Maria Volpe per corriere.it
«Siamo una famiglia e quando muore uno in famiglia si va avanti, ma è stato terribile». Davide Parenti ha inventato «Le Iene», è il papà delle Iene. È schivo, protettivo, talvolta duro, amorevole. Nadia Toffa era una delle sue tante figlie. E martedì ricomincia senza di lei. E non potrebbe essere diversamente.
Domani, martedì primo ottobre, tornano «Le Iene», su Italia 1, in prima serata, con Alessia Marcuzzi, Nicola Savino e la voce della Gialappa’s. Tutto come previsto. E naturalmente ci sarà uno speciale ricordo di Nadia. Ma soprattutto ci sarà qualcosa di fortissimo, che ha voluto lei, che ha scelto lei, ha pensato lei, con lucidità, prima di morire. Domani sera ci sarà un video lungo 20 minuti dove parla Nadia. Davide Parenti non riesce neppure a rivederlo. Appena gli occhi si fanno umidi, va via.
Mi siedo in una stanzetta e lo guardo. Lo schermo nero. Si sente la voce di Nadia Toffa che manda un messaggio vocale a Giorgio Romiti, l’autore che più spesso ha lavorato con lei. Un amico. È il 21 dicembre 2018, La Iena sa di avere poco da vivere. Nadia chiede a Giorgio di andare a casa sua con la telecamera accesa perché ha una idea. Del resto tutta la famiglia delle Iene — in primis il suo ex fidanzato storico, autore del programma, Max Ferrigno — dall’inizio alla fine hanno detto «sì» ai desideri di Nadia. La telecamera si accende, Nadia è seduta nella cucina di casa sua. Ha i capelli corti, spettinati, il viso gonfio, un sorriso vitale.
Di fronte a lei (ma non si vedono mai) Giorgio e Max. «La sorpresa — comincia a raccontare — è che vorrei incontrare amici, vecchi, nuovi, persone care, parenti, colleghi che hanno lasciato un segno in questo mio ultimo anno tremendo, persone che contano davvero. Vorrei che tu mi aiutassi a filmare questi incontri». Luca chiede perché li vuole incontrare adesso. «Perché in questo ultimo anno sono cambiata tantissimo. Non è il quanto vivi, ma come vivi. Quando muore una persona, trovo stupida la domanda: quanti anni aveva? Non contano gli anni, ma se hai vissuto intensamente. Io sto facendo il possibile per ritardare la mia morte, tutte le cure possibili. Vedremo quanto tempo avrò ancora, ma non credo molto».
nadia toffa massimiliano ferrigno
La forza delle sue parole arriva come un pugno allo stomaco, anzi come uno schiaffo alla nostra inedia quotidiana. Toffa vuole incontrare le persone che contano perché vuole sapere da loro cosa pensano davvero di lei, vuole vivere un momento di pura verità e lasciare un bel ricordo. Vuole incontrare «mia madre Margherita, persona meravigliosa, mi spiace più per lei che per me; Max che sarà con noi alla chemio; due mie compagne di liceo classico, Margherita e Francesca; un mio amico di Brescia, Tommaso; il mio boss Davide Parenti.
Poi la mia amica Sara, la mia nonna Maria donna tutto d’un pezzo; la mia nipotina Alice (sono orgogliosa perché mi assomiglia un sacco). E Silvio Berlusconi: non l’ho mai conosciuto ma avrei tante curiosità da chiedergli. Provo molta gratitudine per lui, ha fatto partire l’elicottero per me per farmi portare subito al San Raffaele quando sono stata male a Trieste. Gli direi: “Io non l’ho mai votata, non sono la migliore conduttrice di Mediaset, perché mi vuole bene?”». Ed effettivamente Parenti conferma che «siamo profondamente grati al nostro editore. La sua stanza fissa, riservata al San Raffaele, l’ha messa a disposizione di Nadia, ha sempre chiesto sue notizie, ha fatto il possibile per lei. Le telefonava e commentava le puntate. Le diceva “Quando non ci sei tu, quelle tre cornacchie...”».
Il video di Nadia è davvero un testamento gioioso, ma che non fa sconti: «La tragedia ti sbatte in faccia la verità, chi ti ama. E tutto è più chiaro. E capisci che gli amici veri non ti mollano». Perché vuoi fare questo film Nadia? chiede ancora Luca. «Perché potremo rivederci, fermare il momento». Tutti quei filmati sono stati registrati. Sono intensi, commoventi. «Non è ancora tempo di mandarli in onda — spiega Parenti — troppo doloroso. Vedremo più avanti». Ora c’è da ricominciare, da riprendere la vita, le riunioni. Lo sanno tutti che la prima puntata sarà dura, poi forse quelle successive meno. Forse non è vero che c’è un prima e un dopo Nadia, perché Nadia è lì con loro, perché la sigla di coda sarà sempre quella di Nadia che balla al tramonto, perché nelle vere famiglie quelle che si amano e si scelgono, si va avanti più forti di prima.
nadia toffa 1 nadia toffa e la sua famiglia
Davide sulla cui spalla hanno pianto tutti rievoca gli inizi di Nadia, la sua testardaggine di 10 anni fa quando «mollò la tv di Brescia per venire qui senza nessuna garanzia. Ci credeva e basta. E in un anno ce l’ha fatta. Non solo ad entrare nella squadra, ma anche a farsi voler bene da tutti». Affiorano ricordi lievi, leggeri «non sapeva come tenere i capelli, alla fine ha fatto un bel taglio deciso ed è diventata la Toffa che tutti ricordiamo». Ripensa alla sua «capacità produttiva superiore alla media. Ha dedicato la sua vita al lavoro» . Davide ripercorre l’inizio della malattia, la prima diagnosi tremenda, la speranza dopo l’intervento, la seconda operazione con l’esito che non lascia speranze. Eppure Nadia convince le Iene e le Iene convincono Nadia che chissà, forse un miracolo, una speranza, perché no.
Ricorda l’estate di un anno fa quella del 2018 «quando la colpì perfino una meningite. Ha superato tutto Nadia nella vita: ha avuto a che fare con una molestia e l’ha superata, con disturbi alimentari e li ha superati, con amici morti per eroina e l’ha superato. Eravamo tutti in modalità invincibili». Fino alle ultime puntate delle Iene a maggio «dove Nadia voleva esserci a tutti i costi anche se fisicamente non stava piedi». Il silenzio e poi la morte il 13 agosto. «Abbiamo fatto il funerale più bello che potevamo fare — si commuove Davide — tutta la famiglia delle Iene era lì. Abbiamo preso un albergo a Brescia , abbiamo mangiato, bevuto, riso e pianto. E ne siamo usciti molto più forti». Ci resta l’immagine di Davide che in chiesa non parla, ma appoggia la cravatta nera sulla bara di Nadia.
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