Barbara Costa per Dagospia
colazione da truman ed 2023 cover
“Le donne sono come i serpenti, l’ultima cosa a morirgli è la f*ca” dice uno slang USA, per cui "tail" si traduce sia coda sia f*ca, e pure secondo l’implacabile e perfidissimo Truman Capote. Lui lo dice e ridice, soddisfatto, in "Colazione da Truman", il suo sfogo autobiografico, uscito in nuova edizione da Minimum Fax: veloci domande e risposte concesse tra il 1982 e il 1984 a Lawrence Grobel, giornalista di "Playboy". Volete sapere quanto può essere sincero e brutale uno scrittore che ha conosciuto mezzo e più star system? E gotha di potere? Ogni regola educativa, e un minimo corretta, con Capote va a farsi benedire.
Non si salva nessuno, politici, icone, scrittori, attori, sp*ttanati da un Capote al veleno. Si vola oltre l’offesa. Qualche esempio? Papa Wojtyla “è mooolto falso, ma come uomo travestito da donna è fantastico!”. E Madre Teresa “è una donna ambigua”. E Martin Luther King “è stato un prete dalle molte facce, alla moglie ha fatto le corna, e di ogni colore!”. Truman Capote, lui i preti, li conosce “e tanti sono gay!!! La metà di chi a New York va nelle saune gay, sono preti gay”.
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Capote non sopporta e non capisce “le femministe, quelle befane, ma che vogliono???”. Per lui essere omosessuale “non è mai stato un problema”, lui ne ha sempre parlato, sui giornali, lui ha avuto “tre storie finite male”, prima di innamorarsi dello scrittore Jack Dunphy, "rubarlo" alla moglie, e starci insieme 40 anni, fino alla morte, in una relazione non monogama, e "coabitandoci" in case separate ma adiacenti. E Capote ha frequentato “bar necrofili, ci si scambiano indirizzi di pompe funebri”, e i bar “dove i giovani hanno il feticismo dei vecchi: fanno a gara per rimorchiarseli”.
Capote ha iniziato a bere whisky “a 12 anni, ho smesso a 15”, per poi più smettere nonostante i rehab. Capote l’ha ammesso, “sono un alcolizzato sono un tossicomane”, lui ha “provato tutto tranne l’eroina. Ho scritto tanto sotto cocaina. Molte parti di "Preghiere esaudite". Per un anno ne ho fatto uso ogni giorno. Col mio amico Aldous Huxley, ho preso anche il peyote. Allo "Studio 54" si fuma dell’erba tailandese che ti fa sballare per ore”.
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Capote ha conosciuto tutte le first lady americane “da Eleanor Roosevelt a Nancy Reagan, eccetto Pat Nixon”: la peggio di tutte è Jackie Kennedy, “un’opportunista, falsa, vuota e meschina. La conosco da prima che sposasse John. Le ho dato della sgualdrina a un party, davanti a tutti. Mai pentito di averlo fatto”.
E Capote non ha mai votato. Frequentava i Kennedy, “Bobby lo disprezzo”, John è uno “sc*patore compulsivo, io lo so, conosco il suo pappa di Las Vegas: a John interessavano le squillo d’alto bordo di Las Vegas, ma prima si informava su come succhiavano l’uccello, per quanto tempo, quanto lungo e grosso lo prendevano, quant’erano grandi le loro tette”. Capote sapeva che i due Kennedy andavano a letto con Marilyn Monroe, Marilyn “ballava nuda davanti allo specchio e godeva vedendo le sue tette che si dimenavano qua e là”.
Capote stesso si è sc*pato un politico, il due volte candidato (e trombato) alla presidenza Adlai Stevenson: “Noi due vivevamo insieme, la notte prima che morisse d’infarto la abbiamo passata insieme”. Se Stevenson fosse stato eletto presidente “cosa avrei potuto combinarci io, alla Casa Bianca, nel Giardino delle Rose!”.
Le più acute stilettate Capote le lancia ai colleghi scrittori: Joyce Carol Oates “è una disgustosa. Dovrebbe essere decapitata in un auditorium con centinaia di spettatori. Vederla significa provare disgusto. Leggerla significa vomitare”. Capote e Harper Lee sono “cresciuti nello stesso posto, e ho passato l’infanzia a tenerle le mani via dai miei pantaloni”. E poi: Jack Kerouac “è un buffone, non scrive, batte i tasti”. W. H. Auden “è un bastardo dispotico, di maleducazione e stupidità terrificanti”. Per J. D. Salinger, “la morte sarebbe un aiuto”, e Hemingway “è un mediocre e un gay non dichiarato”. Norman Mailer “è un illuso, e un copione”.
Gore Vidal “dire che lo detesto è un eufemismo. Vidal è uno strafatto con gli occhi da pazzo. Mi invidia perché io ho avuto una storia con Albert Camus, e lui no”. Saul Bellow “è fiacco, una nullità”. John Updike “io lo odio”, Philip Roth “lasciamo perdere”. André Gide “è solo una vecchia grossa checca dalla faccia rugosa. Per 2 anni siamo stati vicini di casa a Taormina. Gide andava a caccia di 15enni che si portava a letto il pomeriggio”. E “dio ci liberi da quella zitella di Simone de Beauvoir, e dal livido, succhia pipe di Sartre!”. Che ne pensa Capote delle rockstar? “Elvis Presley mi piaceva, l’unica cena di gala che ha organizzato è stata per me! A Las Vegas: pollo fritto, maiale fritto, pesce gatto fritto…”.
John Lennon “lui pure mi piaceva, ma Yoko Ono non la sopporto. La giappa. Paranoica. La persona più sgradevole che esista”. Capote è stato in tour con i Rolling Stones: “Una band di rottami, Keith Richards è totalmente fuori di testa, ma è quello con più talento. Jagger è noioso. Pensa soltanto ai soldi. Gli Stones girano filmini porno con chi raccattano di città in città, e non fanno del male a nessuno”. Bob Dylan “è un impostore, falso, che non sa cantare”.
Truman Capote ha lavorato a Hollywood come sceneggiatore, che ne pensa degli attori? Meryl Streep “ha il naso da gallina e la bocca di una gallina”. Jane Fonda “è noiosa e fasulla”. Woody Allen “è un completo idiota”. Monty Clift “era gay, lo sapevano tutti”, Anthony Perkins “pure, ma non lo sapeva nessuno”.
E poi, “"Colazione da Tiffany" io lo odio!!! Il regista, Blake Edwards, mi veniva voglia di sputarli addosso”, lui ha scelto “Audrey Hepburn che con la protagonista del mio libro non c’entra niente!!! Jodie Foster sarebbe stata l’ideale”. E non è vero “che io e John Huston durante le riprese di "Il tesoro dell’Africa" sc*pavamo, è una voce messa in giro da Humphrey Bogart, e che Huston assecondava. Sì, dividevamo la stessa roulotte. Sul set erano proprio schifati!”. Ha detto Tennessee Williams: “Non so decidermi: Truman è uno str*nzo, sì o no?”. E Marlon Brando: “Io Capote lo ammazzo”.
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