Valerio Cappelli per il Corriere della Sera
Léa Seydoux è rimasta sotto i riflettori, sul piedistallo del cinema. Ma della sua «complice amorosa», Adèle Exarchopoulos, non si era saputo più nulla, giusto un cameo nel lacrimevole film di Sean Penn, Il tuo ultimo sguardo . Le due giovani attrici nel 2013 furono protagoniste del film dello scandalo a Cannes, un amore che sconvolse i benpensanti di un festival così laico, nella laicissima Francia. Il film si intitola come la più giovane delle due , La vita di Adele . «Proposte su quella scia ne ho avute tante. Le ho rifiutate. Ero in attesa del film giusto», dice Adèle Exarchopoulos. Dà l' idea di una gatta pigra che improvvisamente graffia.
Si affaccia per la prima volta alla Mostra di Venezia: «Sono spaventata e eccitata. Il tappeto rosso? Non ho nulla in contrario, fa parte delle regole del gioco». Adèle l' 8 settembre porta al Lido (fuori concorso) Le Fidèle di Michaël Roskam: love story, lei è una pilota di auto da corsa, lui, il belga Matthias Schoenaerts che le riviste patinate accreditano come sex symbol, interpreta un gangster. «È stata pura adrenalina», dice.
Si riferisce al fatto che fa la pilota?
«Non solo. Comunque ho preso la patente due giorni prima dell' inizio delle riprese.
Ero stata bocciata per tre volte, sentivo la pressione del set».
Cosa le piace del ruolo?
«È una ragazza indipendente, con una parte dark, ha delle cicatrici emotive, la perdita della madre, poi capisce che il fidanzato le nasconde qualcosa, ignorava che rapinasse banche. La loro non è una passione che uccide, ma non possono vivere l' uno senza l' altro».
Una dipendenza che ricorda l' eros del vostro film a Cannes, quella ventata di libertà che oltrepassò le porte chiuse del bigottismo.
«Sì, ancora contro le regole della società, ma in una direzione diversa».
A Cannes ci fu una coda velenosa, si parlò di tirannia e sadismo del regista Abdellatif Kechiche.
«Voglio tenermi i bei ricordi. Ma un set come quello, così personale, dove devi abbandonarti all' estremo Ogni film è un' avventura umana e una manipolazione, non lo dico in termini negativi».
Quali reazioni ebbe quando uscì?
«Beh, ho ricevuto tante lettere e messaggi omofobi e razzisti, fu una sorta di abuso.
La gente visse il film in modo del tutto personale e serioso. Rimasi assolutamente sorpresa quando mi diedero, assieme e Kechiche e a Léa, la Palma d' oro, pensavo che prevalesse il puritanesimo».
Che cosa le ha lasciato un tipo di esperienza così intima?
«Che non si può giudicare la sessualità. Ho 24 anni e le ragazze della mia età non hanno etichette, vogliono solo essere libere, fare esperienze diverse».
Con Lèa
«Siamo diventate amiche, non poteva essere altrimenti, dopo qualcosa di così nuovo e poco convenzionale. C' è una ricerca di anime in quella storia d' amore tra due giovani donne, c' è passione e tenerezza».
Com' è stata la sua adolescenza?
«La memoria non è il mio forte. Mio padre insegna chitarra, mia madre è infermiera, sono cresciuta in un ambiente umile vicino a Montmartre. Ho due fratelli piccoli e tanti cugini perché mia madre ha sette tra fratelli e sorelle».
PREMI CESAR 2014 - Adèle Exarchopoulos
E la recitazione?
«Ero pigra e timida, non volevo fare sport, non volevo imparare le lingue. A otto anni i miei mi iscrissero a una classe di improvvisazione teatrale, a 12 un regista mi chiamò al provino di un cortometraggio. Che volevo fare l' attrice l' ho capito dopo La vita di Adele».
Ha mai avuto modelli come attrice?
«Al Pacino, Robert De Niro». Solo uomini? «No, anche Gena Rowlands in Una moglie di Cassavetes. Vorrei conoscere meglio il cinema italiano. Mi fermo ai classici, Visconti, Fellini. Ve l' ho detto, sono pigra».
lea seydoux 4 Adele Exarchopoulos FOTO LAPRESSE PREMI CESAR 2014 - Adèle Exarchopoulos LEA SEYDOUX