituale. Bussò alla mia porta che era già considerato pazzo, nemmeno l’Ansa gli passava più i comunicati, ma grazie a lui ho compiuto un apprendistato politico, imparai a convivere con un certo tipo di mondo e a conoscere il significato della parola potere, prima di incontrarlo non sapevo neanche chi fosse Enrico Cuccia».

 

azzolina 3 azzolina 3 Guarda Dagospia Guarda Dagospia

Ecco, il potere, parola misteriosa ma sempre evocata, soprattutto quando non ce ne sarebbe bisogno. «Non è quello che vedi, ma quello che sta dietro, il famoso “deep state”. Tutti mi chiedono sempre quali siano le mie fonti, ma io ho sempre preferito avere un rapporto stretto con un capo di Gabinetto piuttosto che con un ministro. La macchina è quella che conta, il pilota lo puoi sempre sostituire».

 

Grillo D'Agostino Grillo D'Agostino

Sarebbe interessante capire come siano cambiati, in questi venti anni, i gusti degli utenti e quindi, di riflesso, anche gli italiani. Ma la risposta di Dago è giustamente tranchant: «E che so’ De Rita?».

 

Resta allora la curiosità di chiedergli un commento sull’attuale politica nostrana e sopratutto sull’iniziale infatuazione per Beppe Grillo, ai tempi molto sbandierata, anche con toni non propriamente leggeri.

 

gianni de michelis gianni de michelis

«Per chi come me ha sulle spalle ideologie giovanili fallimentari, Grillo ha rappresentato una speranza. Ma quella fiducia si è persa. Non basta essere onesto se sei incapace, e purtroppo la classe dirigente pentastellata è totalmente inadeguata, altro che cinque stelle, non ne valgono mezza. Guardo Toninelli o l’Azzolina, il ministro dell’Istruzione che parla di imbuti da riempire, e mi domando in che mani siamo finiti. Oramai sogno Giuliano Amato e rimpiango Fanfani. Quando vedo Di Maio, un ministro degli esteri che non sa neanche l’inglese, mi vengono in mente le chiacchierate sulla politica estera che facevo con Gianni De Michelis. Lo consideravano una specie di avanzo di galera, ma era competente e aveva due palle cosi, oggi davanti a questi inetti sarebbe un gigante».

maria angiolillo con dago maria angiolillo con dago

Dago in redazione - ph Massimo Sestini Dago in redazione - ph Massimo Sestini gianni de michelis craxi gianni de michelis craxi DIEGO FUSARO E LUCIA AZZOLINA DIEGO FUSARO E LUCIA AZZOLINA gianni de michelis berlusconi gianni de michelis berlusconi gianni de michelis gianni de michelis grillo d'agostino minà grillo d'agostino minà vincino 15 anni dagospia vincino 15 anni dagospia dagospia and friends a oxford dagospia and friends a oxford I SOPRANNOMI DI DAGOSPIA I SOPRANNOMI DI DAGOSPIA azzolina azzolina Dago in redazione - ph Massimo Sestini Dago in redazione - ph Massimo Sestini Dago in redazione - ph Massimo Sestini Dago in redazione - ph Massimo Sestini Dago in redazione - ph Massimo Sestini Dago in redazione - ph Massimo Sestini Dago in redazione - ph Massimo Sestini Dago in redazione - ph Massimo Sestini Dago in redazione - ph Massimo Sestini Dago in redazione - ph Massimo Sestini

 

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