Gustavo Bialetti per “la Verità”
Gli italiani sono «confusi e spaventati» dal coronavirus.
Ma c' è da capirli: non hanno né un governo né un premier e le nuove autorità sono i virologi, che per altro litigano tra loro.
Siamo davvero un Paese di mezzi idioti, a leggere l' ultima corrispondenza per il New York Times di Beppe Severgnini, il giornalista anglofilo il cui perenne sorrisetto da Giocondo è uno dei maggiori misteri dell' infotainment.
E non è un caso che la facezia (termine desueto per venire incontro al severgnismo) riportata dal nostro ai lettori americani riguardi Leonardo da Vinci e la sua Ultima cena.
Severgnini racconta che gira un meme senza nessuno a tavola con la scritta: «Qui a Milano siamo un attimo fuori controllo, al momento». Bene, servito il motto arguto che sempre ci vuole nella bella corrispondenza anglosassone di una volta, Severgnini racconta una nazione allo sbando. C' è il suo amico che fa l' albergatore sulle colline emiliane che ha subìto cancellazioni a raffica.
Ci sono i media italiani «che praticamente non parlano d' altro».
E poi «i numeri degli infettati in Italia, se paragonati a quelli della Cina, sono piccoli» (e vorremmo vedere). Tuttavia, ecco che «il diffondersi del virus ha svelato un' inconsueta, vulnerabile, Italia». E la colpa, come sempre, è di Salvini e della Meloni, non nominati espressamente. Ma non serve, quando uno scrive che è spuntato un «populismo della salute», che si nutre di «paure». E via con la solita solfa sull' Italia «laboratorio politico» del peggio del peggio.
Severgnini scrive anche che l' Italia doveva bloccare prima i voli con la Cina. Ma chi? Il governo giallorosso? Giuseppi? I lettori del Nyt non lo sapranno mai, perché in una mezza paginata non è stato nominato né l' uno né l' altro. Hai visto mai che gli toccava spettinarsi.
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