Alessandro Beretta per corriere.it
Durante un interrogatorio, la scrittrice bisessuale Catherine Tramell, bionda e dagli occhi di ghiaccio in un corto abito bianco, per distrarre i poliziotti accavalla le gambe. Senza indossare biancheria. Era il 20 marzo 1992 e quel momento erotico, esplicito ma rapido, in «Basic Instinct» di Paul Verhoeven cambiava 27 anni fa la geografia del desiderio al cinema e lanciava nell’immaginario Sharon Stone, attrice trentaquattrenne allora poco nota.
IL PROVINO DI SHARON STONE PER BASIC INSTINCT
Stasera potremo dunque rivedere, su Rete 4 alle 21.30, il thriller erotico sbancò al botteghino con le vicende dell’intrigante autrice, sospettata di essere una killer, che usa la sensualità come un’arma per sviare le indagini del detective Nick Curran (Michael Douglas) che si innamora di lei. Thriller cesellato alla perfezione, in «Basic Instinct» si percepiscono influenze e omaggi a film come «La donna che visse due volte» (1959) di Alfred Hitchcock, partendo dall’ambientazione a San Francisco, e «Tenebre» (1982) di Dario Argento.
Una sceneggiatura da record, a ritmo di Rolling Stones.
Costato 49 milioni di dollari, il film è stato uno dei maggiori incassi della stagione raccogliendone nel mondo quasi 353. Un guadagno notevole per un film su cui i produttori avevano scommesso fin dall’inizio, tanto che la sceneggiatura del film venne pagata all’autore Joe Eszterhas, che aveva firmato film di successo come “Flashdance” (1984), la cifra record di 3 milioni di dollari. Eszterhas, con una vita più da rocker che da scrittore, scrisse il film in appena 13 giorni ascoltando ininterrottamente i Rolling Stones e decise il titolo quando andò a spedire in posta il copione al proprio agente. Lo sceneggiatore, con un passato da giornalista in cronaca nera, si è ispirato a due persone reali per i personaggi: il detective Nick Curran (Douglas) prende spunto da un poliziotto con la pistola facile, mentre la sensualità minacciosa di Catherine Tramell (Stone) nasce da quella di una ballerina da strip club che una notte, giocando eroticamente con Eszterhas, lo minacciò con un vero revolver.
Un fotogramma di desiderio, polemiche e una notte di passione.
Sulla celebre scena dell’interrogatorio, polemiche e aneddoti si sono incrociati negli anni. Paul Verhoeven ha raccontato in diverse occasioni che Sharon Stone partecipò senza biancheria di comune accordo con il regista, con una decisione presa sul set, tanto da regalargli alla fine del ciak i suoi slip. Sharon Stone, invece, ha sostenuto che il regista le aveva detto che serviva a dare un tono al personaggio e che non si sarebbe visto nulla. Sul set, vedendo nei monitor non in alta definizione la scena, lei si era rassicurata, ma al cinema, invece, l’effetto a sorpresa era stato tutt’altro e lei aveva schiaffeggiato il regista. Dello schiaffo, Verhoeven non ha mai parlato. Ciò che è certo, è che il momento senza intimo non era previsto nella sceneggiatura, l’autore Eszterhas ha dichiarato: «Ho scritto il film, ma il secondo che l’ha fatto entrare nella storia, non è mio, è di Verhoeven». Un rimpianto a metà, poiché Eszterhas, dopo l’uscita, ha raccontato di un’indimenticabile notte di passione con Sharon Stone.
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Douglas e Stone: due ruoli, due vie.
Per i ruoli principali del film la ricerca è stata lunga. Michael Douglas era già molto noto quando accettò di interpretare il detective Nick Curran ponendo due condizioni fondamentali: Curran non avrebbe avuto un versante bisessuale, com’era previsto nella prima stesura della sceneggiatura, e non ci sarebbero state riprese di nudo frontale. Prima di lui, Denzel Washington e Don Johnson avevano rifiutato la parte, mentre Brad Pitt, Tom Cruise, Ray Liotta e Patrick Swayze fecero il provino senza successo. Sharon Stone, invece, per ottenere il ruolo giocò sottilmente presentandosi a una sessione di doppiaggio di “Total Recall” (1990) di Paul Verhoeven, in cui aveva una piccola parte, vestita sensualmente come il personaggio di Catherine. Ottenuto un provino per la parte, Stone vinse su altre decine di candidate, tra cui la favorita di Douglas, Julia Roberts. Tra Douglas e Stone sul set non ci fu mai vera confidenza e la scena che causò più problemi all’attrice, nella lavorazione, è stata quella in cui usa a letto il rompighiaccio. Sul set, di fianco a lei, per rassicurarla c’erano il suo migliore amico e, nel caso svenisse, dei paramedici.
Paul Verhoeven: «Il sesso, non è la cosa più importante?»
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Il regista Paul Verhoeven, olandese, è oggi a 80 anni un maestro riconosciuto del cinema mondiale con alle spalle un lungo percorso che dall’Olanda, dove ha esordito nel 1971 con “Gli strani amori di quelle signore”, l’ha portato in America negli anni Ottanta e Novanta, e poi nuovamente in Europa dove ha firmato “Elle” nel 2016. Negli Stati Uniti, la fantascienza, oltre al thriller, è stato il suo genere di riferimento, con successi come “RoboCop” (1987) e “Total Recall” (1990). Riguardo alla propria poetica, che non risparmia sesso e violenza, è stato sempre chiaro e su “Basic Instinct” in un’intervista all’inglese Independent ha dichiarato: «Il sesso è una delle cose più importanti del mondo, non credete? L’altra è la violenza. Il sesso in generale è percepito come creativo e la violenza come distruttiva, ma talvolta la violenza è necessaria e anche il sesso a volte diventa violenza, come in quel film». Un film in cui non si sa quasi nulla del passato dei personaggi e che il regista, commentando, ha visto vicino alle atmosfere di grandi scrittori noir come Raymond Chandler e Dashiell Hammett dove ciò che conta, dopo tutto, è risolvere il caso. Anche se a volte, la soluzione è più un incubo che la realtà.
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